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In Confidenza

SERVITO

Don ERMINIO VILLA - 19/03/2021

ritornoLa parabola dei servi che attendono il ritorno del padrone di casa (Dio) ci parla della vigilanza nell’attesa dell’incontro con Dio: “Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito”.

Non è la raccomandazione ad attendere “con paura”, ma l’invito a svolgere i compiti assegnati dal padrone, impegnati a “fare la sua volontà”. L’amministratore che ha ricevuto il compito di organizzare il lavoro dei vari dipendenti: se è vigile e responsabile corrisponde al mandato; se invece si sente protagonista in modo negativo, cioè sentendosi superiore agli altri, arriva a maltrattare le persone, pensa a divertirsi mangiando, bevendo, ubriacandosi; alla fine tradisce la fiducia e perde il senso del suo compito.

È una parabola simile ad altre che troviamo nel Vangelo di Marco e di Matteo, ma questa, nel Vangelo di Luca, si differenzia per due particolari. Il primo è questo: il padrone “torna dalle nozze”. È un riferimento ulteriore all’incontro finale con Dio.

Il secondo particolare è sorprendente ed è la conclusione della parabola: “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli”. Una conclusione davvero inaspettata!

In “quel giorno”, nel banchetto dei cieli, se saremo stati dei servi fedeli alla volontà di Dio, i ruoli si capovolgeranno, e Dio si “stringerà le vesti ai fianchi” e “passerà a servirci”. Solo il Figlio poteva parlarci dell’amore del Padre in questo modo!

Una conferma: anche Gesù, per mostrarci l’amore del Padre, si è fatto “servo” per noi. Lo ha manifestato esplicitamente agli apostoli, nell’ultima cena: “chi governa diventi come colui che serve … io sto in mezzo a voi come colui che serve …” (Luca 22,26-27).

A volte tentiamo di immaginarci il paradiso, ma i nostri tentativi sono sempre maldestri. Se proprio vogliamo immaginarci qualcosa, rimaniamo alle parole di Gesù: un banchetto in cui addirittura Dio passerà a “servirci”.

Nella vita spirituale attraversiamo dei lunghi periodi in cui non sentiamo più la sua presenza, abbiamo la triste impressione di essere rimasti da soli. E il rischio è di fare come il servo malvagio della parabola, che si lascia andare alla parte oscura che non ha più freni, che getta in mare ciò che di buono ha imparato dal vangelo.

La nostra fede è messa a dura prova quando non ci accorgiamo più della presenza del Signore, ma lui sa la nostra condizione, ha fiducia verso di noi e compenserà la nostra fedeltà.

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