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In Confidenza

DONO E RESPONSABILITÀ

Don ERMINIO VILLA - 30/10/2020

pescatoriUn’altra parabola parla di una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci; quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni e buttano via i cattivi. Il breve racconto presuppone che chi ascoltava le parole di Gesù avesse familiarità con le scene di pesca sul lago di Tiberiade o della zona di Gennesaret. Si trattava della pesca “a strascico: la rete, trascinata da due barche, aveva una grande estensione e raccoglieva tutti i pesci che si trovavano nell’area compresa. Arrivati a riva, si raccoglieva la rete in un cerchio che diventava sempre più stretto. Poi si passava alla separazione in base a due criteri: da una parte i pesci commestibili e quelli puri, come diceva la legge mosaica; dall’altra gli altri “che non valgono nulla” e sono detti impuri, vengono subito buttati.

L’orientamento della parabola, come in quella del buon grano e della zizzania, è nel commento finale: “Così sarà alla fine del mondo: verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni. In questo modo viene precisato il compito attuale della Chiesa: gettare la rete per riempirla di ogni specie di pesci. La separazione, che spetta a Dio, si farà al giudizio finale. Siamo tutti oggetto della gratuita e misericordiosa salvezza da parte di un Dio paziente che ci accompagna fino al momento in cui si realizzerà il discernimento finale e definitivo.

Si tratta di un avvertimento per non abbandonarci a false sicurezze. I veri discepoli sanno ricercare o verificare la loro “sapienza”, come Salomone, nell’adesione attiva e perseverante al loro unico “tesoro” e alla loro “perla” di inestimabile valore, cioè alla volontà di Dio, rivelata definitivamente dal suo Figlio Gesù. Nella vita cristiana occorre una decisione vera per Dio, che va continuamente rinnovata. Come si deve fare manutenzione della amicizia, della relazione coniugale e con i figli, così si deve fare “manutenzione” della relazione con Dio, rinnovando di continuo la decisione iniziale, la quale non va da sé.

In Matteo 25 il giudizio è descritto come una separazione di tutte le genti davanti al trono glorioso di Dio. Nessuna razza o categoria di persone potrà sfuggire al rendiconto finale. Tutti saranno ordinati in uno o due gruppi; quelli che andranno col Signore e quelli che andranno lontani da lui. I giusti sono i credenti, i figli del regno; gli empi invece, cioè i malfattori, i maligni, i corrotti, gli immorali… non saranno accolti. Ognuno avrà quello che merita. Per questo attraverso la parabola Gesù avverte del pericolo che incombe sugli increduli per le loro azioni cattive e incoraggia i giusti a non seguirne gli esempi.

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