Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Opinioni

MILLE PER MILLE

MARCO PANZA - 12/03/2021

zingarettiZingaretti si è dimesso. Forse sperava di essere rieletto dall’assemblea nazionale, a cui pare immaginava di chiedere un’investitura più autorevole. Ma più autorevole di un’elezione tramite primarie, vi è poco: l’autorevolezza o uno ce l’ha di per sé, o nulla gliela può dare.

Quale che sia l’esito finale di questa ennesima farsa che coinvolge il PD, resta comunque il fatto che, almeno finora, il Nostro non ha certo lasciato il segno come segretario del suo partito, che dovrebbe (ahimè) rappresentare la forza principale della sinistra italiana. Appena eletto ha subito il diktat di Renzi, cui si era dichiarato apertamente contrario, per un governo con i 5S. Poi, improvvisamente, forse folgorato sulla via di Damasco, o forse ammaliato dalla sopraffina intelligenza e cultura di Di Maio, ha sposato la strategia dell’alleanza organica con i 5S, ma ha dovuto subire un altro diktat, ancora di Renzi, il maledetto, che ha sparigliato le carte e aperto la strada a Draghi, cui Zingaretti si è trovato costretto a far buon viso. Ma il buon viso non basta, se la politica non giunge in soccorso. E allora, sopraffatto a sua volta, si dimette, dichiarando miseramente (video di Repubblica sulla pagina online di venerdì 5 marzo) di voler aiutare “il PD a ritrovare quella voglia di discutere per amore dell’Italia e amore della comunità che [lui continua] […] a sentire […][sua]”…

Un politico che impone le sue scelte, non c’è che dire! Un cavallo di razza; ma non si sa bene di quale scuderia… Certo non la Dormello-Olgiata, che noi varesini conosciamo bene, i cui cavalli erano abituati a vincere, o almeno a cercare di farlo, non a “fare un passo di lato”, per aiutare la corsa di altri. E nemmeno quella del vecchio PCI, dalla cui storia Zingaretti dovrebbe discendere, nelle cui file mi avevano insegnato, da giovane, che per aiutare la discussione non si devono fare passi di lato, ma avanzare idee intelligenti.

Ma forse mi sbaglio, e il Nostro fa bene a farsi da parte, anzi, farebbe ancora meglio a tacere, visto quello che ha dichiarato nella stessa occasione in cui ha manifestato il suo amore per l’Italia e la sua (di lui) comunità. A una domanda sulle preoccupazioni manifestate da Salvini per la tenuta del governo Draghi, ha risposto che Salvini non deve preoccuparsi e che “troverà il PD non al cento per cento, ma al mille per mille al servizio della necessità di portare avanti quel programma”.

Non è chiarissimo di quale programma parlasse. Ma a fronte di tale ingegno, questo importa poco. Non al cento per cento, ma al mille per mille!

Ma da dove è spuntato un cotale genio matematico? Il Nostro ha sicuramente in serbo una nuova teoria matematica, in cui cento non sta affatto a cento come mille sta a mille, come penseremmo noi, ancora all’oscuro di questa novità. Una teoria di supremo interesse, davvero, perché quella che abbiamo applicato fino a oggi risale a Teeteto, un allievo di Platone (vissuto agli inizi del quarto secolo a.c.), e è esposta niente di meno che negli Elementi di Euclide.

Ma Zingaretti è andato oltre: per lui il rapporto fra mille e mille è molto più grande di quello fra cento e cento. E fortuna che è stato prudente, e non ha detto che il PD sarà al servizio della necessità in questione a un milione per un milione, o a un miliardo per un miliardo, perché se no avrebbe impegnato il suo gracile partito a un compito davvero troppo gravoso. No, mille per mille basta e avanza: non esageriamo!

A proposito del vecchio PCI. Quando vi militavo da giovane, gridavamo: “Viva il Partito Comunista Italiano di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer”. Ma ve li immaginate Gramsci e Togliatti, o anche Longo e Berlinguer, avanzare una simile novità matematica? No, si trattava di politici di rango, certo, come Zingaretti stesso, d’altra parte, ma quanto alla matematica, che cosa potevano fare, poveretti? Mancava loro la sconfinata cultura del nostro genio d’oggi giorno, capace di rivoluzionare une teoria accettata da quasi due millenni e mezzo, e pure, a ben guradare, il concetto stesso di numero razionale!

E voi crederete forse che l’oggetto del contendere all’interno del PD, che lo ha spinto alle dimissioni, sia la politica di alleanza con i 5S, il sostegno a Draghi, il programma del governo, le relazioni con le forze di maggioranza antagoniste alla sinistra, o che il vero problema siano i giochi delle correnti? Ma no, che cosa andate a pensare! L’ultimo sondaggio che mi è dato conoscere dà il PD al 19,2 per cento. Sceso sotto il 20 per cento. “Una disfatta” ha detto qualcuno al Nazareno. No, no —ha gridato Zingaretti— i voti si devono contare in millesimi, come dalla nuova legge elettorale che il PD dovrebbe proporre e che io sto elaborando; e allora, le cose cambiano, perché il compagno Bettini mi ha spiegato che così siamo al 192 per mille: molto, ma molto più del venti per cento!

Alcuni dei suoi collaboratori alla direzione del PD, non hanno capito bene di che cosa stesse parlando; Bettini, l’eminenza grigia del partito, ha scosso le spalle; qualcuno ha provato a spiegare che cambiava poco. Ma lui ha insistito, e che cosa doveva fare di fronte a tanta ignoranza? Un genio di tal fatta, mica può perdere tempo a discutere con tali incompetenti! Se ne è andato sconsolato, a dimostrare il suo prossimo teorema…

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login