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Opinioni

LA BRUTTINA STAGIONATA

FLAVIO VANETTI - 06/11/2020

L’ex Caserma Garibaldi

L’ex Caserma Garibaldi

“Eh, ma Varese è davvero bruttina”. Mentre svolgeva le sue mansioni di volontaria del Fai a Villa Panza, mia moglie nei giorni scorsi si è imbattuta in una ex compagna dei tempi del liceo a Torino. Questo è stato il commento quando ha appreso che vive qui. Enrica ha ovviamente difeso la nostra città e io le ho anche chiesto se, per caso, non ha mandato al diavolo l’amica. Però, pensandoci bene, forse la tipa non ha tutti i torti: la stessa idea se l’è fatta pure una mia conoscente, il cui figlio sarà assistito per un paio di anni in una comunità; la mamma, proveniente da Brescia, ha avuto l’infelice idea di parcheggiare nella zona di via Carcano, dove un parking provvisorio è stato ricavato sui ruderi della ex Traferri. Diciamo che ci sono viste migliori per gli occhi…

Eh sì, Varese, purtroppo, ha perso molto del suo smalto. Ci sono perle (e Villa Panza è una di queste), ma anche tante e clamorose toppe. Prima di tutto l’accoglienza: l’accesso principale è da un raccordo autostradale obsoleto e trasformato spesso in discarica, senza che se ne venga capo su chi e come deve preoccuparsi che il biglietto da visita raggiunga un tale livello di indecenza. Poi c’è il seguito: via Magenta – che forse sarebbe stata da riasfaltare in priorità – è un campo di patate disseminato di buche e pezze che butterano l’asfalto. E se uno alza lo sguardo vede anche quel caseggiato (sopra il gommista) scrostato e lasciato andare alla malora perché le padrone dello stabile sono anziane e non vogliono spendere soldi per rifare la facciata (la legge dà loro pure ragione: seppur per pochi metri, quell’edificio è esterno all’area nella quale scatterebbe la disposizione sul decoro civico).

Non è finita. Andiamo avanti con l’elenco? Ecco lo stabile dell’ex Consorzio agrario, ristrutturato anni fa ma mai più riaperto, il triangolo Via Piave, via Medaglie d’oro, via Magenta (fronte ex Caserma) dove il commercio è semi-morto, dove sarebbe forse necessario rivedere la circolazione per rivitalizzare un’area depressa e dotarla di nuovo di parcheggi; ecco il comparto Caserma-Piazza Repubblica-Stazioni, dove finalmente si stanno muovendo i lavori per il nuovo look, ma dove ancora insistono un sacco di aree degradate.

Ecco la malinconia di un centro che ha perso un sacco di esercizi commerciali di qualità (le vetrine vuote ex Nisca ed ex Boggi, per dire, sono un pugno nell’occhio nella piazza che è il cuore della città), ecco brutture istituzionalizzate come l’area ex Aermacchi e Casti-Group (ma davvero l’hanno rilevata i bresciani? Quando si comincia a rimetterla a posto?), ecco la citata area Carcano, la piazza realizzata da Marcello Morandini e lasciata andare al diavolo perché insiste in un punto privato e non pubblico (e gli edifici che la circondano sono pure un obbrobrio), ecco testimonianze del passato che tra poco crolleranno (mi inferocisco tutte le volte che, all’inizio di viale Aguggiari, vedo la ex stazione del tram conciata in quel modo), ecco l’annosa questione del teatro, ecco il reiterato e colpevole mancato rilancio del Campo dei Fiori per fare della montagna – in ticket con il Sacro Monte – un asset vincente, ecco una sciatteria diffusa che non si ha nemmeno l’intuizione di eliminare con procedure urgenti (altro esempio: chi sale dal tribunale a Biumo Superiore e alle ville Panza e Ponti si imbatte in una strada che, se non è stata sistemata in questi giorni, può sfasciarti le gomme tanto è in condizioni pietose).

Sì, Varese purtroppo è bruttina (non lo era, lo è diventata) e in molte parti inaccettabilmente sporca. E anche se ci sono state e ci sono iniziative per aggiustarla in qualche punto (penso all’ex area Enel, ai programmi su Villa Mylius e confido che il nuovo look del comparto Repubblica-Stazioni sia accattivante), mi pare che sconti decenni di incuria istituzionale. Non ne sto facendo una questione di colore politico e di giudizio dell’attuale giunta (che non può essere colpevole per errori e omissioni del passato, ma che secondo me avrebbe dovuto e potuto fare di più): l’onda è lunga, la malattia dura da tanto tempo. Temo che pure la terapia non sarà breve.

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