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Politica

LA REGIONE KO

GIUSEPPE ADAMOLI - 29/01/2021

regioneAbituato a sottolineare le eccellenze della Lombardia (ci sono sempre state e ci sono ancora) ci penso cento volte prima di abbracciare il metodo della critica spietata. Sulla Lombardia società non cambio il mio registro assai positivo in quanto resta uno dei motori d’Europa.

Sulla Lombardia Regione, ahimè, il mio giudizio è decisamente cambiato. Sulla Sanità per la verità il dissidio era cominciato fin dai tempi di Formigoni ma era di carattere politico, e quini opinabile, non sull’efficienza dell’amministrazione.

Eravamo contrari, come ormai si sa bene, alla linea formigoniana e della Lega che avevano imboccato la strada dell’assoluta centralità degli ospedali, della trascuratezza della medicina preventiva e di base, dell’eccesso di privatizzazione.

Linee politico-amministrative, queste, non contrastate peraltro da larghe categorie mediche e confermate da una riforma Maroni che si è pure dimostrata fallace. Del resto la “sentenza” quasi liquidatoria di un paio di anni fa di Giorgetti sul ruolo di “passacarte” dei medici di base ribadiva questa strategia.

Da un po’ di tempo ecco il confronto con la dura realtà. I gravi limiti della Regione sul Covid 19 sono sotto gli occhi di tutti anche al netto delle difficoltà che ogni governo regionale avrebbe incontrato.

C’è solo da sperare che la sostituzione del direttore generale della Sanità, alcuni mesi fa, e dell’assessore Gallera, qualche settimana fa (dimostrazioni di grande inquietudine), siano la spia di un ravvedimento profondo. Faccio notare che cambiare il presidente della Regione non si può se non si vuole andare dritto-filato alle elezioni anticipate trattandosi di una norma costituzionale sull’elezione diretta.

Nella polemica in corso sono da sottolineare due fortissimi limiti/errori. Il primo è il pesante deficit della campagna di vaccinazione antinfluenzale con dei ritardi intollerabili di cui sono stati vittima molti lombardi. E adesso ci sono forti scorte di vaccino che andranno sprecate.

Il secondo, ovviamente, riguarda il caos dei dati a Roma sul numero dei contagi che ha determinato l’allocazione della Lombardia in zona rossa per una settimana con delle conseguenze economiche e sociali enormi.

La Regione cavilla su alcuni aspetti del sistema in vigore da mesi ma come mai è stata la sola fra le 20 Regioni italiane ad averlo male interpretato e applicato? Perché non se ne era accorta prima con la evidentissima contraddizione fra i dati allarmanti dei contagi e i dati ospedalieri meno pesanti?

La mail del direttore generale della Sanità, che il 19 gennaio comunicava le “modifiche sul conteggio dei pazienti guariti e deceduti”, dovrebbe tagliare ogni discussione sulle responsabilità. Ma ormai è tempo di passare oltre le polemiche e rimediare ai danni.

C’è da augurarsi che migliorino moltissimo sia la linea che l’efficienza della Regione ma la premessa è smettere il muro contro muro con l’Istituto Superiore di Sanità che vede la Lombardia tristemente isolata.

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