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Attualità

BALLO IN MASCHERA

LUISA NEGRI - 05/06/2020

mascherineChissà quando riusciremo mai a levarci questa benedetta mascherina.

Benedetta, certo. Perché ci protegge, o almeno così dovrebbe essere, a seconda del tipo che indossiamo. A volte però non lo è: se si scopre com’è accaduto, si veda anche il caso Pivetti, che partite di mascherine sequestrate dalla guardia di finanza non risultino omologate come dovrebbero.

Il nostro ballo in maschera, iniziato a primavera, non è quindi rassicurante, anche da questo punto di vista, e non solo perché nel portarle ci si appannano gli occhiali e ci tocca sudare col primo caldo.

Quando poi la stampa informa che le mascherine non certificate sono arrivate a volte anche negli ospedali, in dotazione a infermieri e a medici, la situazione non è per nulla accettabile.

Se Irene Pivetti sarà o no colpevole delle accuse (è indagata come tutti sappiamo da tre diverse procure, e la regione Toscana ha a sua volta aperto un contenzioso amministrativo per 150.000 mascherine prive di certificazione del valore di 547.500 euro) lo dirà alla fine la magistratura.

Ma qualche domanda ce la dobbiamo fare.

Chissà perché l’ex nostra presidente della Camera dei deputati si è fatta indurre in tentazione cacciandosi in tale commercio? Forse per ingenuità, come ha buttato lì l’amico Lele Mora?

Secondo noi, azzardiamo, perché Irene è stata sedotta dall’oggetto in sé.

Non è Brachetti certo, ma il travestimento le piace e le si addice, come il lutto ad Elettra.

Da Presidente della Camera in tailleuerino, a show girl televisiva in tenuta sadomaso, da giornalista e intrattenitrice, a simil Ladybug che sente di doversi impegnare nel bene.

Avendo a disposizione un’identità che si fa ricordare e una società sua, la Only Italia fondata nel 2011 con sede a San Marino, perché perdersi la possibilità di inseguire anche questo progetto, di mettere avanti il proprio nome al fine di traghettare tante mascherine da un paese all’altro? Detto e fatto.

Ma, viene da domandarsi -e ce lo siamo chiesto quasi tutti, perché lei no?- se, in un momento di morte e di dolore per il nostro Paese, da parte di chi ha rappresentato una delle massime cariche dello stato, sia opportuno entrare in un commercio, legato al triste momento Covid, dove corrono tanti soldi. La sola ipotesi del perseguimento del personale interesse può a ragione indignare chi ha avuto lutti o si è a sua volta ammalato o ha dovuto lottare in prima persona in ospedale contro la pandemia, a favore dei propri malati, per ben altro tipo di scelta professionale.

Più umiltà e pentimento da parte della Pivetti dopo gli incidenti di percorso, anziché tanta accesa autodifesa da un canale televisivo all’altro -accompagnata dalle sole scuse alla propria famiglia- sembrerebbero, a priori, opportuni.

Per chi è donna stupisce ancor più che una ex quota rosa di spicco si sia tanto impegnata, nella circostanza, sul fronte degli affari legati al settore della sanità. Dell’essere donna, tanto più di potere, vorremmo finalmente avere un’idea più umanamente adeguata ai ruoli avuti e alla sensibilità rappresentata dal comune sentire.

Si dirà che è stupido e non politically correct pensare che il mondo femminile debba essere più attento alla sofferenza e meno attratto dagli affari di quanto lo siano tanti signori uomini.

E’ vero, è forse ingenuo o stupido pensarlo. Che les affaires sont les affaires lo dimostra la pratica quotidiana.

E basta vedere, su altro fronte, i prezzi al commercio che, come in un dopoguerra, stanno salendo ben bene. Così che alla fine paga sempre l’ultimo della catena.

Il ballo in maschera conosce tempi e passi diversi, ma in fondo è sempre uguale a se stesso. Come chi apre e guida le danze, uomo o donna che sia dietro il velo.

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