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Opinioni

LA LUNGA CORSA

DAVIDE GALIMBERTI - 04/12/2020

varese“Zona arancione” o “zona a rischio elevato”. Il passaggio di cui siamo stati protagonisti domenica scorsa non deve essere frainteso: è un passo avanti, ma in un percorso che è ancora lontano dalla sua fine. È come in una lunga corsa. Abbiamo fatto il giro di boa, la strada sembra iniziare a scendere, le notizie che ci arrivano via radio – nel nostro caso gli sviluppi sul fronte dei vaccini – sono confortanti e ci fanno guardare al futuro con maggiore speranza. Gli ultimi chilometri, però, restano ricchi di insidie. Così la nostra attenzione deve rimanere elevata o, meglio, ancor più elevata di quanto non fosse prima. Perché la stanchezza, della corsa o di mesi e mesi vissuti con le limitazioni dettate dalla pandemia, inizia a farsi sentire, ma abbassare la guardia vanificherebbe tutto quello che abbiamo fatto fin qui.

Da domenica, dicevamo, siamo diventati “arancioni”. Hanno riaperto i negozi, sono tornati a scuola gli alunni delle seconde e terze medie, in città non serve più l’autocertificazione tra le 5 del mattino e le 22. Piccoli segnali di ripresa, soprattutto per i tanti commercianti cui sono stati chiesti grandissimi sacrifici nelle ultime settimane. Resta però ancora tanto da fare e, così, sarebbe come detto sbagliato pensare di essere già arrivati al traguardo.

Nella nostra provincia i contagi restano ancora molto alti e, così, tutti siamo chiamati a proseguire le buone pratiche che ci hanno permesso di arrivare fin qui. Distanziamento, mascherina, igienizzazione delle mani. Attenzione e prudenza. Erano le nostre armi principali negli scorsi mesi, devono esserlo oggi e dovranno esserlo anche in futuro. Quello che ci insegna il passaggio da “rosso” ad “arancione” è che le misure, se rispettate, consentono di abbassare il numero dei contagi e, di conseguenza, di alleviare il sovraccarico degli ospedali. Indietro, però, non vogliamo e non possiamo tornare. Semplicemente non possiamo permettercelo, né dal punto di vista sanitario e sociale, né da quello economico.

Anche le prossime feste saranno a loro modo “diverse” e a tutti noi sarà chiesto qualche sacrificio. Gli ennesimi sacrifici da inizio pandemia. La stanchezza si può far sentire, è normale. Ma abbiamo visto tutti dove possiamo arrivare, nel bene e nel male. Per questo l’attenzione e la prudenza ci devono guidare. Non pregiudichiamo il lavoro fatto, che ci ha permesso di essere qui ora. Persino nella pandemia abbiamo saputo dare il meglio di noi e, in questa settimana, anche la classifica sulla qualità della vita nelle province italiane pubblicata da Italia Oggi, che vede Varese recuperare 20 posizioni salendo dal 36esimo al 16esimo posto, premia i tantissimi sforzi che stiamo facendo. Nonostante il periodo difficile che stiamo vivendo, gli indicatori presi in considerazione rispecchiano una città che si è rimessa in moto e sta lavorando per migliorare il suo futuro anche in qualità di attrattore per nuovi residenti e possibili investimenti.

Come amministratori, da ultimo, stiamo cercando soluzioni per permettere la miglior ripresa possibile quando anche le scuole superiori riapriranno. Ci prepariamo al meglio perché non possiamo permetterci una terza ondata. Ci serve però il contributo di tutti. Varese ha fin qui fatto la sua parte e, come varesino prima ancora che come sindaco, sono certo che continuerà a farla. Per permetterci davvero di guardare al futuro con sempre maggiore fiducia.

Davide Galimberti, sindaco di Varese

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