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Apologie Paradossali

UNA VAR PER LE LEGGI

COSTANTE PORTATADINO - 02/07/2021

La firma dei patti lateranensi nel 1929

La firma dei patti lateranensi nel 1929

(O) La discussione pubblica sul ddl Zan merita un’ulteriore riflessione, sebbene sia piuttosto chiara l’impressione che la Nota vaticana più che muovere le acque, le abbia congelate, bloccando i partiti sulle posizioni di partenza. Da parte sua Draghi ha dato una risposta ovvia, anzi tautologica, l’Italia è uno stato laico e il compito di legiferare è del Parlamento e non del Governo. Così si è sfilato dal problema.

(S) E allora mi spieghi che ci sta a fare il Concordato?

(C) In un certo senso è un trattato internazionale, una specie di trattato di pace tra due stati sovrani, quindi avrebbe come scopo di mantenere in equilibrio gli interessi comuni, ma nel caso particolare, oggi, regola interessi che sono comunque tutti interni all’Italia, nel suo complesso di stato e di società civile. I Patti Lateranensi nel 1929 erano formalmente sia un trattato di pace tra Italia e Stato Pontificio, da allora riconosciuto internazionalmente come Stato Città del Vaticano, sia una definizione di natura statutaria con oggetto diritti e doveri di cittadini italiani. Questa seconda natura non fu fin d’allora ben accetta alla cultura politica laicista. Passando dallo Statuto Albertino alla Costituzione dobbiamo ricordare che si verificò una discussione, tra cattolici e laicisti, risolta con l’appoggio dato dal PCI su insistenza di Togliatti all’inserimento dei Patti in Costituzione, addirittura nella sua parte fondante. Si tratta del famoso art. 7.

(O) Ma come mai succede che un totale cambiamento di regime quale quello democratico lascia il Concordato intatto e dopo poco più di un quarto di secolo si sente l’esigenza di un cambiamento sostanziale?

(C) In regime di democrazia le evoluzioni sociali sono naturalmente più veloci e quindi la società politica e le istituzioni pubbliche negli anni ’80 sono molto diverse, ma è cambiata soprattutto la Chiesa Cattolica, che ha vissuto il Concilio ed è in grado non solo di accettare ma persino di promuovere in molti campi, penso alla libertà religiosa, visioni e istituzioni impensabili fino a pochi anni prima. Accetta, in primo luogo, che la cattolica non sia più la religione ‘ufficiale’ dello Stato Italiano, accetta un ridimensionamento del ruolo civile del matrimonio religioso, subordinato alla legge civile, in tema di divorzio e di diritto di famiglia. Riceve in cambio una nuova e originale formula di finanziamento, l’otto per mille, legato alla volontà espressa dal singolo cittadino e non più determinata da una disposizione statale.

(S) I principi fondamentali però sono gli stessi, tra questi essenziale è la libertà di apostolato, di culto e di insegnamento. Soprattutto questa è indubbiamente lesa dalla proposta di legge Zan, nel caso in cui ne compromette l’esercizio perché non distingue l’insegnamento della dottrina cattolica, in particolare sul punto della “identità di genere”, dalla istigazione all’odio per sessuali. Anzi impone alle scuole, quindi anche alle paritarie cattoliche, la partecipazione alla giornata di “educazione” al nuovo concetto di “identità di genere”.

(C) Esatto. Questa è la ragione della correttezza dell’intervento vaticano attraverso il richiamo al Concordato. Ma non è questo il punto che voglio ribadire come principale. Metto prima da parte la considerazione dell’opportunità di richiamarsi al Concordato su questo argomento. Notavo già la scorsa settimana che la mossa vaticana rischiava di farlo apparire come un privilegio e non uno strumento di collaborazione per il bene comune. Già in questo Parlamento potrebbe esserci una maggioranza favorevole alla sua abolizione.

Mi preme invece sottolineare che il punto anche ‘laicamente’ inaccettabile nella proposta di legge Zan è la definizione di “identità di genere”, soggettivamente percepita, come dante causa di diritti giuridicamente riconosciuti. Già avevo portato sull’argomento le osservazioni di Pera e di Tarquinio, ma voglio aggiungerne una che mi sembra molto importante, sia per la persona, sia per l’argomentazione. Si tratta di un recentissimo articolo su “La Stampa” di Piergiorgio Odifreddi, scienziato, militante di ateismo e di anticlericalismo.

