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L'intervista

LAGO IN RISANAMENTO

ARTURO BORTOLUZZI - 18/06/2020

lagoHo applaudito all’iniziativa della Regione Lombardia di provvedere al risanamento delle acque del lago di Varese mettendo in opera un piano degli enti di controllo sanitario nonché le associazioni e i singoli interessati al problema.

Tutti questi enti hanno sottoscritto un piano particolare denominato Accordo di programma quadro per lo sviluppo territoriale che dispone di due organismi: la Segreteria Tecnica (ST, coordinata dal dr. Daniele Magni di Regione Lombardia) e il Comitato di coordinamento al quale partecipano tutti i firmatari che sono chiamati a proporre, indirizzare, realizzare e decidere su quanto vagliato, elaborato e proposto dalla ST.

Chiedo allora al professor Alessandro Fumagalli, già associato di chimica generale e inorganica all’Università dell’Insubria e componente del comitato scientifico per il risanamento del lago di Varese: come procedono tutti i lavori attualmente in corso dell’Accordo per il disinquinamento del lago di Varese?
C’è stato un rallentamento delle opere in programma ovvero ci sono stati rallentamenti a causa della pandemia?

Il crono-programma è stato rispettato fino all’inizio della pandemia. Con i primi di marzo alcune attività hanno avuto una battuta d’arresto, in particolare: il rilievo topografico del reticolo fognario, l’installazione nel lago di boe con sensori e i prelievi di monitoraggio del lago e del Bardello.

Come vengono controllati i lavori svolti? L’accordo quadro prevede per ogni singola azione la nomina di uno o più soggetti attuatori. È soddisfatto della qualità dei lavori svolti?
Lo stato dei lavori è costantemente riportato in ST, discusso e criticamente valutato. L’indubbia competenza degli attuatori ha fin qui portato a risultati di generale soddisfazione.

Lei è responsabile delle associazioni ambientaliste in Segreteria Tecnica. Come si confronta con gli altri rappresentanti delle associazioni ambientaliste entro il comitato di coordinamento?
Ad oggi, non ho avuto contatti con i due rappresentanti delle associazioni ambientaliste in seno al CdC (il dr. Ponzellini e l’ing. Coeli) che del resto agiscono in un ambito decisionale-politico diverso da quello meramente tecnico della ST. Ritengo comunque che qualche scambio di idee potrà essere utile quando si proporranno argomenti di particolare criticità, essendo i lavori di ST funzionali alle decisioni del CdC.

Affrontando il tema del prelievo ipolimnico cosa è stato fatto per l’utilizzo dei macchinari per il prelievo dei fanghi e per scaricare quanto prelevato lontano dalle abitazioni nel fiume Bardello.
Occorre precisare che non di fanghi si tratta, ma di acqua particolarmente ricca di fosforo prelevata in prossimità del fondo. I macchinari (cioè le pompe) e le parti accessorie già sono, o saranno a breve, riattate e automatizzate. Tant’è vero che giovedì 11 giugno presente l’assessore Cattaneo – si è potuto riavviare l’impianto per un periodo di prova che potrebbe durare tutta l’estate 2020, in cui si potranno rilevare le criticità e testare il tutto, per arrivare alla ripresa definitiva del prelievo ipolimnico fissata per l’estate 2021.
Il gruppo di studio interno a ST, dedicato a tale tema, sta studiando ogni possibilità perché miasmi o altri potenziali disagi non gravino sugli insediamenti in prossimità dello sbocco. Si sta anche valutando la possibilità che il prelievo ipolimnico possa entrare nel Bardello ca. 1 km più a valle, rispetto all’attuale posizione; questo, oltre a favorire un miglior “ricondizionamento” del prelievo, avrebbe il vantaggio di trovarsi collocato in una zona libera da insediamenti.

Gli organi di informazione locali hanno parlato diffusamente delle boe poste nel lago di Varese e nel Lago Maggiore, nonché del controllo del sistema fognario in essere in tutti i comuni rivieraschi.

Le boe sono provviste di sistemi che monitorano in continuo le caratteristiche chimico-fisiche delle acque. La loro collocazione, temporaneamente fermata dalla pandemia, avverrà a breve.
Quanto al rilievo topografico del reticolo fognario – in carico ad ALFA – era arrivato a un buon punto con 7 Comuni completati al momento del fermo per COVID, avvenuto l’11 marzo. Penso che oggi potrebbe essere ripreso, sperabilmente recuperando il tempo perso.

Ho fatto la segnalazione di due ruscelli inquinati in Gavirate e sicuramente ce ne saranno altri che si riversano nel lago.

Questi rivoli sono spesso inquinati e i comuni non hanno tecnici e soldi sufficienti per poter individuare le fonti di questo e svolgere i lavori per un loro definitivo risanamento. Il Comitato scientifico segnalerà allora alla Regione Lombardia quali siano le opere da finanziarsi?

In ST è arrivata – per conoscenza – tale segnalazione; il Comune e altri non ne sono venuti a capo per il complicato intreccio venuto a crearsi negli anni di più reti bianche e nere. Sono previste altre video ispezioni e in ogni caso, ALFA pensa di risolvere il problema nel corso della mappatura del reticolo fognario in Gavirate.

Le chiuse del lago verso il fiume Bardello. Saranno automatizzate con controllo quantitativo, in tempo reale del flusso dal lago al fiume.

La società Alfa che gestisce le acque dei comuni varesini non ha mai voluto parlare con le associazioni ambientaliste provinciali. Chiedo a Lei (del quale abbiamo pienamente fiducia) se la stessa fornisce adeguate garanzie sulla volontà di accudire con responsabilità la nostra acqua e di informare adeguatamente i cittadini dei comuni del lago e gli stessi comuni sulle problematiche del lago dagli stessi rinvenute e sulle azioni da compiere?

Non so quali siano le politiche e i propositi di ALFA. Comunque, come già detto, come soggetto istituzionale partecipante all’accordo quadro, ALFA è responsabile dell’importante procedura di mappatura del reticolo fognario.

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