Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Società

DERIVE

ROBERTO CECCHI - 22/01/2021

olocausto-981x540Qualche giorno fa la Spagna è stata investita da una violenta perturbazione atmosferica, con nevicate imponenti, come non succedeva da tempo immemorabile, che hanno bloccato il traffico, prodotto danni e costretto molte persone a cambiare momentaneamente le proprie abitudini. Qualcuno, l’abbiamo visto in televisione, si è messo addirittura gli sci ai piedi per girare per le strade delle città spagnole, dando una dimostrazione plastica della severità di questo eccezionale fenomeno climatico. Poi la perturbazione si è spostata ed è arrivata anche da noi, seppur in forma attenuata.

Quindi, non ci sarebbe altro da aggiungere se non le solite riflessioni che si fanno sul cambiamento climatico – uno dei topoi di questi anni – che sarebbe connesso anche alle nostre cattive abitudini, dovuto al poco rispetto che abbiamo dimostrato per l’ambiente. E invece, all’improvviso, son comparsi i negazionisti della neve, (“Questa è plastica, ci vogliono fregare“: in Spagna spuntano i negazionisti della neve, Il Fatto Quotidiano 15.1.2021). Non ci sarebbe stata nessuna nevicata. E le immagini che abbiamo visto in televisione non sarebbero altro che una bufala costruita a tavolino da qualcuno, non meglio identificato, per ingannare la gente. Non sarebbe neve quella che abbiam visto, ma semplicemente della plastica sparsa a bella posta (con tanto di video) solo per diffondere allarme nella popolazione. Insomma, non sarebbe successo proprio nulla. Non ci sarebbe stata nessuna nevicata eccezionale e quei ragazzi sugli sci non sarebbero stati altro che delle comparse.

È una notizia che non ha avuto una gran risonanza ed è stata derubricata tra quelle dei cosiddetti “negazionisti”, di quelle persone cioè che ad ogni piè sospinto ripetono “Io non ho visto, non c’ero, tutte le testimonianze e le altre fonti sono false o manipolate”. Negano l’evidenza dei fatti, come quelli che non credono che la terra sia una sfera. Ma sostengono che sia piatta e per questo vengono chiamati i “terrapiattisti” e non si limitano ad affermazioni di principio. Vogliono anche dimostralo, come ha fatto quella coppia di giovani del Veneto, che ha preso armi e bagagli ed è andata a Lampedusa, o giù di lì, perché erano convinti che da quel punto d’approdo avrebbero potuto vedere la fine della terra. Una forma di negazionismo naif, utile a farsi un bel giro.

Ma purtroppo, non si limitano a questo. I negazionisti hanno pure negato la Shoah. Secondo loro non ci sarebbe stato nessuno sterminio degli ebrei da parte dei nazisti e l’Olocausto non sarebbe mai avvenuto e sarebbe solo una costruzione giornalistica. Adesso negano la pandemia da Coronavirus. E negano anche la vittoria di Biden contro Trump. Negano che i riconteggi dei voti ci siano stati e che siano stati corretti. Una buona parte dei 70 milioni di votanti che han perso la contesa elettorale è convinto di questo. Negano i fatti. Negano i dati, negano la scienza.

Non si tratta di fenomeni nuovi. Anche in passato è successo qualcosa del genere, da noi e un po’ ovunque nel mondo, negli anni Trenta è accaduto che prendessero consistenza quei movimenti che “proclamavano l’inadeguatezza della ragione e del razionalismo e la superiorità dell’istinto e della volontà”, i vari fascismi (Eric J. Hobsbawm, 2020). Era una reazione contraria alla cultura positivista, che appare quasi inspiegabile, perché aveva portato solo dei gran benefici all’umanità (anche se inevitabilmente si crearono forti disparità). Era stata capace di dare uno straordinario progresso materiale, fondato sulla ricerca e sul metodo scientifico e invece si arrivò al “rifiuto del sapere scientifico-tecnologico da parte di consistenti fette dell’opinione pubblica e da parte di coloro che si ritengono le menti pensanti dell’Occidente” (Eric J. Hobsbawm, 2020). Prevalsero l’emozione e l’irragionevolezza.

Ovviamente, per fortuna, non c’è la possibilità che la storia si ripeta, ma il negazionismo non va sottovalutato o considerato un fatto di costume e magari farci un paio di risate. Sono fenomeni carsici, capaci di far affiorare tensioni irrazionali, potenzialmente destabilizzanti. In più, rispetto al passato, si possono avvalere di quello strumento formidabile che è l’uso della rete, con cui si arriva a ridosso di chiunque in un attimo, con una velocità impressionante e si mobilitano milioni di persone. Non ci sono molte difese contro derive di questa natura. Probabilmente (sarebbe meglio dire “sicuramente”), l’unica cosa da fare è investire di più in formazione, per riaffermare il valore della scienza, che in questo momento sta dando una dimostrazione di essere capace di risolvere i problemi veri delle persone, trovando in un attimo, come è stato fatto, un vaccino per la pandemia. Non lo avremmo risolto se ci fossimo affidati all’irrazionalità o agli sciamani, come a quel buffo signore, che si è messo a girare con tanto di corna nel parlamento americano, rendendosi protagonista di un atto ignobile.

Bisogna tornare alla cultura della scienza e dei fatti, come ha suggerito anche Barack Obama in una recente intervista a Repubblica (16.12.2020) “Non è solo un fenomeno americano [quello del negazionismo], ma un fenomeno globale, soprattutto a causa dei social media e di internet. Per questo una delle grandi sfide in tutte le nostre democrazie è: come tornare al punto in cui poter tutti far riferimento ai fatti?”

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login