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Apologie Paradossali

WACCINERLOO

COSTANTE PORTATADINO - 19/03/2021

??????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????(O) Finalmente ottimi segnali convergenti di rispetto per la volontà popolare e per l’unanimità di pensiero e di azione europea. Dico subito quali mi hanno colpito: la sospensione dell’uso del vaccino Astra-Zeneca e il programma di lavoro politico di Enrico Letta, capace di far ritrovare unanimità al travagliato Partito Democratico.

Esprimo le mie ragioni, pur sapendo che vi offrirò la possibilità di contestarmi. Sul caso del vaccino, preciso subito che sarò ben felice se tra pochi giorni sarà riammesso all’uso, non voglio assolutamente essere scambiato per un no-vax, per uno scettico pregiudiziale nei confronti di ogni novità, per un ‘discepolo del sospetto’ che vede oscure manovre dei grandi finanzieri dietro ogni avvenimento strano o semplicemente contrario allo status quo.

Il positivo davvero inusitato è la convergenza di tre fattori: il sentimento istintivo del popolo, che ovviamente si allarma di fronte alla notizia di sia pur poche morti, concatenate temporalmente alla vaccinazione A-Z, il parere unanime della comunità scientifica in senso cautelativo, la risposta velocissima della politica, governi europei in testa, ma quello italiano altrettanto rapido. Popolo, scienza e governi unanimi e veloci nell’agire: non si era mai visto!

(S) Discutiamo prima di questo argomento. Questa lodata unanimità è più apparente che vera. Lo stop al vaccino è partito dagli organi di controllo sulla sicurezza dei farmaci, che sono sì composti da competenti, non necessariamente da scienziati in senso stretto, ma che per mandato hanno il compito di impedire la crescita del rischio, non solo nei confronti della popolazione, ma in primo luogo degli Stati e dei produttori stessi che sarebbero chiamati a risarcire danni enormi, nel caso fosse provata la pericolosità del farmaco. La sospensione cautelativa è forse una vittoria del popolo, ma una sconfitta sia dei governi, sia della tecno-scienza, che fino a ieri si autoincensava per aver inventato e prodotto una numerosa serie di vaccini diversi, tutti efficaci e tutti sicuri. Ora, invece, l’ombra del sospetto è caduta, diciamo la verità, su tutti i vaccini. Tutti noi siamo diventati improvvisamente più insicuri, tutti più diffidenti nei confronti del potere, in tutte le sue forme, non escluso il potere dell’informazione, che troppo evidentemente non aspettava altro che uno scandalo, un inciampo di qualunque genere per rilanciare il suo business. Come dice il proverbio. “niente nuove, buone nuove”, ma per i mass –media vale anche il contrario “buone nuove, niente nuove”, nulla che valga la pena di pubblicare, nulla che faccia vendere i giornali, che porti spettatori ai telegiornali e like ai post sui social degli influencer, (mi scuso per gli anglicismi).

Il bel risultato sarà un ulteriore rallentamento della campagna vaccinale, già ben in ritardo. Naturalmente la stampa conformista, che ha passato gli ultimi anni a sbertucciare Trump e Johnson anche per le loro scelte sulla gestione della pandemia non evidenzia che USA e GB sono più avanti di tutti nella vaccinazione di massa (non sarà solo merito di Biden, appena arrivato?). Tra conformisti e ‘scapigliati’ preferisco questi ultimi.

(C) Proprio tu dici questo; tu che hai nel cognome l’omen del conformismo?

(S) Non è la prima volta che mi prendi in giro per questo, ma ricorda che Sebastiano è anche Bastian il Contrario. Oggi il conformismo è dei progressisti, degli ottimisti per contratto e per convenienza. Il falso unanimismo è il marchio dei progressisti, nelle pause tra una guerra e l’altra. Già sono curioso di vedere come finirà l’unanimismo neobulgaro del PD, quando si tratterà di prendere decisioni serie e veramente innovative. Per ora il programma di Letta: alleanza con M5S, femminismo, ius soli, voto ai sedicenni è quanto di più banale e scontato in quell’ambito. Dopo sette anni di esilio e di studio, dal beniamino di Andreatta e di Prodi era lecito aspettarci qualcosa di più audace, di più innovativo.