Già il titolo è significativo “Ma non è colpa del Vaticano” (la colpa sarebbe di chi non ha voluto l’abolizione del Concordato) ma ciò che conta è il fondamento dell’argomentazione: “ll Vaticano si preoccupa che la legge Zan possa obbligare le scuole a insegnare l‘identità di genere e paradossalmente non ha tutti i torti: quest’ultima infatti viene definita come… ‘l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso’…La legge decreterebbe in tal modo una cesura tra la percezione psicologica di un individuo e la sua realtà fisiologica: la prima deve essere naturalmente tutelata e difesa perché ciascuno ha diritto di avere le opinioni e i sentimenti che desidera, ma la seconda non può semplicemente essere negata o rimossa, perché anche i fatti hanno i loro diritti”.

(S) Non t’importa che il resto dell’articolo sia decisamente anticlericale e che alla fine invochi come riforma ‘di sinistra’ il riconoscimento della poligamia e cose simili?

(C) Opinioni bizzarre, ma appunto in quanto opinioni, legittime. L’affermazione della irriducibilità dei fatti ad interpretazioni o a percezioni psicologiche è invece una sacrosanta verità, ribadita la quale verrebbe adempiuta la richiesta della Nota vaticana, ma si semplificherebbe la pretesa della citata proposta fino a renderla non solo accettabile dai cattolici e da chicchessia, ma forse persino superflua.

(O) Quindi il Parlamento avrebbe una via d’uscita?

(C) Sì, ma si può dubitare che la sinistra la voglia percorrere; un po’ per incomprensione della natura antropologica del tema in gioco, un po’ per la volontà di difendere una primazia politica che riassumerei con una battutaccia: “si va bè, mò ciabbiamo Draghi, ma la maggioranza nella maggioranza semo sempre noi giallorossi”, come se questa questione fosse una faccenda di tifo da stadio.

(S) Anche per le proposte di legge ci vuole una VAR, visto che ha salvato la Nazionale da un guaio serio, se non fosse stato rilevato quel fuorigioco millimetrico che ha annullato il gol dell’Austria. Nel nostro caso il fuorigioco è invece molto evidente e la Var è proprio il passaggio in seconda lettura al Senato.

(O) Per concludere con una nota d’ottimismo sembro cambiare argomento e scivolare nella cronaca banale. Vi racconto un caso di correzione d’errore, da segnalare per esempio all’incorreggibile Fedez, sostenitore del ddl Zan, delle tasse sugli oratori e dell’abolizione del Concordato. Ecco il fatto: “(…) Una pattuglia di vigili urbani arriva all’oratorio della parrocchia di Santa Maria Immacolata di Lourdes nel quartiere Aurelio, chiamata da un gruppo di residenti che si lamenta per i continui schiamazzi e il troppo rumore proveniente dal cortile della chiesa. Sono appena passate le 19 e l’oratorio è pieno di bambini che corrono, giocano, cantano. Gli uomini della polizia municipale fanno quasi fatica a farsi sentire, ad attraversare quella giostra di gioia e di entusiasmo tra canzoncine, palloni e animatori con la chitarra. Poi la festa, come in un brutto incantesimo, finisce per far posto a un silenzio glaciale. E i vigili, scuri in volto, raggiungono il parroco per chiedergli di farla finita con tutta quella confusione e lo multano con una sanzione da 350 euro per «disturbo della quiete pubblica». Ma poi, in forma del tutto anonima, quegli stessi poliziotti decidono di fare una colletta per pagare di tasca loro la sanzione”.
(S) A Fedez penso quando ascolto Celentano cantare un testo di Ivano Fossati: “Ci sono cantanti a cui non si può credere”.

(O) Aggiunge anche “Ci sono poeti che non si può raggiungere”, ma in questo caso si sbaglia. Sono le poesie che, come la verità dei fatti, in un modo o nell’altro, raggiungono noi, senza o con uno sforzo da parte nostra proprio minimo, quello dell’ascolto. Chiediamo ai senatori di ascoltare i fatti, al di sopra degli schiamazzi, proprio come i vigili del quartiere Aurelio, e di correggere la proposta di legge Zan.

(O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante

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