Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

In Confidenza

DARE E RICEVERE

Don ERMINIO VILLA - 06/11/2020

madreteresaNel giorno del giudizio il Figlio dell’Uomo riunirà attorno a sé le nazioni del mondo e separerà le persone, come fa il pastore con le pecore e i capri. Lui sa discernere, senza sbagliare. Gesù non giudica né condanna, ma separa: è la persona stessa che si giudica e si condanna per come si è comportata coi piccoli e gli esclusi.

“Avevo fame, sete, ero straniero, nudo, malato, in carcere”. Lo sguardo di Gesù si posa sempre, in primo luogo, sul bisogno dell’uomo, sulla sua povertà e fragilità. Egli va alla ricerca del bene fatto in vita: mi hai dato pane, acqua, un sorso di vita, e non – come ci saremmo aspettati – alla ricerca dei peccati e degli errori umani.

Ed elenca sei opere buone che rispondono alla domanda su cui si regge tutta la Bibbia: che cos’hai fatto di tuo fratello? Quelli che Gesù indica non sono grandi gesti, ma gesti potenti, perché fanno vivere: infatti nascono da chi ha lo stesso sguardo di Dio.

Grandioso capovolgimento di prospettive: Dio non guarda il peccato commesso, ma il bene fatto. Sulle bilance di Dio il bene pesa di più. Bellezza della fede: la luce è più forte del buio; una spiga di grano vale più della zizzania del cuore.

Cosa rimane quando non resta più niente? Rimane l’amore, dato e ricevuto. In questa scena potente e drammatica, che poi è lo svelamento della verità ultima del vivere, Gesù stabilisce un legame così stretto tra sé e gli uomini, da identificarsi con loro: “Ciò che avete fatto a uno dei miei fratelli, l’avete fatto a me!”.

Si tratta di una grandiosa dichiarazione d’amore per l’uomo: ‘vi amo così tanto, che se siete malati è la mia carne che soffre, se avete fame io ne patisco i morsi, e se vi offrono aiuto, sento io tutte le mie fibre gioire e rivivere’. Uomini e donne sono la carne di Cristo. Finché ci sarà uno solo ancora sofferente, lui sarà sofferente.

Nella seconda parte del racconto ci sono quelli mandati via, perché condannati. Che male hanno commesso? Il loro peccato è non aver fatto niente di bene. Non sono stati cattivi o violenti, non hanno aggiunto male su male, non hanno odiato; ma non hanno fatto nulla per i piccoli della terra, indifferenti. Non basta essere buoni solo dentro, e dire: io non faccio nulla di male. Perché si uccide anche con il silenzio. Non impegnarsi per il bene comune, per chi ha fame o patisce ingiustizia, stare a guardare, è già farsi complici del male, della corruzione, del peccato sociale, delle mafie.

Il contrario esatto dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza, che riduce al nulla il fratello: non lo vedi, non esiste, per te è un morto che cammina. Questo atteggiamento papa Francesco l’ha definito «globalizzazione dell’indifferenza». Il male più grande è aver smarrito lo sguardo, l’attenzione, il cuore di Dio fra noi.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login