Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

PANTOMIMA

ROBERTO CECCHI - 05/02/2021

Fallisce anche l’integrazione cantieristica tra i Chantiers de l’Atlantique francesi e Fincantieri italiana

Fallisce anche l’integrazione cantieristica tra i Chantiers de l’Atlantique francesi e Fincantieri italiana

Se si trattasse di uno spettacolo d’intrattenimento, con tanto di nani e ballerine, per distrarci dalla pandemia, ci si potrebbe anche stare. Però, bisognerebbe dire anche quanto dura. Basterebbe sapere che c’è un primo e un secondo tempo e che, dopo gli applausi di rito, cala il sipario e si va tutti a cena (nel rigoroso rispetto delle zone). Se la crisi politica che stiamo vivendo, perfettamente allineata al Covid-19, dovesse essere questo, potrebbe anche essere un siparietto divertente. E non c’è motivo di pensare che sia qualcosa di diverso da questo, perché i problemi che dovremmo affrontare sono tali e tanti che non c’è proprio spazio per altro. Non c’è spazio per giocare a rimpiattino.

Prima di tutto, bisogna trovare il modo di rispondere agli ulteriori problemi che la pandemia propone. Non bastavano i morti, le sale di rianimazione e la clausura. Adesso, ci si mettono anche le società farmaceutiche a creare panico e sdegno. Bisogna fare qualcosa in più che una lettera di diffida dell’Avvocatura dello Stato alle società di produzione del vaccino, per invitarle a rispettare i patti. È evidente che qualcuno sta giocando sporco, contando ancora una volta sulla divisione tra paesi europei, in cui ciascuno gioca un po’ in proprio, dimenticando la forza straordinaria della coesione. Non devono avere cittadinanza i tentativi di far valere le regole del profitto, quando si sta discutendo della salute dei cittadini e mentre ci sono centinaia di migliaia di morti e di ricoverati. In questi casi deve intervenire, da una parte, il buon senso e la buona creanza per spiegare che così non si fa. Dall’altra, subito dopo, vanno introdotti argomenti più convincenti, ultimativi, per far capire che non c’è strada per nessuno che si comporti in questo modo. L’Europa, con l’accoppiata teutonica, sembra che qualcosa di buono stia facendo. Noi non ci siamo.

Poi, c’è da dare una risposta convincente al progetto di ripartenza del Paese (al Recovery Fund), quello che abbiam visto non convince, perché è al contempo troppo ampio e troppo vago. Dice molte cose, ma non dice qual è la cornice all’interno della quale ci si muove. Per fare una cornice convincente bisogna dire chiaramente qual è la diagnosi che si fa del sistema paese e qual è l’idea per venirne fuori. Non va messa una pezza, non bisogna pensare che ha da passa’ ‘a nuttata, perché stavolta ci sono gli strumenti per invertire la tendenza in maniera radicale e non vanno sprecati. Non basta dire, tanto per fare un esempio, che la pubblica amministrazione e la giustizia vanno riformate. Per essere credibili va detto cos’è che non va in quelle amministrazioni. Per ora, le diagnosi non ci sono o sono abborracciate, mentre è bene dire che sono più importanti le diagnosi dei progetti. I progetti si fanno sulla base delle diagnosi e se le diagnosi sono sbagliate anche il progetto sarà sbagliato. Le diagnosi lette finora sono acqua bagnata. Son più chiacchiere da bar sport che altro.

Bisogna anche essere più incisivi nei rapporti europei e dire con chiarezza ai nostri partner che bisogna avere comportamenti coerenti. Non è possibile che il Paese sia diventato una sorta di supermercato a disposizione di tutti (le nostre maggiori imprese son state tutte acquistate da soggetti esteri senza che sia stato mosso un dito), mentre quando succede qualcosa a nostro favore, finisce miseramente nel nulla. È di qualche giorno fa il comunicato congiunto d’Italia e Francia con cui si mette fine al contratto che prevedeva l’integrazione cantieristica tra i Chantiers de l’Atlantique francesi e Fincantieri. Era un accordo nato qualche anno fa, in cui si prevedeva che la nostra società sarebbe subentrata a un gruppo sudcoreano in fallimento (Corsera 28.1.2021). Non se ne farà di nulla, con la scusa che anche in questo caso sarebbe colpa del Covid-19. Sarebbero le mutate condizioni al contorno a motivare la decisione “Il mondo del 2021 purtroppo è diverso dal mondo del 2017 – dice il comunicato congiunto – quando era stato pensato l’accordo”. In realtà, s’è fatto melina per anni nel passaggio tra i presidenti Hollande e Macron, per non farne di nulla. E così, ci han portato via anche il mestiere su cui siamo maestri, giocare di rimessa.

Quindi, abbiamo parecchio di che occuparci (e ovviamente non è tutto), per cui, quello che sta (dis)facendo la politica non può essere altro che una pantomima. Ci aspettiamo di sentir dire che la ricreazione è finita e che si riparla di cose serie. Nell’interesse non dei garantiti da migliaia di euro al mese (magari anche con l’aiutino extra di qualche conferenza), ma di chi deve mettere insieme il pranzo con la cena. Di chi sta a piedi nudi nei campi gelati della Croazia. Di chi prende il mare su un barchino con questo tempo, nella disperata speranza di trovar pace.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login