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In Confidenza

L’IMPRESA

Don ERMINIO VILLA - 02/07/2021

croceSe essere discepolo del Signore significa seguirlo, ci sono alcune esigenze che vanno prese in seria considerazione, per ‘centrare l’obiettivo’. Chi è chiamato deve essere pronto ad ‘odiare’ sé stesso e i suoi familiari e a ‘portare la croce’.

Con altre due piccole parabole Gesù invita a “fare bene i calcoli” prima di lanciarsi in un’impresa difficile. Essere discepolo di Gesù è una scelta radicale, senza compromessi. Perché l’incontro con il Dio di misericordia può avere come risposta da parte dell’uomo e della donna solo un amore esclusivo e totale. Ogni cristiano, se vuol essere veramente discepolo di Gesù, deve essere sempre pronto a rinunciare effettivamente e concretamente – se le circostanze lo richiedono – all’amore di genitori, figli, coniuge, fratelli, pur di restare fedele alla sua vocazione. L’invito a prendere la croce è in diretta conseguenza. Ognuno ha la ‘sua’ croce. Ma bisogna essere pronti anche a dare la propria vita per la causa del Vangelo, per amore di Gesù.

Se qualcuno deve fare una spesa non indifferente (ad esempio edificare una torre) deve prima riflettere sulla sua possibilità (calcola la spesa per vedere se dispone dei mezzi necessari a portare a termine i lavori). Perché un lavoro incompiuto mette il responsabile in balia degli scherni altrui e lo rende ridicolo. La previsione di una tale sgradevole situazione spinge a pensarci bene e a calcolare spese e imprevisti prima di iniziare. La reputazione era una realtà molto importante in Oriente.

La seconda parabola, simile alla prima, si colloca nel contesto della vita politica. Per un re che vuole fare una guerra, la situazione sgradevole da evitare è la sconfitta. Meglio allora inviare una ambasciata e chiedere la pace. Le scelte importanti della vita vanno dunque valutate bene in tutte le circostanze. La vita cristiana – si può rileggere a un livello più generale – è una cosa seria, per la quale occorre essere pronti a mettere tutto in gioco, anche i propri beni e la vita! La disponibilità a rinunciare alle cose che si possiedono è la condizione indispensabile per mettersi alla scuola di un così grande Maestro!

Nessuno si illuda che la salvezza sia “a buon mercato”. Come è stata cara per lui, così lo sarà anche per chi lo segue. È sempre meglio non intraprendere un’impresa, piuttosto che affrontarla con mezzi inadeguati e fallire lo scopo. La scelta della fede cristiana non è per persone facili ad esaltarsi, ma che altrettanto in fretta si stancano e rimettono continuamente in discussione ciò che non è discutibile. L’unica ricchezza del discepolo è la sua povertà, unica forza la sua debolezza!

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