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Apologie Paradossali

FIDUCIA

COSTANTE PORTATADINO - 12/02/2021

fiducia(S) … ma lo chiamavan DRAGO
Gli amici del club di Francoforte
 Dicevan ch’era un mago!

Questa parodia mi ritorna continuamente nell’orecchio. Tutte le speranze che l’incarico a Mario Draghi ha suscitato non devono finire come la storia di un Cerutti Gino qualsiasi.

In una notte scura
Tò, c’è lì un governo
Fingendo di non aver paura,
il Mario monta in fretta.

Anche per lui, come per il suo omonimo predecessore, Mario Monti, arriverà un giudice, prima o poi, e sarà il popolo italiano chiamato a votare e, a differenza di quello capitato al Gino, potrebbe non essere ‘buono’, come non lo fu per l’altro Mario.

Che cosa possiamo dire ai lettori, che come al solito ci leggeranno a cose fatte e che penseranno di noi che siamo sciocchi, sia che le nostre previsioni si rivelino giuste (troppo facile prevederlo) sia sbagliate (non ci azzeccano mai)?

(O) Capita quasi sempre, scrivendo di martedì per essere pubblicati il sabato, inutile lamentarsi. Io mi regolo così: non faccio previsioni, ma sogni, sempre di lungo periodo e di remota realizzazione, al massimo esprimo auspici, come hanno sempre fatto e continueranno a fare i politici già affermati, mentre quelli che devono ancora farsi le ossa di questi tempi … cercano solo di rompere quelle degli avversari. Oggi tutta l’Italia sogna.

(S) Questo spiega il probabilissimo successo di Draghi, non solo auspicabile, ma quasi irrimediabile per chi ne restasse escluso, tanto che mi rimane incomprensibile l’autoesclusione di Fratelli d’Italia, proprio nel momento in cui sembra realizzarsi una politica da “fratelli tutti”, benché troppo facilmente ottenuta per essere vera o almeno durevole.

(O) Rispondo però fin d’ora a Sebastiano, marcando una differenza tra il Mario e il Gino. Quello era un buono a nulla che s’illudeva d’essere un mago, questo ha subito detto: “Non sono Mandrake”. Guardiamo quindi, se non ai fatti, che ancora non ci sono, almeno alle premesse, che sono ottime, sia per il prestigio internazionale della persona, sia per quanto trapelato come programma.

(C) I fatti confermano il mio amore per il paradosso, smentiscono le opinioni comuni e ci prospettano un governo che più paradossale di così non si potrebbe immaginare. I due precedenti avevano in fondo una cosa in comune, attuavano entrambi il principio della politica più cinica: il nemico del mio nemico è mio amico, se non lo era lo diventa. Ricordate, dopo le elezioni del 2018 si parlava di duello anzi di ‘triello alla messicana’ ricordando “Il Buono, il Brutto, il Cattivo”? Arrivati al dunque si concretizzò l’alleanza con un nemico, che aveva il merito di essere anche nemico dell’altro nemico.

(O) Qui invece nessuno ammazza nessuno, cadono i pregiudizi e ci si divide il tesoro, da ‘tutti fratelli’, oppure c’è un nemico comune?

(C) Come spiegare certe miracolose conversioni? Una ipotesi troppo facile è che il nemico comune sia il covid, che infatti non c‘era nel momento di formazione dei due precedenti governi. O che sia proprio Conte, già nemico del PD, poi nemico del centro-destra, a essere diventato il nemico di tutti, nel momento in cui i sondaggi cominciavano a dare credito di un buon risultato ad un suo ipotetico partito, ma a danno non del suo nemico attuale, il centro-destra, ma dei suoi ‘amici’ M5S e PD? O che il nemico di tutti, tranne dei Fratelli d’Italia, siano le elezioni anticipate, cioè il popolo italiano nel suo complesso, stanco di non capire, non solo le ragioni della crisi, ma le pretese della politica, cioè della logica autoreferenziale di tutti i partiti?

(O) Forse quest’ultima è l’ipotesi più solida. Prendiamo ad esempio un mio sogno, di quelli veri, ad occhi chiusi, nel sonno profondo. Ero alla guida di un’auto, in una città sconosciuta, in un budello di vie e di vicoli da cui non riuscivo ad uscire, trovando sempre direzioni obbligate, divieti di svolta, sensi vietati. Dietro di me si era formata una colonna di auto, che mi seguiva pedissequamente, ma sempre più nervosa. Nessun aiuto da navigatori o mappe. Alla fine tutti scendono e se ne vanno a piedi, per vicoli stretti e scalette. Resto solo, su una panchina, le auto sono scomparse.

