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In Confidenza

SERVIRE È AMARE

Don ERMINIO VILLA - 26/06/2020

servireIl modello del discepolo è esigente: servire tutti sino a dare tutto per tutti. Servire. Una parola difficile, soprattutto se coniugata con l’autorità. Eppure non ci sono alternative. O l’autorità diventa servizio, o l’autorità diventa prepotenza e dominio.

Nei due verbi coniugati da Gesù ‘servire’ e ‘dare la vita’ c’è pure una grande indicazione pedagogica: il servizio prepara a fare della vita un dono. In esso risulta chiaro il segreto di una vera realizzazione umana; il dominio prepara il deludente esito del nulla; il dono prepara il ‘centuplo’, la gioia del cuore, nella vita presente e in quella futura.

C’è una coniugazione negativa del verbo ‘servire’, che ognuno di noi può trascrivere nelle mille servitù, nei mille vizi, nelle mille schiavitù che ha dentro di sé, nelle mille schiavitù amare che costellano la sua esistenza. Però, d’altra parte, c’è il verbo ‘servire’, la parola ‘servo’ che invece diventa titolo glorioso. E quale è il significato di questo servizio, di questo verbo che diventa improvvisamente luminoso?

Servire è letteralmente ‘colui che aderisce’ pienamente e quindi è la donazione completa della propria libertà, per cui una persona consacra totalmente se stessa a quell’altra. È per questo che il verbo ‘servire’ è il verbo anche dell’amore. Non perché ti fa schiavo, ma perché ti fa donare completamente te stesso all’altro. Ed è per questo che il verbo diventa il verbo per eccellenza del messia: colui che ha dato la sua vita, tutto se stesso per gli altri, si è totalmente consacrato nelle mani degli altri.

Ed è allora, nell’interno di questa declinazione positiva, che cade l’appello per tutti noi, discepoli del Signore e membri di una Chiesa che nel mondo è mandata come serva, sul modello di Maria, che chiamata in causa si è dichiarata “pronta a servire”… Noi dobbiamo cercare di essere uomini che servono e che sono servi, con questa gioia, con questa totalità, senza quel gioco continuo a cui ci abitua la nostra società dell’interesse, del vantaggio, del calcolo, con la capacità di essere totalmente trasparenti a questa luce che ci chiama, la luce di Dio.

Il vero ‘servire’ rappresenta la libertà che si dona, è come camminare sul crinale di un monte, tra due grandi orizzonti: un orizzonte di luce che ci sta sopra e ci avvolge e dall’altra parte l’orizzonte oscuro, cupo, la voragine della tenebra della schiavitù. È per questo che essere servi diventa una realtà nobile; continuamente dobbiamo essere attenti a essere uomini, non della schiavitù, ma del vero servire.

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