Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

In Confidenza

BONTÀ SOVVERSIVA

Don ERMINIO VILLA - 15/01/2021

pubblicaniL’atteggiamento di Gesù che siede a tavola coi pubblici peccatori, coi collaborazionisti della potenza occupante (l’impero romano), i rinnegati e gli scomunicati, ai farisei risulta ripugnante. Costoro, uomini pii e giusti, credono di avere il monopolio dell’amore di Dio; ma la bontà del Signore che si manifesta nei gesti di Gesù, sovverte tutte le loro teologie e la loro giustizia. Devono ancora imparare una verità fondamentale: la religione è serva di tutti, ma padrona di nessuno.

Gesù si presenta come il medico che è capace di accostarsi alla malattia degli uomini senza venirne contagiato, ma vincendola: “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Ma sulla terra “non c’è nessun giusto, neppure uno” (Salmo 14), perché “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3,23). Il Signore è venuto per noi: è il medico e il salvatore di tutti. Però l’accolgono solo quelli che sanno di essere malati e perduti.

La medicina unica e universale che ci è data in dono è la misericordia del Padre. Perché Gesù è l’amore gratuito, la cui grandezza non è proporzionale ai meriti, ma al bisogno. Anzi, supera lo stesso bisogno perché il perdono è il super-dono, una misericordia infinitamente più grande del nostro peccato. La salvezza è accogliere la sua misericordia, sorgente della vita nuova di Dio.

Gesù non ha avuto nessuna difficoltà a condividere la tavola coi pubblicani e i peccatori, poiché il passato di tutte quelle persone non conta più; conta solo il presente fatto di gioia, di vita nuova e di comunione. Dove c’è il perdono di Dio, c’è un presente nuovo e un futuro diverso.

Avendo il compito di testimoniare l’amore di Dio, non dobbiamo temere di farlo tra quanti attendono di ricevere il suo perdono e la possibilità di una vita nuova, che comporta una definitiva rottura col passato, con la vecchia vita. Dio non ci ama perché siamo buoni, ma affinché lo diventiamo.

Gli scribi e i farisei, che si ritenevano maestri della religione, non ne erano però discepoli. Si credevano giusti perché osservavano formalmente tutte le leggi di Dio, tranne la più importante, che rende gli uomini simili a Lui: amare tutti con il suo stesso amore, che è direttamente proporzionale alla nostra non amabilità. Ecco l’insegnamento per noi: dobbiamo trattare i peccatori come ha fatto lui. Egli detesta il male proprio perché ama il malato. Odia il peccato perché ama il peccatore. Quando ameremo i fratelli con la tenerezza infinita del Padre, partendo dagli ultimi, allora sarà perfetto anche in noi l’amore del Figlio. Solo l’amore gratuito e misericordioso di Dio salva tutti.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login