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Apologie Paradossali

NELL’ARMADIO

COSTANTE PORTATADINO - 19/02/2021

Lucia Azzolina e Patrizio Bianchi

Lucia Azzolina e Patrizio Bianchi

(S) Siamo alle solite Calimero! Dobbiamo scrivere di martedì per il sabato, senza sapere come andrà a finire. Ma oggi nemmeno io voglio che buttiamo là profezie su quanto succederà tra qui e venerdì, quando avremo capito la misura del successo di Draghi, che potrebbe essere assai minore e ben più precario di quanto non potessimo prevedere ieri. Ci siamo già sbilanciati troppo la settimana scorsa, auspicando, pur con la dovuta leggerezza, che accanto alle grandi riforme amministrative e ad una oculata gestione dell’economia, questo governo potesse dare il via ad una riforma della politica. Era meglio continuare il silenzio tanto voluto da Costante. Mi pento di avere forzato ad interromperlo.

(C) Non mi sono sentito forzato, pur continuando ad apprezzare la virtù del silenzio. Vedere una bella novità e tacere, non sarebbe stato giusto. Certo, la settimana scorsa anche RMFonline ha sovrabbondato di commenti e interpretazioni politologiche e non voglio aggiungerne altre. Voglio stare alla lezione impartitaci dal prof. Contri: la possibilità di fake news è sempre più grande, in quanto noi stessi ne diventiamo autori, accettando e diffondendo interpretazioni e mezze verità come se fossero verità indiscutibili. Dobbiamo accettare un po’ di travaglio (con la T minuscola) informativo, a governo non ancora nel pieno delle funzioni; ascolteremo con attenzione il discorso programmatico del Presidente del Consiglio e le dichiarazioni di voto dei partiti che lo sostengono; valuteremo con rispetto eventuali discordanze interne ai partiti di maggioranza. Non diamo perciò troppo peso alle schermaglie interne, quelle sulla mancata riapertura degli impianti sciistici per esempio, che sembrano eredità del passato e che dovrebbero essere superate da una vera gestione collegiale del governo, cui la personalità del presidente dovrebbe assicurare una forte impronta unitaria.

Al contrario mi sento di continuare ad indicare esigenze di impegni forti per il futuro, declinando almeno una parola tra le tre priorità indicate da Draghi: SCUOLA.

Ne abbiamo parlato spesso, sia in questa rubrica, sia in LETTERA ALLA CITTA’ e, pur temendo di non aver suscitato grande interesse in merito, se non per le controversie sulla didattica a distanza, ritengo che debba diventare la priorità delle priorità. Mi sono ricordato di aver conosciuto il Ministro Patrizio Bianchi molti anni fa, quando era un giovane collaboratore in università di Romano Prodi e cominciò a prodigarsi nell’aiutare lui, allora Ministro dell’Industria, e alcuni altrettanto giovani deputati della Democrazia Cristiana delle commissioni economiche del partito e del Parlamento. In quei tempi lontani si usavano ascoltare le categorie economiche, ma la risposta ai problemi non veniva affidata ad un twitter, ma si organizzava un convegno di studi, in collaborazione con le migliori competenze disponibili. Di qui la necessità di avere collaboratori competenti.

Quando ho saputo che avrebbe presieduto il Comitato di esperti “Scuola ed Emergenza Covid-19”, istituito dalla Ministra Azzolina lo scorso aprile, avevo pensato che ne sarebbe uscito qualcosa di buono. Poi me ne sono dimenticato. Solo oggi scopro, grazie ad un articolo su “Il Sussidiario” della attentissima Luisa Ribolzi, che il ‘Rapporto finale del comitato di esperti’ era stato consegnato alla Ministra Azzolina già il 13 luglio, ma non era stato pubblicato fino a sabato 13 febbraio. Che caso! Il presidente che ha redatto quel rapporto, infilato dalla Ministra in un cassetto nell’armadio del dimenticatoio, diventa a sua volta Ministro e subito il rapporto ricompare.

(O) Ma l’hai letto? C’è qualcosa di buono?

(C) Non ancora. Neanch’ io sono Mandrake! Ci vuole tempo, l’ho saputo tre ore fa, prometto che lo farò nei prossimi giorni e se sarà interessante ve ne darò conto. È una circostanza troppo felice per non doverla renderla nota immediatamente a studenti e insegnanti che in questi giorni ancora non sanno quando e come si avvieranno alla conclusione di un anno scolastico tormentato, non solo dal covid19, ma principalmente dal clima d’incertezza e in fondo di superficialità, che ha circondato tutta la loro esperienza scolastica.

