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Apologie Paradossali

QUALCHE DOMANDA

COSTANTE PORTATADINO - 24/07/2020

direttoriocatechesi(O) Per l’ultima prima della sosta occorre fare un bel bilancio post-covid.

(S) Meglio un bel bilancio post-Recovery (non è tutt’oro quel che luce).

(C) Ambedue troppo impegnativi, sia per la difficoltà dell’argomento, sia per il tempo a disposizione. Se guardassi solo alla voglia, mi piacerebbe fare un bilancio di questi anni di Apologie Paradossali, magari per trovare  il giudizio e la forza di smettere. Scrivere è un po’ come una droga: quando prendi l’abitudine la fatica diventa la tua ricompensa, ancora prima di vedere e valutare i risultati e la loro insufficienza. Ma sarebbe un lavorone, veramente troppo impegnativo. Prendiamoci tutto il resto dell’estate  e presentiamoci a settembre con un consuntivo onesto  e un preventivo ragionevole. Per ora mi accontento di porre a voi due e agli amici di RMFonline, in primis a Direttore ed Editore, qualche domanda.

L’intento e il metodo di APOLOGIE PARADOSSALI,  sono stati sviluppati in modo chiaro e coerente, così da far capire ai lettori la necessità di non ripetere soltanto gli argomenti della propria parte culturale e politica ma di ascoltare gli argomenti degli oppositori e  di aprirsi ad un confronto, senza ridurre a macchiette le figure del conformista (S)  e del sognatore (O) e senza  fare dell’autore  (C) un maestrino saccente,  mediatore  di opinioni esageratamente opposte e idolo del giusto mezzo?

Si sostiene giustamente che il compito del giornalista è di far capire alla gente comune quello che succede, SEMPLIFICANDO il racconto dei fatti; noi invece abbiamo voluto fare il contrario, cercare di far capire i fatti APPROFONDENDONE le ragioni, quindi complicandone il racconto; esperimento riuscito?

Come affrontare il tema delle prossime elezioni comunali: su questo stesso  mezzo di comunicazione il dibattito è già iniziato. A me pare non troppo bene, nei termini del posizionamento politico e non delle direttici politiche del lavoro amministrativo; può tornare utile il paradosso decritto dal titolo ‘L’ESTREMISTA DI CENTRO’ volendo descrivere con questo apparente ossimoro la pretesa  di privilegiare le proposte di contenuto rispetto a quelle di schieramento ?

Più in generale: come si parla alla città? Non intendo solo la stretta area comunale del capoluogo, ma quell’orizzonte omogeneo, culturale e sociale che ha strette relazioni umane e lavorative. LETTERA ALLA CITTA’, l’iniziativa voluta da monsignor Panighetti non potrebbe trovare una voce sufficientemente omogenea nell’ambito di RMF e RMFonline?

Come trovare la maniera di COINVOLGERE IL PUBBLICO nella ricerca di risposte ai problemi della città, senza cadere nel pessimo risultato, troppo comune a blog, twitter eccetera di dar voce quasi solo ai rancori, alle  fantasie improbabili, alle battutacce inutili, alle perfide insinuazioni, ai puri e semplici insulti degli interlocutori improvvisati, nascosti da un nickname?

Il NUOVO DIRETTORIO PER LA CATECHESI può essere l’occasione per un lavoro comune di sacerdoti e laici sulla propria fede e sulla cultura che da essa si genera, prima di applicarsi alla formazione di bambini e giovani negli ambiti istituzionali?

Entrando nel periodo delle vacanze abbiamo tutti una possibilità di riflessione più calma, serena e probabilmente efficace.  Posso augurarmi di ricevere qualche commento e perfino un suggerimento dagli amici e dalle amiche di RMFonline?

Auguro a tutti pensieri sereni e una buona ri-creazione.

Costante (includente Sebastiano Conformi e Onirio Desti)

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