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Sport

VARESINI DI FRANCIA

CLAUDIO PIOVANELLI - 25/06/2021

Fezzardi GAP 1965 con Desmet

Fezzardi GAP 1965 con Desmet

Scatta sabato 26 giugno il Tour de France 2021: saranno 3417,5 chilometri di grande sofferenza, con partenza da Brest, con due frazioni a cronometro (27,2 km alla quinta tappa e 30,8 km alla penultima, il giorno prima della classica conclusione a Parigi sui Campi Elisi) e tante, tante salite, come è nella storia e nella tradizione della corsa a tappe più importante del mondo.

Non analizzeremo l’edizione numero 108 della Grande Boucle, piuttosto l’occasione ci pare propizia per ricordare le non poche imprese dei corridori varesini in terra di Francia.

Alfredo Binda fu il primo tra i nostri corridori a “marchiare” il Tour con due successi di tappa in quella che fu la sua unica partecipazione alla corsa francese. Accadde nel 1930, l’anno in cui il fuoriclasse di Cittiglio accettò un compenso dagli organizzatori del Giro d’Italia per disertare la “corsa rosa” che aveva già vinto nei tre anni precedenti. Nella 7a tappa Binda accumulò un grave ritardo provocato da una caduta con conseguente problema meccanico e all’arrivo si ritrovò a oltre un’ora di distacco dalla maglia gialla indossata da Learco Guerra; ritenendo forse di non essere stato adeguatamente assistito e covando fieri propositi di rivalsa, nei due giorni successivi Binda vinse le tappe pirenaiche a Luchon e a Pau, attaccando malgrado le difficoltà di Guerra, per poi ritirarsi nella 10a frazione a causa di un nuovo problema meccanico, la rottura di un bullone reggisella. Molti anni dopo Binda avrebbe ammesso che fu solo un pretesto a determinare quel suo ritiro: qualcuno ha ipotizzato che il clima tra gli italiani fosse tutt’altro che idilliaco, altri invece parlarono di un misterioso accordo con gli organizzatori del Tour in base al quale il tre volte iridato, dietro adeguato compenso, non avrebbe dovuto concludere la corsa.

Binda si sarebbe rifatto con gli interessi alcuni anni più tardi, quando, da commissario tecnico della Nazionale italiana (ruolo che ricoprì per 12 anni), conquistò ben quattro Tour de France: con Gino Bartali nel 1948, con Fausto Coppi nel 1949 (davanti a Bartali) e nel 1952 e infine con Gastone Nencini nel 1960 (secondo fu Graziano Battistini).

Dopo Alfredo Binda, il primo varesino a conquistare un successo di tappa al Tour fu Giuseppe Fezzardi. Il passista di Besano si impose al traguardo di Gap nel 1965 precedendo il belga Desmet; i due, superstiti di una fuga di una decina di corridori, si diedero battaglia sin sulla fettuccia d’arrivo e Fezzardi la spuntò per pochi centimetri.

Anche Wladimiro Panizza conquistò un successo di tappa al Tour. Avvenne nel 1976 e anche per lui ci fu un traguardo prestigioso, quello di Pau, dopo avere staccato tutti quanti di 2’16” (bel quarto posto di Arnaldo Caverzasi); solo due giorni prima Panizza era stato secondo a Saint Gaudens, battuto in volata in un gruppetto di sette fuggitivi solo dal belga Teirlinck.

Il Tour de France del 1990 segnò l’esplosione di Claudio Chiappucci, professionista dal 1985 ma sino a quel momento vittorioso solo due volte (Coppa Placci e Giro del Piemonte) l’anno prima. Il corridore di Uboldo, alla seconda tappa, si ritrovò in una fuga a quattro conclusa con 10’36” di margine sul gruppo dei migliori e questo cospicuo vantaggio gli consentì di vestire la maglia gialla alla 13a tappa e poi di mantenerla sino alla 20a. Fatale a Chiappucci fu la cronometro di 45 km. a Lac de Vassivière, in cui perse 2’21” da Greg Lemond, ritardo che tuttavia gli permise di salire sul secondo gradino del podio a 2’16” dallo statunitense.

Chiappucci fu poi protagonista anche nelle successive edizioni della Grande Boucle. Nel 1991 fu terzo in classifica generale dietro Indurain e Bugno vincendo una fantastica tappa a Val Louron e conquistando la maglia a pois del migliore scalatore e il premio per l’atleta più combattivo; nel 1992 fu invece secondo alle spalle di Indurain confermando nuovamente la leadership della montagna e della combattività ma, soprattutto, realizzando una straordinaria impresa nella tappa da Saint Gervais les Bains a Sestriere, in cui rimase in fuga da solo per circa 200 chilometri (sei ore!) per giungere al traguardo stremato ma a braccia levate. Meno fortunata la sua partecipazione nel 1993 (sesto posto finale), anche se confortata dal bel successo di tappa a Pau. È da sottolineare che per sette anni, tra il 1990 e il 1996, Claudio Chiappucci ha sempre disputato l’accoppiata Giro-Tour con esiti assolutamente lusinghieri: al Giro due secondi posti (1991 e 1992), un terzo (1993), un quarto (1995) e un quinto (1994); al Tour due secondi posti (1990 e 1992), un terzo (1991) e un sesto (1993).

Daniele Nardello ha avuto sempre un eccellente feeling con il Tour de France, se pensiamo che nelle sue 16 stagioni da professionista ha collezionato più partecipazioni alla Grande Boucle (8) che al Giro d’Italia o alla Vuelta (5); per tre volte l’arcisatese si è classificato tra i primi dieci: nel 1998 (8°), nel 1999 (7°) e nel 2000 (10°). Risale al Tour del 1998 la sua unica vittoria di tappa al traguardo di Carpentras.

Stefano Zanini non potrà mai dimenticare ciò che accadde il 23 luglio 2000: con uno sprint poderoso piegò l’intero gruppo vincendo sul traguardo dei Campi Elisi la 20a e ultima tappa, un successo che fece il paio con quello ottenuto al Giro d’Italia del 1994, quando si impose a Milano, all’Arco della Pace, nella frazione conclusiva. L’anno prima (1999), sullo stesso traguardo, Stefano aveva subìto una cocente delusione dal compagno di squadra Tom Steels (vincitore in quella edizione di tre tappe proprio grazie al suo aiuto negli sprint), che lo aveva rimontato e superato negli ultimissimi metri.

Gli anni Duemila sono stati quelli di Ivan Basso, protagonista in Francia di epici duelli con Lance Armstrong. Il campione di Cassano Magnago ha collezionato ben nove partecipazioni alla “corsa gialla” conquistando un secondo posto (2005), un terzo (2004), due settimi (2003 e 2011) e un undicesimo (2002). Malgrado tante partecipazioni, sempre grande protagonista sulle strade del Tour, Ivan ha vinto una sola tappa, nell’edizione del 2004, nella frazione pirenaica con traguardo a La Mongie. La decisione da parte degli organi preposti di squalificare per doping Lance Armstrong e di sottrargli tutti i sette successi ottenuti al Tour de France (tra il 1999 e il 2005), oltre alle altre vittorie ottenute sino a fine carriera, non ha purtroppo riservato vantaggi ai corridori che lo statunitense aveva preceduto (Basso, come s’è detto, fu secondo nel 2005): quelle sette edizioni della Grande Boucle sono rimaste infatti senza vincitore.

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