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Editoriale

ALLARME

MASSIMO LODI - 24/07/2020

fambassChe cosa ci porta l’estate 2020? Una crisi di civiltà. Ereditata, si aggrava e proietta ombre lunghe. Ieri, oggi, domani: il continuum in negativo. E’ realismo e non voglia di rovinare le vacanze a chicchessia.

Crisi di civiltà conseguente all’emergenza nascite e a quanto vi fa seguito. In Italia, in Europa. Due ricerche testimoniano il fenomeno, il rapporto del Cisf (Centro internazionale studi famiglia) e l’analisi di Lancet (rivista scientifica inglese d’ambito medico). Previsioni drammatiche, nel futuro prossimo e ben oltre. L’orizzonte più lontano, e qui parliamo di scenario mondiale, indica il dimezzamento della popolazione nel giro d’un secolo.

Torniamo a noi, all’immediato. Il presidente della Cei, cardinale Bassetti, echeggia l’allarme di Francesco. Siamo in presenza d’una svolta epocale e la nostra comunità deve ripensarsi, ammonisce il Papa. Bisogna ricostituire i fondamenti della famiglia, chiosa il capo dei vescovi. Tradotto: rigenerazione della ‘piccola Chiesa domestica’, sofferente come non mai. Il male di fondo è lo snaturamento della concezione di natalità. I figli, dice Bassetti ad Avvenire, non sono più giudicati una benedizione per i genitori e la società, bensì causa di miseria, ostacolo alla carriera, impedimento al successo, perfino disturbo all’arricchimento personale. Sintetizzando: fonte d’angoscia, in troppi casi. Incomprensibili, i casi. Incomprensibile, l’angoscia.

Non ci sarà ripartenza post Covid senza cambio di mentalità. Niente figli, niente futuro. Tanto più che il Paese delle idee e dei progetti sta polverizzandosi. La sua classe politica appare fragile, impreparata, superficiale. Quando non burbanzosa, cinica, affarista. E’ dunque l’ora di recuperare -mettendo al bando le strumentalizzazioni da comizio- il Vangelo della vita, così da conferire a ogni nuovo che venga al mondo il significato semplice di dono. Un dono gioioso, regalo di speranza e audacia, come insegna la Sacra Scrittura.

Sempre Bassetti racconta, da vescovo di Perugia e sul settimanale delle diocesi umbre La Voce: “Sono nato durante la seconda guerra mondiale in un mondo di macerie, poverissimo eppure ricco di umanità. Mi ha insegnato che il saper condividere è fonte di sviluppo e che la vita non è soltanto mistero, ma anche sorgente di ricchezza. Talvolta immateriale, relazionale e morale. Una ricchezza concreta che implica scambio solidale tra generazioni, necessità di produzione, sviluppo dei consumi e dinamismo economico”.

Dinamismo economico, cioè lavoro. Se manca, nessuna famiglia è in grado d’esprimere il suo potenziale, di badare a sé stessa, d’entrare in virtuoso circolo con le altre. Con il Paese. Qui sta l’urgenza dell’intervento governativo, svolto a fatti anziché a parole, e per il merito di personalità d’alto profilo. Competenti. A proposito della categoria, una citazione arriva dal cardinale. Nel ’54 Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, consegnò le chiavi delle prime abitazioni sulle rive dell’Arno esponendo tre concetti fondamentali nel rapporto civis-civitas. Primo: ogni casa è una badia, un giardino che produce fiori e frutti. Secondo: i bambini, germogli nuovi, vanno custoditi come la ricchezza suprema della città intera. Terzo: gli anziani devono trovare conforto sereno, e amoroso tramonto.

Parole che meritano il ripescaggio dal deposito storico-culturale dove sono state marginalizzate da chi siede a scrivanie decisionali. Non ce ne sono altre capaci di rappresentare la nostra possibile estate. Cioè il sogno che ne ricompaia una, archiviato il freddo dell’infezione, delle tragedie, del misunderstanding sulla vocazione dell’uomo. L’estate della guarigione dall’egoismo. Per chiudere con il pensiero di Bergoglio: peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla.

ps

Prudenza e timore, forse inerzia e altro, trattengono molti fedeli dal ritorno alla messa nel post-Covid. I vescovi lo chiamano smarrimento. A vincerlo, volgendo la circostanza sfavorevole in opportunità, potrebbe essere una maggior pratica della ‘Chiesa in uscita’, cara al Papa. Se gli altri non vengono da te, vai tu da loro. Una sorta di nuova socialità religiosa, che inquietudini e paure sollecitano: cambia la comunicazione tra le persone, perché non cambiare le modalità di comunione? Nel rispetto dei tradizionali capisaldi, il cristianesimo ha l’occasione/il dovere /la missione di rinnovarsi nell’annuncio alle genti. O no?

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