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Noterelle

INDIFESI

EMILIO CORBETTA - 01/07/2020

indifesiSensazione d’essere abbandonati. Ma chi mi difende più? Solo e indifeso! Anzi no! Siamo in tanti soli e indifesi; soli contro molti; l’impressione è di essere soli contro tutti, impossibilitati ad essere uniti contro tutti. E chi sono questi tutti? Invisibili ed irraggiungibili ci perseguitano, ci aggrediscono, ci impoveriscono ed essendo loro irraggiungibili non possiamo difenderci nei loro confronti. Ci sentiamo poveri e nudi alla loro mercé! Noi, che dovremmo essere protetti, accuditi, quasi coccolati siamo invece in realtà sempre più poveri e sfruttati.

Facciamo un esempio semplice e comune: chi mi difende dalla tirannia dei numeri verdi? Questo servizio, che non dovrebbe creare costi agli utenti, mette a dura prova l’intelligenza, i riflessi, l’intuito e la pazienza dei cittadini. Prima di tutto difficile accettare la velocità con cui ti viene sciorinato il menù a cui devi attenerti: digitare uno se devi …, digitare due se …. e così via. Spesso ti trovi a dover fare scelte in pochi secondi di fronte a termini inusuali per cui, mentre pensi “che cosa vuol dire questo qui?”, subito devi schiacciare un altro numero. Se alla fine devi parlare con un addetto arriva la musichetta, spesso orripilante, che ti mette in attesa. Oltre a questo menù, dopo aver schiacciato un tasto ti puoi ritrovare un sotto menù. Logico chiederti: perché non mettono qualche umano in più a rispondere? Ma gli umani costano! È vero, ma dietro quell’umano c’è una famiglia che potrebbe vivere … All’A.D. dell’ente in questione però della famiglia non importa nulla. Lui deve organizzare il tutto in modo che l’ente abbia meno dipendenti possibili. Meno dipendenti, meno grane, meno costi, più soldi per lo stipendio del signor A.D. e per gli azionisti. Chi mi difende da questa perversa organizzazione? Non c’è sindacato, non c’è partito politico, non c’è sportello a cui chiedere aiuto. Non c’è nessuno a cui interessa di me, no, di noi. Resti lì davanti al telefono senza aver risolto nulla, un nulla spesso molto importante.

Dramma più grosso quando si tratta della nostra salute. Il medico di famiglia è oberato dal numero di pazienti da seguire, da orari ristretti, da burocrazia spietata, talvolta punitiva, tanto che fatica a dedicarsi a noi. L’ospedale è diventato azienda e ci tratta in conseguenza. La medicina privata appare speculativa e a lei vengono sempre più offerti spazi di guadagno, specialmente in Lombardia. Nelle RAS si vedono grandi difficoltà all’assistenza degli anziani che talvolta sfiorano l’abbandono. Non tutte queste strutture sono in grado di alleviare le sofferenze di essere umani in declino patologico e fisiologico verso il fine vita. Incapacità o cattiva volontà di affrontare con efficacia il problema sanità da parte dei politici? Ricerca comoda di incrementare i propri profitti da parte di gruppi finanziari che abbandonano l’imprenditoria, più ricca d’insidie, e si dedicano apparentemente ad assistere Giobbe ma in realtà al raggiungimento di economie, che vanno molto oltre la ovvia necessità di evitare bilanci negativi.

Chi mi difende dagli automi che stanno facendo scomparire i cassieri e il contatto umano dalle banche? Chi mi difende dalle banche stesse che sistematicamente impoveriscono quelli che con fiducia s’erano rivolti a loro per avere la sicurezza di una vecchiaia con un minimo di serenità? Forse era retorica subdolamente perversa, ma un tempo ad ottobre alla scuola primaria si celebrava la giornata del risparmio che lasciava un’impronta educativa notevole nelle nostre giovani personalità regalandoci il “libretto di risparmio”. A ripensarci vien da sghignazzare amaramente guardando l’etica dell’economia bancaria dei nostri giorni. Dove sono le banche etiche? Ma chi mi difende?

Chi mi difende dalle compagnie telefoniche? Dalle distributrici d’energia che mi abbandonano all’ingordigia dei loro interessi, facendomi credere nel contempo di farmi risparmiare.  Chi mi difende dai così detti “social” che ci soffocano con il loro funzionamento quasi incontrollabile, capace di uccidere la vera cultura nonché il senso morale, lontani come sono da regole ed etica?

Il lavoro deve soddisfare le necessità dell’uomo e un noto assioma dice che l’uomo ne viene nobilitato. Il lavoratore ha dignità quando viene pagato per le sue competenze, per le mansioni svolte con perizia, non quando riceve un sussidio per vivere anche senza lavorare. Il vero aiuto a chi non ha lavoro è procurarglielo con la giusta remunerazione: ciò dà valore alle personalità.

Chi mi difende dalla ricerca scientifica e perversa che non punta alla difesa della nostra salute ma che si lascia influenzare prevalentemente dai vantaggi economici che la ricerca stessa può dare?

Chi ha le qualità per fare impresa ha il dovere di farla ma non dimenticando che il profitto – motore assolutamente necessario per realizzare opere valide per tutti – non deve essere fine a sé stesso ma appunto utile per tutti quanti concorrono a realizzarlo. In effetti non è facile calcolare i movimenti dei capitali in modo tale da non creare squilibri che creino pochi immensi ricchi contro numerosissimi poveri.

Non stiamo facendo discorsi nuovi. Siamo sul livello della “scoperta dell’acqua calda” eppure noi ci sentiamo indifesi e non protetti.

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