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L'antennato

SOVRECCITAZIONE

STER - 30/04/2021

felicissimaSe un programma televisivo fosse uno di quei lunghi tunnel pieni di variopinti rulli per lavare le auto, probabilmente si intitolerebbe “Felicissima sera”, lo show comico in tre puntate (l’ultima va in onda oggi venerdì 30 aprile, in prime time su Canale5) scritto e condotto dal duo foggiano Pio e Amedeo.

Ispirati al mestiere dal mitico loro concittadino Renzo Arbore, forgiatisi sulle scene delle tv di provincia come TeleNorba, lanciati da programmi di seconda serata di evocativa potenza fin dal titolo, come “Emigratis”, provvidenzialmente benedetti dalla semi-divinità televisiva del momento Maria De Filippi, Pio e Amedeo giungono carichi a molla alla grande ribalta nazionale.

E in effetti lo spettatore in poltrona davanti a questo loro spettacolo è sottoposto per tre ore a una serie ininterrotta di sollecitazioni acustiche e visive di rara intensità, com’è pienamente nello stile dei due conduttori, che accolgono una sequela di ospiti di prima grandezza (in ordine sparso: la loro pigmaliona Maria De Filippi, Francesco de Gregori, Francesco Totti…) e li tempestano di battute e gag, indulgendo spesso nel vernacolo, nel volgare, nel pecoreccio, alzando la voce per sovrastarsi reciprocamente, per arrivare primi alla battuta… e si che ne fanno tante!

Tra un ospite e l’altro, diversi lunghissimi “monologhi a due” e non manca nemmeno qualche idea divertente, che però avrebbe reso anche in mano a conduttori più raffinati, o meno coloriti che dir si voglia.

Gli ascolti – inutile dirlo – hanno fatto boom, con share sempre ben oltre il 20%, per quello che dal punto di vista del marketing è un prodotto molto ben costruito per ‘non fare prigionieri’ su un preciso target, quello della tv generalista della prima serata, ma tende a escludere senza discussioni una fascia pur minoritaria (parliamo comunque di milioni di persone) in ogni caso presente davanti ai teleschermi nella fatidica sera del venerdì. A tutti questi altri, la Rai propone in alternativa la nuova edizione del programma di Carlo Conti “Top Dieci”, in cui si impasta con un certo garbo game-show, memoria televisiva e musica: un cocktail agée che nelle mani del conduttore fiorentino ha dimostrato negli ultimi quindici anni di saper fruttare bene. Ma… ‘Questa volta no’, come cantava il buon Gino Paoli a Sanremo ‘89.

Dal confronto tra i due programmi – ciascuno a suo modo divertente – emerge chiara la differenza di budget stanziato: se sul primo canale Conti si accontenta di apparecchiare l’eterna Rita Pavone con le sue hit e i suoi aneddoti da vera ‘boomer’, sul cinque i nomi in cartellone sono ben altri: un fiume di denari che serve per attrarre nello studio di Pio e Amedeo ospiti “top” in grado di inverare la cifra costitutiva del format, quella cioè di abbassare a livello di animazione da villaggio turistico qualsiasi situazione, qualsiasi performance artistica, trascinare nel lazzo da strapaese qualsiasi “intoccabile” dello spettacolo.

Dopo aver avuto De Gregori nella puntata d’esordio, ecco allora Baglioni, a cui si dice: potresti cantare “Questo piccolo grande amore”? Bene, io ti metto lo smalto nero alle unghie e te la faccio cantare alla maniera dei trapper: parola d’ordine dissacrare, insomma. Se vogliamo, un concetto molto adeguato ai tempi d’oggi, dove sui social come nel dibattito pubblico “uno vale uno”… (beninteso: in tv può far ridere, mentre in politica fa sicuramente piangere).

Tra il Carlo Conti “Lexotan” – e il duo Pio&Amedeo “Prozac”, quel gran dispensario farmaceutico che è la tv italiana sembra insomma aver perso l’aurea via di mezzo: diciamo quella della cara vecchia cibalgina, per scacciare il mal di testa.

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