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Società

LO SFORZO IMPRODUTTIVO

LUISA NEGRI - 06/11/2020

anzianiCi risiamo. Ed ecco che – nella nuova fase del Covid – si è ritornati a parlare degli anziani a sproposito. È vero che la sconsiderata boutade di Toti, governatore della Liguria di tenere in casa gli over 70 perché “non sono indispensabili allo sforzo produttivo del Paese”, è stata subito rimangiata dal suo autore, costretto a chiedere scusa per la levata di scudi e poi smentito anche dalla posizione del governo Conte. Il Premier neppure ha preso in considerazione l’infelice uscita e le parallele proposte del brioso trio governatoriale Toti, Cirio, Fontana.

Ma dispiace costatare come continui ad essere difficile far capire, a una società così poco attenta e solidale, quanto importante sia il consenso di tutti nel riconoscere il ruolo che ciascuno ha all’interno della stessa. Se i giovani hanno il merito della sveltezza e della freschezza, ai vecchi va riconosciuto il doppio impegno di una vita – sul lavoro e in famiglia – esteso, oltre che ai figli, ai nipoti da loro sempre più accuditi come tali. E anche la consolidata professionalità, quella acquisita sul campo e maturata poi negli anni. E ancora, la saggezza derivante dalla conoscenza e dal tempo che aiuta. Tutto questo dovrebbe pesare, e farli ritenere fondamentali in una società che desidera guardare avanti.

Se il governatore ligure avesse riflettuto prima di parlare, avrebbe potuto pensare all’esempio di Renzo Piano, esimio architetto di 83 anni, che, a beneficio della sua città, ha fatto rinascere, con generosità, dedizione e sapienza, il ponte Morandi, proprio quello miseramente e drammaticamente crollato sotto l’amministrazione Toti.

O alle migliaia di medici specialisti, oltre i sessanta e settanta anni, che già si sono adoperati, e ancora stanno combattendo contro il virus nelle corsie degli ospedali, dove sono stati richiamati dai colleghi. O ai tanti volontari in età di pensione che offrono disinteressatamente il loro aiuto alla Croce Rossa, col coraggio di essere in prima linea. La storia del secolo scorso, in particolare, racconta poi di grandi vecchi che hanno salvato le sorti del mondo, in ogni campo.

Distrazione o prevenzione? Cosa anima chi non vede i meriti e le competenze dell’altro, il diritto insomma ad essere considerato per quanto si è davvero? Solo distrazione o anche mancanza di solidarietà? Quella solidarietà invocata dalla ministra Lamorgese, che è stata accusata dalla destra salviniana -nutrita negli anni da selfie e apericene- di non esser all’altezza del suo compito. Mentre è costretta a battersi, in questo momento di difficoltosa emergenza, contro il menefreghismo e l’indisciplina di chi, non volendo accettare le regole, addirittura le nega, servendosi anche della violenza dei più prepotenti per confondere le acque.

È tempo che i saggi, e tutte le persone libere, ascoltino e invochino a chiare lettere il rispetto dei diritti degli altri, non di fare quello che si vuole, ma quello che è opportuno fare. E diano voce alla verità e alla solidarietà. Come ha fatto in questi giorni anche il nostro, a proposito di grandi vecchi, settantanovenne Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La solidarietà, attenzione, non è un atto di pietà, è il giusto riconoscimento del valore e del ruolo di ciascuno nella società, nella paritaria condivisione dell’impegno richiesto dal momento storico.

Diversamente si ricade in imboscate pericolose che la Storia ci ha già tristemente rappresentate in passato.

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