(S) Ah! Onirio ragiona meglio da dormiente che da Desti. Credo proprio che i politici si siano accorti di essersi infilati in un vicolo cieco, per riferirci al suo sogno. Ma basterà all’Italia e a chi tra gli elettori ha ancora l’uso della ragione, questa strumentale e apparente pacificazione? E basterà ai partiti aver lavorato insieme per qualche mese nella situazione di emergenza per continuare ad affrontare anche i problemi strutturali?

Le priorità di Draghi: VACCINI SCUOLA LAVORO, vanno bene a tutti, le riforme, PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, GIUSTIZIA CIVILE, FISCO, più o meno, anche loro, finché rimangono titoli e non scelte. Ma quando si dovrà fare sul serio, destinare le risorse del Recovery Fund, finanziare le infrastrutture, fare i conti con il debito pubblico, affrontare da un lato l’emigrazione illegale e magari renderla legale, che cosa succederà? Per non parlare dei temi di rilevanza etica.

(C) Quello che voi definite ‘rischio’ il lo chiamo ‘occasione’. La vasta maggioranza che sosterrà il governo Draghi potrà tollerare discrepanze interne, fino ad un certo punto, direi almeno fino a dieci o dodici mesi i mesi dalle nuove elezioni, prima che il fatale conflitto elettorale si manifesti in modo virulento. Nella mia esperienza, durante la prima repubblica questo rischio veniva spesso evitato, anticipando le elezioni al quarto anno. È stato possibile allora perché, direi per buona sorte, questa scadenza non trovò mai l’interferenza con il cosiddetto semestre bianco, l’ultimo del settennato del Presidente della Repubblica, in cui la costituzione gli impedisce di sciogliere anticipatamente le Camere. Perciò governo e forze politiche dovrebbero prendere buona nota di quanto detto da Mattarella alla celebrazione in memoria del Presidente Segni: Egli voleva introdurre il divieto di rielezione per il Presidente della Repubblica. Una volta stabilito questo principio, cadrebbe la necessità costituzionale del ‘semestre bianco’, che mira ad impedire un’azione del Presidente uscente volta ad assicurarsi un Parlamento favorevole alla sua rielezione. Credo che questo accenno non sia stato puramente celebrativo. Infatti il semestre bianco di Mattarella cadrebbe tra la seconda metà del 2021 e l’inizio del 2022, un momento che potrebbe rivelarsi già turbolento per le sorti del governo e priverebbe il Presidente in carica della principale arma di persuasione nei confronti dei partiti che volessero aprire una crisi ministeriale.  Questo esempio mi introduce al discorso che ritengo più importante: priorità e riforme annunciate e richieste da Draghi non saranno realizzabili e soprattutto non darebbero effetti duraturi senza una contemporanea RIFORMA DELLA POLITICA.

(O) Che cosa intendi? Renzi ci ha provato e abbiamo visto come è andato a finire, lui e la riforma.

(C) Finora tutti i tentativi sono stati fatti da una maggioranza che agiva ‘pro domo sua’, sia per riforme costituzionali, sia per leggi elettorali. Era così evidente la strumentalità che le reazioni del popolo in sede elettorale o di referendum confermativo li hanno vanificati. Ma questo potrebbe essere un momento favorevole, proprio perché nessuna forza politica potrebbe immaginare di trarne esclusivo vantaggio e forse, nel clima attuale, nemmeno vorrebbero pensarci. Per questo mi auguro che Draghi non si limiti a fare il risanatore delle finanze dello Stato.

Anche se non commetterà gli errori di Monti, avendo il vantaggio di una diversa natura della crisi attuale, cosa che gli consentirà di puntare sullo sviluppo economico e sociale piuttosto che sulla tassazione e sui tagli alla spesa pubblica, Draghi non deve sprecare l’occasione di ridare dignità a tutta la politica, facendo in modo che torni a meritare la fiducia dei cittadini, degli investitori interni e internazionali.

Il programma sottoposto ai partiti durante le consultazioni è indubbiamente centrato, ma se non riguadagna anche la FIDUCIA generale non potrà riuscire appieno. Faccio solo due esempi: l’Agenzia delle entrate lamenta di non riuscire a recuperare 100 miliardi di arretrati, d’altra parte, nelle banche ci sono altri 100 miliardi di denaro liquido non investito. Sono due ‘tesori’ che se fosse recuperati e messi a disposizione della ripresa darebbero all’economia e alla società uno slancio anche più grande di quello dato dall’uso, speriamo produttivo, di tutti i fondi europei. Ma la condizione affinché ciò avvenga è far crescere di molto la fiducia degli Italiani e degli investitori internazionali e non è possibile se non riuscendo a fare una riforma della politica che ponga fine a questa guerra di tutti contro tutti.

(S) Sarebbe davvero un drago, se ci riuscisse!

(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante

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