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Attualità

I TAMPONI DEL PAPA

SERGIO REDAELLI - 18/09/2020

papa

Il Papa con la mascherina nella foto di Alessia Giuliani pubblicata da Famiglia Cristiana

Uno stretto collaboratore del papa contagiato dal coronavirus. Si tratta del cardinale filippino Louis Antonio Tagle, 63 anni, presidente di Caritas Internationalis e prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, la potente ex Propaganda Fide che coordina le attività missionarie di oltre un migliaio di vescovi. Tagle, arcivescovo emerito di Manila, bergogliano e soprannominato il “Francesco asiatico” (anche se fu nominato da Ratzinger nel suo ultimo concistoro), considerato uno dei papabili al prossimo conclave, è risultato positivo al tampone faringeo effettuato al suo arrivo nella capitale delle Filippine il 10 settembre.

Non ha sintomi ed è in isolamento a Manila, spiega l’ufficio stampa vaticano. Il porporato era stato ricevuto in udienza dal papa il 29 agosto, ma il contagio pare sia avvenuto successivamente. Il 7 settembre, infatti, Tagle aveva effettuato il test sierologico a Roma con esito negativo. Francesco avrebbe comunque sostenuto un nuovo controllo dopo che in marzo, in seguito ai primi casi in Vaticano, si era sottoposto al tampone risultando negativo. Con il nuovo allarme sono scattate le verifiche di quanti sono entrati in contatto con il “ministro” pontificio prima della partenza, a cominciare dal Collegio filippino dove alloggia.

Resta altissima, in Vaticano, l’attenzione per prevenire i rischi della diffusione del virus. Dall’inizio dell’epidemia ci sono stati dodici contagi con altrettante guarigioni e nessun decesso. Meno di un mese fa sono riprese nel cortile di San Damaso le udienze generali di Francesco, rispettando rigorosamente i protocolli di sicurezza e la regola del distanziamento fra i fedeli. Per la prima volta, qualche giorno fa, il papa si è mostrato con la mascherina all’interno della sua auto mentre arrivava all’udienza. Non era mai accaduto prima e la fotografa Alessia Giuliani è stata lesta ad immortalarlo. Si è anche igienizzato le mani con il gel e ha mantenuto le distanze nell’incontro con i fedeli.

 Li ha invitati a “non ammucchiarsi” e a prendere posto sulle sedie, ma ha accettato di buon grado i doni e indossato gli zucchetti che gli venivano offerti. Bergoglio non sottovaluta i pericoli. “La salute è un bene pubblico”, ripete spesso ammonendo i fedeli a non dimenticarlo. E nel corso delle udienze che si tengono nel palazzo apostolico non rinuncia a ribadire i ben noti principi di uguaglianza fra persone che appartengono a differenti ceti sociali: “Sarebbe triste se nel distribuire il vaccino si desse la priorità ai più ricchi e se il vaccino diventasse proprietà di qualche nazione e non di tutte”.

“E che scandalo sarebbe – aggiunge – se tutta l’assistenza economica, la maggior parte della quale è sostenuta con il denaro pubblico, si concentrasse nel riscattare industrie che non si interessano agli ultimi. La pandemia ha messo in rilievo e aggravato i problemi sociali, soprattutto la disuguaglianza. Alcuni possono lavorare da casa, mentre per molti altri questo è impossibile. Certi bambini, nonostante le difficoltà, possono continuare a ricevere un’educazione scolastica, mentre per tanti altri si è interrotta bruscamente. Questi sintomi di disuguaglianza rivelano l’esistenza di una malattia sociale”.

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