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Urbi et Orbi

COLLETTA CARD

PAOLO CREMONESI - 20/11/2020

colletta“Cambia la forma, non la sostanza”. Con questo slogan il Banco Alimentare si prepara a dare vita alla tradizionale Colletta che quest’anno, anziché l’ultimo sabato di novembre, sarà spalmata dal 21 del mese sino all’8 Dicembre.

 “Le circostanze “spiega il Presidente Giovanni Bruno “ci inducono a cambiare le modalità della raccolta per garantire il massimo della sicurezza. Potremmo parlare di una Colletta ‘dematerializzata': le persone saranno invitate non ad acquistare direttamente generi alimentari, ma delle ‘card ‘ disponibili alle casse dei supermercati e corrispondenti a determinate quantità di un paniere di prodotti. Hanno il valore di 2, 5 o 10 euro e possono essere comprate già ora sul nostro sito”.

Arrivederci dunque, a Roma come a Varese, agli scatoloni, ai sacchetti e pettorine gialle, ai volantini, ai barattoli, alle bottiglie di olio o passata, ai gruppi festanti di ragazzi che all’ingresso del supermercato proponevano l’acquisto di generi di prima necessità. In questo modo l’anno scorso è stato possibile raccogliere in tutta Italia ben 8100 tonnellate di alimenti.

“Impossibile inscatolare, avvicinare i clienti, stoccare senza creare assembramenti: aumenta il livello di sfida con cui misurarsi “continua Bruno “perché sarà tutto meno scontato e più responsabile. Per il buon esito del gesto sarà fondamentale far conoscere come partecipare alla Colletta e diffondere nei giorni precedenti le nuove modalità di svolgimento tra parenti, amici, colleghi di lavoro, compagni di scuola. Viene messa in gioco la creatività di ciascuno che può tradursi in dialoghi, e-mail, messaggi WhatsApp, video sui social per raggiungere il maggior numero di persone “.

Riusciranno le ‘card’ a vincere la sfida? L’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, che ha partecipato a Milano ad un incontro di presentazione del gesto, è ottimista: “Mio padre-racconta- faceva il fotografo. Ed io restavo sempre affascinato da come, immersa nell’acido, la carta fotografica rivelasse lentamente l’immagine. Ecco, mi sembra che certi processi di solidarietà, come la Colletta, possano rivelarsi nel tempo una educazione permanente. Non a caso Papa Francesco nell’enciclica ‘Fratelli tutti’ definisce la solidarietà «un modo di fare la storia attraverso piccoli gesti che cambiano la realtà attorno a noi e che ci educano per primi a cambiare».

La pandemia sta però sferrando duri colpi alla tenuta economica e sociale del Paese. “I 1900 nostri volontari in ogni regione italiana” osserva Bruno “aiutano 8 mila strutture caritative (centri Caritas, mense per i poveri, Banchi di solidarietà, case famiglia). Dopo la prima ondata di Covid le richieste da parte degli enti sono aumentate di 500 unità e le persone raggiunte hanno superato i 2 milioni”.

Ma non si tratta solo di numeri “La nostra società – ragiona Giorgio Vittadini Presidente della Fondazione Sussidiarietà – rischia di rimanere prigioniera di una insicurezza esistenziale che già prima era in circolazione, ma che il Covid ha portato a galla. Per non restare bloccati nell’illusione che ognuno possa salvarsi da solo, dobbiamo uscire dalla gabbia dell’individualismo e riscoprire che l’altro è un bene, che mettendoci insieme vivremo più certi. La nostra insicurezza può diventare un’inquietudine buona, che ci spinge ad abbracciare chi incontriamo con un gesto di carità, capace di dilatare il cuore e di rimetterci in azione. Questa raccolta è certo una occasione”.

Colletta ‘card’: Più è difficile la sfida, più il nostro popolo è stato capace nel passato di compiere grandi gesti. Facciamo che sia così anche oggi.

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