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Ambiente

L’ECOCIDIO

LIVIO GHIRINGHELLI - 30/04/2020

ecocidioIl documento finale del Sinodo per l’Amazzonia, approvato a fine ottobre 2019, propone all’attenzione della Chiesa e del mondo il problema del peccato ecologico. In termini di azione oppure omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità, l’ambiente.

Si manifesta nell’inquinamento e distruzione dell’armonia dell’ambiente, nel violare i principi di interdipendenza e reti di solidarietà fra le creature. Se la novità dell’espressione è relativa, se ne può cogliere in pienezza il significato all’interno della Laudato si’.

Già per Benedetto XVI il degrado ambientale e quello sociale erano conseguenza del ripiegamento egoistico dell’essere umano su di sé (Enciclica Caritas in veritate, 2009). È una scelta per la morte o per la vita. C’è ecocidio laddove la perdita, il danno, la distruzione di ecosistemi di un territorio determinato severamente pregiudicano il godimento per parte degli abitanti. E va denunciata al proposito l’impunità di cui spesso gode la macro-delinquenza delle grandi imprese e delle multinazionali all’origine di gravi delitti non solo contro la proprietà, ma anche contro le persone e l’ambiente. Va al contempo accusata la debolezza della politica, mentre si deve tener conto di dinamiche che affliggono pesantemente anche il nostro Paese.

Va chiamato in causa solo un ristretto numero di persone o il problema coinvolge la responsabilità almeno potenziale di tutti? L’intreccio delle responsabilità è così complesso da scoraggiare qualunque tipo di riparazione? Riduzionismo è il rifiuto di considerare legami e connessioni.

Certo intervengono una fiducia cieca nelle capacità della tecnica e uno stile di vita consumistico. I comportamenti individuali di attenzione e disattenzione per l’ambiente si aggregano e si sedimentano. Di qui anche la cultura dello scarto. Perciò va fatto appello alla consapevolezza della solidarietà nella responsabilità. Si deve insistere sulla forza del legame che unisce i membri di una collettività. C’è una tensione ineliminabile tra i due livelli di coinvolgimento morale, personale e collettivo.

Laddove c’è peccato, c’è possibilità di conversione, nell’incontro con la misericordia di Dio che dà salvezza. C’è sempre spazio aperto alla nostra libertà di scegliere la logica del bene in un percorso ormai indubitabilmente lungo e faticoso, avendo davanti strutture estremamente solide e ramificate. Ognuno si impegni secondo il ruolo occupato all’interno del sistema economico-sociale.

Comunque il genere umano è investito nella sua totalità in una progressione di interventi. Alternative e soluzioni provvisorie non risultino un pretesto per rallentare il processo di metanoia negli atteggiamenti o scaricare i costi della transizione energetica sui più deboli.

Per la teologia cristiana comunque solo la grazia può vincere il peccato. Le compensazioni, che non cambiano radicalmente le cose, non ci riscattano da uno sfruttamento delle risorse operato ai danni delle persone e del creato.

Quale è il grado dello sconvolgimento, della compromissione che l’ecocidio in corso fa registrare? La temperatura media globale è di circa 1,2 °C elevata rispetto al valore del periodo preindustriale. Tra 15 anni si sorpasserà il livello di 1,5 gradi con i livelli attuali di emissione. Negli ultimi trenta anni la crescita di concentrazione dei gas serra è continuata.

Oggi il livello per quanto concerne l’anidride carbonica ha superato i 400 ppm. Nello spazio di tempo tra il 1991 e il 2014 la Cina è il paese che ha contribuito maggiormente alle emissioni totali, mentre nelle emissioni per persona le regioni che hanno accusato valori più alti sono state nell’ordine Stati Uniti, Canada, Australia e Unione Europea. In ogni modo la riduzione dei tassi deve tener conto al contempo della giustizia totale e dei diritti allo sviluppo.

L’Europa è uno dei continenti ove l’impatto del continuo aumento dei gas serra è doppio o triplo rispetto a quello medio globale. Una delle conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai è l’innalzamento del livello dei mari, che è salito di circa 20 cm dal 1900 al 2010 con una accelerazione costante (negli ultimi anni di quasi 3 cm ogni decade). Gli eventi meteorologici estremi diventano più forti e più frequenti. Paradossalmente a causa del riscaldamento globale si assiste anche ad acuti eventi di freddo.

Oggi si utilizza solo tra il 25% e il 33% del potenziale netto primario della terra ferma, onde la possibilità di ulteriori rese con metodi di coltivazione più efficienti. In termini di calorie alimentari disponibili di fronte a 821 milioni di persone sottoalimentate ci sono due miliardi di obesi.

 L’aumento della desertificazione nelle zone del Sahel africano, i lunghi periodi di siccità del Corno d’Africa rendono sempre più difficile produrre cibo per sfamare le popolazioni; le alluvioni in Pakistan e Bangladesh portano alla distruzione di ingenti raccolti. Di qui il ritmo pressante degli esodi.

L’obiettivo da raggiungere al più presto è lo zero emissioni nette (produzione e trasformazione di energia senza che venga rilasciata nell’atmosfera alcuna sostanza derivante dalla combustione, come anidride carbonica o metano).

Va definita una pianificazione sostenibile nell’uso della terra ferma. Né vanno tralasciate misure che rendano gratuitamente accessibili a tutti previsioni meteorologiche valide. Indispensabili la riduzione degli sprechi e la riforestazione.

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