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Pensare il Futuro

DOLCE CONFLITTO

MARIO AGOSTINELLI - 02/10/2020

Alexander Langer e Giorgio Nebbia (da “Il Popolo Veneto”)

Alexander Langer e Giorgio Nebbia (da “Il Popolo Veneto”)

Appena di ritorno dai Colloqui di Dobbiaco del 26-27 Settembre, dove una nutrita assemblea, posta a prudenziale distanza in una grande sala, ha riflettuto insieme ad autorevoli interlocutori su cosa significa la pandemia, che tutti sperano si plachi prima possibile, per l’epocale crisi del caos climatico che continuerà a dominare i prossimi decenni, ripenso a due grandi precursori dell’ecologia integrale, la stessa che con insistenza predica papa Francesco: Alexander Langer e Giorgio Nebbia, maestri e compagni, ma anche amici fraterni, generosi, esemplari che ancora illuminano le nostre azioni. Volti e voci che chiamano alla comprensione e alla responsabilità, alla solidarietà e al prendersi cura, ed alla resistente mitezza che ad ogni violenza si oppone; volti e voci che chiamano alla condivisione del bene e dei beni, alla lotta contro ogni abuso e contro ogni ingiustizia; volti e voci che chiamano alla nonviolenza.

Nel loro ricordo continuiamo nell’impegno contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni, ma, in particolare, in difesa della biosfera e dell’intero vivente in essa.

È stata una sorpresa trovare piena continuità tra l’intensità del loro messaggio, indiscutibilmente profetico e gli spazi di opportunità che si sono aperti negli ultimi mesi tanto difficili e drammatici della pandemia, ma anche carichi di potenzialità per una profonda trasformazione dei modi di vita, dei fini del lavoro, delle modalità di spreco e consumo. Ho ascoltato dai relatori dei Colloqui di Dobbiaco 2020, contributi innovativi al dibattito su come comprendere gli eventi e come agire per il futuro che vogliamo, ma, soprattutto, su cosa si dovrebbe fare per dare una possibilità di buona vita alle nuove generazioni. Partecipando alla tavola rotonda finale ho provato a portare due riflessioni che mi riportano ad Alex e Giorgio:

  • Siamo esseri sociali e solidali. Non parliamo quindi di “vie di fuga” nel senso che dobbiamo scappare. Non si può scappare dai cambiamenti climatici. Abbiamo un solo clima. Piuttosto dobbiamo trovare vie d’uscita che ci portano in una situazione più sicura. Ci sono due modi di fare ciò. Si può fare niente, come stiamo facendo oggi, accettando le conseguenze del cambiamento climatico oppure rendendosi conto che dobbiamo fare una svolta radicale nel modo in cui viviamo per ridurre la concentrazione di gas serra nell’atmosfera. Ma è troppo tardi per mezze misure, occorrono azioni forti e radicali per fermare i cambiamenti climatici.
  • ll problema è che tutti vogliono trovare una soluzione semplice, con meno cambiamenti possibili, per poter grosso modo continuare a fare come abbiamo sempre fatto, continuare a bruciare carburanti fossili in una società che continua a produrre e consumare come quella di oggi. Più tempo passa con questa ricerca per una risposta semplice più la situazione diventa critica. La soluzione semplice che ci permetterebbe di vivere la vita di oggi non esiste perché stiamo calpestando i limiti della natura. Non esistono alternative a una riduzione drastica del nostro consumo di energia e materie prime. Però questo non significa che la vita sarà più primitiva, più dura, meno accettabile. Non esiste nessuna necessità in questo senso. Parliamo di una questione di valori; del valore che attribuiamo allo stare insieme, stare in famiglia, al vivere insieme, fare sport, praticare la nostra fede, la svolta verso un apprezzamento di attività non materiali. Se non cambieranno gli standard della nostra vita non esiste possibilità di andare avanti.

Dentro questo quadro Langer e Nebbia parlavano con molta proprietà di linguaggio e pregnanza di significato di aprire un conflitto dolce.

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