(C) Non ho fretta di seguirti su questa critica. Aspetto di vedere le sue prime mosse reali. Quelle politiche erano obbligate: depotenziare l’attrattiva dei transfughi Renzi e Calenda, rassicurare M5S e nello stesso arginarne l’eventuale velleità di usare la ‘normalità’ di Conte per recuperare voti, incuneando M5S tra PD e sinistra-sinistra e facendolo diventare una specie di partito verde di massa. Il vero problema, che è la riforma della politica come tale, cioè delle sue strutture istituzionali, rimane finora sullo sfondo. Invece è talmente urgente, che siamo probabilmente fuori tempo massimo: un anno all’elezione del presidente della Repubblica e due alle elezioni. Ma su questo argomento sarà d’obbligo ritornare, in modo specifico, non appena si saranno scoperte le carte di tutti e mostrata l’eventuale disponibilità dei personaggi-chiave, oltre a Letta, cioè Conte e Salvini, a partecipare sinceramente e fattivamente ad un processo di riforma, che avrebbe pure bisogno del sostegno più attivo e convinto di Mattarella.

Sull’argomento vaccini, invece, capisco che il principio di precauzione ha qualche ragione per essere applicato, in questa circostanza, per una pausa di pochissimi giorni. Ma sono più vicino ad una valutazione critica dell’intero ‘sistema’ europeo: governi, scienziati, informazione. Tutti hanno dato impressione d’insicurezza. Se non hanno nascosto notizie di reazioni avverse peggiori e ben più numerose di quanto dichiarato, avrebbero dovuto difendere la necessità della vaccinazione di massa, e persino obbligatoria, per certe categorie di persone a rischio di essere contagiatori seriali. Tutto questo non in nome dell’emergenza, ma della normalità. È normale la vaccinazione di massa per una malattia che, ce lo ha ricordato ancora oggi il prof. Mantovani, non ha una cura specifica e che diventa pericolosa e spesso mortale per le persone fragili, che sono, soprattutto in Europa, una percentuale molto alta. Non c’è attività umana che non comprenda una percentuale di rischio, pur piccola. Quando un danno la evidenzia, occorre valutare la bilancia rischi-benefici. Faccio un esempio che sembrerà paradossale: dopo il crollo del ponte Morandi si è reso evidente che potevano esserci molte situazioni simili, con un fattore di rischio variabile, certamente minore, ma non nullo. Tuttavia a nessuno è venuto in mente di proporre la chiusura di tutti i ponti o anche solo di quelli strallati. Si è messo in atto giustamente un processo di verifica a largo raggio, ma non un blocco generalizzato. E non è affatto normale che non si confronti attentamente il rischio di alcuni eventi avversi su milioni di casi contro le migliaia di morti di covid19 reali che avvengono ogni giorno nella sola Europa. Ogni giorno di ritardo nella vaccinazione di massa comporta, statisticamente un numero certo di morti (scusatemi, non uso eufemismi) molto maggiore di quelli ipotetici e non provati da conseguenze inaspettate della vaccinazione.

Oggi e per qualche mese la normalità deve consistere nell’accelerazione della produzione e della somministrazione del vaccino: badate che le vantate 500.000 giornaliere, che siamo ancora ben lontani dal raggiungere, comporterebbero ancora 200 giorni almeno, domeniche comprese, per completare le due dosi. Normale deve diventare l’accettazione di restrizioni ai comportamenti sociali, le cui trasgressioni devono però essere sanzionate, altrimenti inevitabilmente fallisce l’educazione del popolo (l’altra mia parola-chiave) e tutto finisce nella burletta della movida pre-coprifuoco, cui partecipavano entusiasticamente gli studenti esentati dalle lezioni in classe. Ci aspettiamo davvero un cambio di passo, dal Governo in giù, per arrivare a vaccinazioni più sollecite, a cure più efficaci, ad una prevenzione più mirata.

(O) Oggi mi avete isolato. Capisco. Non sono questi tempi adatti all’ottimismo dei sognatori. Ricordate però che non si cammina guardando indietro e che se si guarda solo dove appoggiare il piede, magari non s’inciampa ma si perde la strada; la mia risposta su ambedue gli argomenti, quindi è una sola: occorre far crescere la fiducia, reciprocamente, tra governanti e governati. Altrimenti, rubo l’espressione a Giovanni Cominelli, L’Inkiesta, marzo 2021) la nostra resterà una democrazia vociferante, ma non decidente. Non ce lo possiamo più permettere. Far crescere la fiducia, sono certo, è lo scopo dei due momenti di positività che vi ho invitato a discutere e che continuo a ribadire.

(O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante

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