(O) Secondo me, più ancora che le difficoltà di tipo materiale e l’incertezza organizzativa, ha pesato soprattutto sugli studenti, la forte impressione che il resto del mondo li considerasse poco importanti, come se la loro vita, di cui la scuola costituisce una parte esistenzialmente importante, avesse poco valore. Tutto merita giustamente ‘ristoro’, dal turismo allo sport, dagli aperitivi sui navigli agli impianti sciistici, da San Valentino al Carnevale, ma ancor di più meriterebbe attenzione il loro futuro e il senso della vita presente che ne è intimamente connesso. Il programma del Ministro Bianchi risponderà anche a questo?

(S) Io ne dubito fortemente, dopo banchi a rotelle e monopattini, continuo a dubitare che basti cambiare ministro per cambiare orientamento all’istituzione più statica, burocratica e sindacalizzata d’Italia. Il Ministero, che una volta si chiamava della Pubblica Istruzione, oggi siglato MIUR (istruzione, università, ricerca, ma già ‘spacchettato’, con un ministro per l’Università e la Ricerca) è una gigantesca piramide burocratica, una delle realtà con più dipendenti al mondo, gestita centralisticamente. Incapace di cambiamento, una balena arenata.

La cura c’è, era nota da tempo; si chiama autonomia. Si è cominciato a parlare di autonomia delle scuole cinquant’anni fa, finalmente si è fatta una legge nel 1997, all’interno dell’ambiziosa (ma dai risultati spesso discutibili) ‘Legge Bassanini’ di riforma della Pubblica Amministrazione, si è persino pubblicato un decreto attuativo in tempi ragionevoli, due anni dopo, tutte le scuole hanno prodotto il proprio POF, Piano dell’Offerta Formativa, che sarebbe dovuto essere il manifesto dell’identità di ogni singola scuola ed è diventato talvolta testimonianza della buona volontà e della preoccupazione educativa degli insegnanti, altrettante volte invece solo documentazione cartacea dell’italico motto “vorrei ma non posso”.

(C) Alle domande di Onirio e allo scetticismo di Sebastiano non sono in grado di dare risposte, almeno per ora. Andiamo a leggere il Rapporto finale del Comitato di esperti istituito con D.M. 21 aprile 2020 n. 203, “Scuola ed Emergenza Covid-19”, sul sito del Ministero. Mi preme però ricordare che il riconoscimento dell’autonomia scolastica non aveva solo come scopo l’incremento dell’efficienza della struttura, ma poteva consentire un ampliamento della libertà di educazione, tanto che possiamo ammettere che la legge sulla parità scolastica, approvata nel 2000, ne sia stata un logico sviluppo. La mia considerazione finale è che senza una vera autonomia scolastica e una robusta scuola paritaria non statale, veramente inserita, anche economicamente, nel sistema educativo pubblico, la formazione delle nuove generazioni sarà ridotta ad una modesta preparazione materiale secondo le richieste del mondo del lavoro, trascurando le esigenze personali più profonde.

(S) Il pulcino Calimero (star di Carosello) era solo sporco, non era nero e bastava il detersivo pubblicizzato a renderlo ‘normale’. Oggi quella pubblicità, che alludeva all’essere nero come ad uno stigma, non sarebbe accettata in quanto politicamente scorretta, ma accennava educatamente ad un vizio comune, quello del vittimismo. Vogliamo liberare l’intera scuola pubblica italiana dal complesso di Calimero, quello di essere l’ultima e più trascurabile parte della società? Che stia per sorgere il “bel giorno” (tale è il significato in greco di Calimero) anche per la scuola italiana? Cari insegnanti e cari studenti, se sperate nel bel giorno, non aspettate che ‘finisca la nottata’, quella del covid19 e quella prima dell’ultimo esame, tanto, Eduardo De Filippo ce lo ha insegnato, gli esami non finiscono mai. Cercate, anzi cerchiamo insieme con quanti nella società hanno a cuore il futuro dei giovani, cioè della società stessa, di dare fin d’ora senso e valore a quell’occasione di crescita umana che già adesso, poco o tanto, ci offre questa scuola. Servirà anche il miglioramento strutturale e organizzativo, ma non basterà, se prima non si sarà attivato il vostro desiderio di stare fino in fondo nella realtà e di conoscerla con verità.

(S) Sebastiano Conformi (C) Costante (O) Onirio Desti

P.S. Per rispondere all’appello di Sebastiano, i lettori interessati possono accedere liberamente al “Rapporto” sul sito del MIUR. Nell’impossibilità di farlo, per le dimensioni del documento, l’articolo di Luisa Ribolzi è leggibile su ‘Il Sussidiario.net’ ed è anche utile l’articolo di Emanuele Boffi su Tempi online: “Mettiamo alla prova il prodiano e la ciellina”, entrambi in data 16/2.

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