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Ambiente

SCOSSA REGOLAMENTARE

ARTURO BORTOLUZZI - 18/12/2020

elettricaIl Comune di Varese cercando di perseguire l’obiettivo “Energia zero” e, se non altro, allo scopo di migliorare la qualità di vita dei varesini, ha provveduto a far posizionare in varie parti della città le colonnine per permettere il rifornimento rapido di auto elettriche. L’Assessore all’Ambiente del Comune di Varese aveva trovato un accordo con Enel energia sui luoghi dove mettere in città (da Piazza Monte Grappa al Sacro Monte) delle nuove colonnine di ricarica. Da articoli scaricati da Internet sempre datati l 2019, risulta, infatti, che il comune di Varese era quarto in Italia per auto ibride ed elettriche, se si considerava il rapporto con il totale solo nel parco macchine in circolazione nel 2018 in città. In un solo anno, infatti, il numero di queste vetture “green” era quasi raddoppiato, raggiungendo quota 1117.

La classifica nazionale, inoltre, vedeva la Città Giardino piazzarsi seconda in Lombardia, subito dopo Milano e davanti invece a tutte le altre grandi città. Lo studio dell’Aci si basava sui dati del parco auto nei capoluoghi italiani e vedeva in testa Bologna con il 2% di ibride ed elettriche sul totale delle vetture in circolazione, Trento con l’1,93%, Milano 1,67% e quarta Varese con l’1,63%.

Se prima si pensava che l’utilizzo delle auto elettriche fosse marginale, adesso è diventata una realtà. Ad occuparsi della questione ricarica di queste automobili ora dovrà essere non solo l’assessore alla Tutela ambientale, ma anche e soprattutto dovranno diventarlo il Sindaco con l’assessore alla Urbanistica. È, infatti, scaduto il 9 dicembre, il termine entro cui tutti i comuni devono aggiornare il proprio regolamento edilizio per recepire i nuovi criteri per l’integrazione, negli edifici residenziali e terziari, delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici. Più nel dettaglio, i regolamenti devono prevedere che, a partire dal 9 dicembre 2020 e ai fini del conseguimento dei titoli abilitativi, gli interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione importante di edifici privati, residenziali e terziari, rispettino i nuovi criteri per l’integrazione delle tecnologie di ricarica di veicoli elettrici. Criteri che sono stati introdotti dal Dlgs 48 del 2020 che ha recepito la direttiva Ue 2018/844. Non solo, se i regolamenti edilizi non vengono aggiornati entro la scadenza del 9 dicembre, le regioni possono annullare i titoli abilitativi che non rispettano le nuove regole per l’installazione di colonnine e infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici. Le regioni fanno appello ai poteri inibitori e di annullamento stabiliti nelle proprie leggi oppure all’articolo 39 del Tu dell’Edilizia che deve essere soddisfatta non solo negli spazi pubblici, ma anche in quelli privati.

Dopo il 10 marzo 2021, i progetti con permessi a costruire (o domande equivalenti) presentati dopo il 10 marzo 2021 devono rispettare i criteri introdotti dal Dlgs 48 del 2020 e, se il regolamento edilizio non è adeguato a tali prescrizioni, ai progetti difformi si applicano i poteri regionali di annullamento. Resta ferma la data del 1° gennaio 2025, entro cui gli edifici non residenziali con più di venti posti auto, anche se non oggetto di ristrutturazioni importanti, devono essere dotati di almeno un punto di ricarica.

I nuovi oneri scattano infatti per le ristrutturazioni importanti e non più per quelle di primo livello. In più, per gli edifici non residenziali viene meno la soglia dei 500 mq di superficie utile che, prima dell’entrata in vigore del Dlgs 48 del 2020, attivava l’obbligo di infrastrutturazione.
Per le definizioni di ristrutturazione importante e di primo livello, il riferimento è il Dm requisiti del 26 giugno 2015 (allegato I). Più nel dettaglio, la ristrutturazione è importante se l’intervento sull’involucro incide su almeno il 25 per cento della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio. Per la ristrutturazione di primo livello, invece, oltre ad un’incidenza su almeno il 50 per cento della superficie disperdente deve essere compresa anche la ristrutturazione dell’impianto termico. Ora, dunque, sono interventi di ristrutturazione più “leggera” a far scattare i nuovi obblighi di adeguamento.

I nuovi criteri per l’infrastrutturazione volta a favorire la mobilità elettrica sono contenuti nel comma 1-bis dell’articolo 4 del Dlgs 192 del 2005, introdotto dal Dlgs 48 del 2020. Gli edifici non residenziali con più di venti posti auto, come accennato, anche se non oggetto di ristrutturazioni, vanno adeguati dal 1° gennaio 2025. Negli edifici non residenziali, di nuova costruzione o oggetto di ristrutturazioni importanti, dotati di più di 10 posti auto, bisogna installare almeno una colonnina di ricarica e infrastrutture di canalizzazione per almeno un posto auto ogni cinque. Per canalizzazioni si intendono i condotti di cavi elettrici che servono a permettere, in una successiva fase, di implementare i punti di ricarica.
Negli edifici residenziali con più di 10 posti auto, di nuova costruzione o sottoposti a ristrutturazioni importanti, vanno installate, in ogni posto auto, infrastrutture di canalizzazione in modo da predisporre l’immobile all’implementazione di punti di ricarica. Sia per gli edifici residenziali che terziari, in caso di ristrutturazione importante, se il parcheggio è interno allo stabile, gli obblighi di adeguamento si applicano se gli interventi di ristrutturazione coinvolgono il parcheggio o le infrastrutture elettriche dell’edificio. Se invece il parcheggio è adiacente all’edificio sottoposto a ristrutturazione importante, le nuove prescrizioni scattano se l’intervento coinvolge il parcheggio o le sue infrastrutture elettriche (non le infrastrutture elettriche dell’edificio come previsto per le autorimesse interne).

Ho quindi scritto al Sindaco e all’Assessore all’urbanistica del Comune di Varese per chiedere loro se abbiano predisposto tutti gli interventi di legge. In questo modo si potrà consentire alla città di diventare accogliente per le auto elettriche con le quali si potrà dare uno scossone alla inversione termica che attanaglia nel periodo invernale la nostra città. Si viene, con l’inversione termica, a creare, quindi, un vero e proprio tappo che impedisce il ricambio d’aria, con un accumulo degli inquinanti in prossimità del suolo, dove la loro concentrazione, giorno dopo giorno, non potrà che aumentare. Tante sono le forme di malattia prodotte da questo fenomeno ambientale che la politica, di solito, valuta come una problematica non risolvibile attraverso una sua azione. Occorre a questo punto cercare di trovare, attraverso le innovazioni tecnologiche il miglioramento della qualità della vita di tutti, partendo proprio dalle autovetture e anche dagli impianti di riscaldamento.

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