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Attualità

ELOGIO DELLA NORMALITÀ

CESARE CHIERICATI - 19/03/2021

mattarellaIl trascorso martedì 9 marzo 2021 meriterebbe di essere iscritto nel pletorico calendario delle quotidiane ricorrenze come “il giorno della normalità” bypassando i ben più popolari, commerciali e sostanzialmente inutili “giorni della mamma, dei nonni, degli innamorati” e quelli, innumerevoli, della presunta buona salute.

Perché ci sentiamo in dovere di chiedere l’istituzione del “giorno della normalità”? Perché lo ha suggerito direttamente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella facendosi vaccinare all’Ospedale Spallanzani di Roma. Solo all’interno di una vasta sala d’aspetto, seduto su una poltrona bleu, indossando una mascherina bianca ffp2, ha atteso il suo turno come un qualsiasi cittadino evitando, nel limite del possibile, di dare pubblicità alla sua presenza. Un gesto silenzioso il suo che vale più di tante discussioni e dissertazioni. Come quelle che tutti i santi giorni inflazionano da un anno a questa parte l’informazione sulla pandemia da Covid e sull’altalena dei vaccini, sulla loro incerta disponibilità e anche, purtroppo, sulla loro non ancora del tutto collaudata sicurezza. Una passerella mediatica dove virologi, epidemiologi, pneumologi, infettivologi e rianimatori dispensano il loro articolato sapere troppo spesso mischiando le verità della scienza, che devono sempre risultare confortate dai dati della sperimentazione, con le loro “opinioni” frutto di esperienza ma che sono evidentemente un’altra cosa.

Con la sua presenza allo Spallanzani, il presidente ha invece suggerito, se ancora ve ne fosse bisogno, ai cittadini italiani che per uscire dal tunnel pandemico (102 mila morti, un’enormità che tendiamo a rimuovere) non esistono scorciatoie e che ci sono poche cose da fare bene, sempre e con ordine: lavare accuratamente le mani, rispettare le distanze di sicurezza, indossare una mascherina idonea al compito protettivo e vaccinarsi secondo gli ordini e le priorità stabilite che mettono in prima fila le categorie professionali “strategiche” per la tenuta complessiva del Paese.

Mattarella avrebbe potuto scegliere ben altra strada, più in linea col discorso pubblico imperante in Italia, ovvero farsi vaccinare al Quirinale o in qualche altro sito simbolico del potere a beneficio dei media e a gloria della sua persona. Non lo ha fatto. Non solo perché non è nel suo stile di uomo schivo, riservato, rispettoso delle istituzioni, ma perché sa meglio di chiunque altro che l’Italia e gli italiani hanno, soprattutto in questo frangente, un grande bisogno di normalità e di concretezza nella consapevolezza che, in ogni caso, il rischio zero non esiste. Il suo esempio di compostezza e sobrietà ha senza dubbio trasmesso questo segnale. Certo non raccolto da tutti. Esistono infatti non da oggi fasce più o meno estese di persone, a tutte le latitudini dello stivale, pronte a infilarsi in qualsiasi crepa più o meno involontaria dell’amministrazione per lucrare vantaggi personali.

Proprio nei giorni dell’austero esempio presidenziale si è avuta notizia che da una Azienda sanitaria lombarda erano usciti per errore, via sms, numerosi codici di prenotazione per il vaccino. Gran parte degli involontari destinatari anziché segnalare l’anomalia li hanno utilizzati in proprio, hanno provveduto, come familismo comanda, a trasmetterli ad amici e parenti.

Per fortuna un codice è finito a una giornalista di Radio Popolare che si è recata all’appuntamento fissato per il vaccino e allo sconcertato medico ha svelato l’origine non corretta della sua prenotazione facendo così emergere tutti i furbetti che, in sede di indagini, hanno poi dichiarato di essere stati iscritti a loro insaputa.

Casi analoghi si sono già verificati in Toscana, Puglia e Sicilia. Nel mirino dei cercatori di scorciatoie stanno finendo anche le associazioni di volontariato, almeno quelle più corpose, come la Protezione civile che vedono le richieste di iscrizione lievitare in maniera anomala rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nella speranza, speriamo vana, che a un’iscrizione possa corrispondere una vaccinazione in tempi più brevi

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