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Noterelle

NO CILIEGIE

EMILIO CORBETTA - 18/06/2021

ciliegieQuest’anno da noi non ci sono ciliegie. Gli alberi di questo goloso frutto erano stupendamente fioriti, avevano completato bene la produzione fogliare, erano comparsi i frutti iniziali, poi l’improvviso ritorno di ore di gelo ha causato il blocco della maturazione, le foglie si sono rattrappite per la presenza di fluidi gelati nei capillari… e quest’anno da noi niente ciliegie locali. In questi stessi giorni in Puglia c’è produzione esuberante di favolose ciliegie, belle grosse, dal colore intenso, succose. Ma non vengono raccolte: non è remunerativo prenderle dalla pianta e spedirle al consumo, non conviene nemmeno darle alle fabbriche di confetture, nemmeno utilizzarle per la fermentazione. Contemporaneamente dall’estero arrivano favolosi frutti che costano meno. Noi qui senza ciliegie e quest’anno anche senza rondini. Che lo sciagurato fenomeno atmosferico che ha penalizzato l’agricoltura si sia scagliato anche contro le rondinelle? É possibile. Addio simpatiche rondini che sfrecciavate gioiose nei nostri cieli. Chissà se potrete tornare!

Torniamo alle ciliegie: assistiamo all’ennesimo scontro fra economia locale ed economia globale.

In un primo momento, guardando le nostre piante mortificate e confrontandole con quelle esuberanti pugliesi, verrebbe da dire: “Dai, facciamo il raccolto e spediamolo in Lombardia “, ma purtroppo la questione economica crudamente ci blocca. Al nord si mangiano ciliegie straniere che al consumo però hanno un prezzo molto alto, che potrebbe addirittura coprire le spese dei produttori pugliesi, ma così non è. Regole dette “economiche” spesso turbano gli equilibri della produzione di frutta e verdura, soddisfazione della gola e ricchezza di vitamine.

In parallelo, in un altro campo un fenomeno “analogo” sconvolge il trasporto aereo, costosissimo ma talmente veloce da far recuperare tempi e di conseguenza soldi. Far volare un aereo costa veramente tanto e diventa remunerativo solo se l’aereo viene occupato interamente dai passeggeri che, per gli attuali noti motivi infettivi, ora sono molto pochi. Le compagnie aeree sono inevitabilmente in perdita e gli USA rimediano con sovvenzioni statali. Regole economiche sconvolte! Le Compagnie Americane avranno bilanci senza perdite, quelle delle altre nazioni sì. Le regole del libero mercato vengono frustrate. L’importanza strategica di viaggiare in aereo è tale che in questo momento resta giustificato politicamente il comportamento degli USA che calpestano il loro stesso credo economico.

Allora vien da chiederci: “Ma il libero mercato è proprio giusto? può essere applicato a tutti gli articoli? a tutte le produzioni? a tutte le attività? anche quando trattiamo di servizi che non producono direttamente “beni” ma con la loro attività aiutano a farli, dando aiuto e assistenza a tutti”.

Diventa evidente che certe regole hanno valore solo in modo limitato e solo per certe situazioni: non sono universali. Certo, questi sono discorsi piuttosto ingenui che fanno sorridere gli economisti, ma si verificano eventi che chiaramente fanno capire che si deve saper modificare il nostro modo di vivere e saper ridare valore a fatti definibili forse “di buon senso” che ci potrebbero permettere di superare gli eventi stessi, capaci, se lasciati a sé, di creare immense sofferenze ai più deboli e apparente felicità a pochi fortunati (o ladri?) iper ricchi. Eterno discorso, continuamente ripetuto invano dai pochi saggi, mai ascoltati.

Permangono banalissime manovre speculative che alterano la legge economica che dovrebbe regolare gli scambi delle merci al prezzo più basso possibile. Abbiamo appena detto che il produttore e il consumatore vengono penalizzati, ma tra loro due cosa succede? È il “libero mercato” che ruba? Da un po’ di tempo si parla di prodotti (specialmente agricoli) a “quota 0”, ma è cosa minima e difficile. Come sarebbe bello gustare le ciliegie dei pugliesi! ma misteriose manovre di abili figuri ci tolgono questa possibilità e dobbiamo pagare frutti meno gustosi a un prezzo ben più caro delle bellezze pugliesi.

Concludendo si può dire che il problema della speculazione sui prodotti è globale, ma globale è anche l’immensa miseria che tormenta gran parte degli esseri umani.

La maggior parte delle volte i nostri telegiornali ci danno ossessive notizie sull’andamento della pandemia ed in conseguenza della economia che sembra essere sostenuta solo da ristoratori, baristi e pizzaioli. Ci parlano di “lockdown” che blocca la movida come se il consumo di aperitivi fosse la cosa fondamentale della nostra società, mentre il vero dramma è la miseria che tormenta ampi strati di popolazione che soffrono la fame. I più fortunati parlano di dover vivere con due-tre centinaia di € al mese, ma tantissimi non hanno nemmeno quella cifra. Gli assessorati sociali di tutti i comuni combattono questa situazione e con loro un gran numero di oramai antiche associazioni e nuove ONLUS. La continua veloce evoluzione della nostra società complica tutto e purtroppo certi provvedimenti realizzati in modo molto affrettato rendono ancor più difficili le situazioni.

Abbiamo invocato poco fa il buon senso, ma dov’è? Dove sono i politici capaci di realizzarlo?

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