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Noterelle

ERRORE DRAMMATICO

EMILIO CORBETTA - 10/07/2020

sanitaUna delle caratteristiche negative della politica è la corruzione e in particolare la consuetudine di impiastricciarsi le mani con la marmellata del denaro che deve amministrare, fenomeno che diventa drammatico nella gestione e amministrazione della sanità, croce per i cittadini sotto tutti gli aspetti.

Ogni nostro atto ha dei risvolti politici, anche gli atti realizzati dalle persone più semplici, anche da chi afferma d’essere contrario alla politica e di non volerla fare appunto perché amareggiato dai suoi aspetti negativi, ed in particolar modo dalla corruzione. A livello di queste persone fortunatamente l’idea di politica è pulita, la marmellata qui non c’è.

Ci sono momenti importanti del nostro esistere che non dovrebbero essere legati alla politica (si potrebbe citare ad esempio l’esperienza recente del corona virus), ma purtroppo lei invade tutto alla grande, come detto, creando con frequenza grandi danni specialmente appunto nei momenti drammatici. La politica è strettamente legata agli egoismi? Non è facile dare una risposta: dove prevalgono le paure e i fattori emotivi senz’altro, dove c’è razionalità un po’ meno.

È un errore drammatico e madornale usare la sanità per fare politica, mentre dovrebbe essere la politica a lavorare per la sanità. Purtroppo i politici (lo sappiamo tutti) nella stragrande maggioranza sono più preoccupati per sé stessi, per il loro successo piuttosto che per i bisogni degli amministrati e questo è uno dei tanti motivi che sostengono la crisi della politica dei nostri giorni anche se in realtà è un tema che viene da più lontano.

Praticamente, non potendo scrollarci di dosso questo pesante fardello dobbiamo almeno pretendere che la politica sanitaria sia il più possibile in funzione di sé stessa, sottraendosi al dominio assoluto dell’economia e mantenendosi in equilibrio fra i servizi resi e la necessità di un bilancio in pareggio, senza cadere nella tentazione del super profitto.

Necessità e difficoltà della politica sanitaria è quella di avere in sé la qualità della generosità, di essere cioè rivolta al bene di tutti.

Se diamo uno sguardo al passato, ma ancora ai nostri giorni, vediamo come molti ordini religiosi abbiano camminato e camminino sulla linea della parabola del buon samaritano, dedicandosi sì all’apostolato, ma molto di più a sostenere, alleviare le sofferenze di malati. Fulgido l’esempio di madre Teresa di Calcutta alla quale mi sembra si addica in modo particolare una frase letta nelle prime pagine del romanzo “Fiore di roccia” di Ilaria Tuti: “Nell’inverno della vita, sacra è la presenza che si prende cura della dignità umana”. Questo a mio giudizio dovrebbe essere il concetto base, il valore fondante della politica della sanità.

La recente esperienza del Covid-19 ha messo in evidenza tantissime figure che hanno fatto propri questi concetti ma sono emersi anche tanti atteggiamenti contrari che giustificano le attuali inchieste giudiziarie. Questo riguarda specialmente le posizioni politiche apicali. Non è facile prendere certe decisioni, non avrei voluto essere al loro posto: mi troverei in stato di continua agitazione e di insonnia, chiedendomi ossessivamente se ho agito bene o male.

Il sogno degli amministrati è che si cambi il metodo di fare politica, rompendo con gli errori del passato: un modo originale, nuovo che sappia superare le incertezze e le subdole manovre odierne, conservare le culture locali dialogando pragmaticamente col villaggio globale, difendere tutti dalle minacce dell’economia che sa solo creare pochi tanto ricchi contro tanti tanto poveri, una politica dedicata a soddisfare i bisogni di tutti aumentando il livello culturale di tutti, che sappia difendere dagli sfruttatori, capace di impedire che una parte non schiacci l’altra, che sia caratterizzata da una opposizione che non intralci il cammino di tutti ma che sappia correggere gli errori eventuali della maggioranza. Una maggioranza non a favore di una parte ma che lavori per tutti. Utopia? Probabile; purtroppo molti pensano di superarla cercando l’uomo forte unico, il che sarebbe ricadere negli errori del passato.

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