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Ambiente

INQUINAMENTO

ARTURO BORTOLUZZI - 02/07/2021

????????????????????????????????????????????????Gli organismi di informazione della Provincia di Varese mi hanno fatto sapere che nell’Alto milanese, si sono verificati episodi ambientalmente e per l’uomo molto gravi.

Vicende che danno ragione alla bontà delle numerose iniziative che sono state organizzate da amici della Terra Varese proprio sugli avvenimenti con implicazioni inquietanti che hanno avuto come palcoscenico il nostro suolo. Parlo del comune di Parabiago e probabilmente di quelli ad esso vicini, quali Canegrate e quelli aderenti al parco di interesse sovracomunale del Roccolo. Questi avvenimenti mi hanno, comunque, lasciato l’amaro in bocca.

È capitato che si siano avvelenate parte delle terre e dei suoi prodotti naturali e che alcuni contadini locali siano stati raggirati oppure siano conniventi con le società produttrici del materiale avvelenato venduto ad un prezzo molto conveniente.

L’indagine condotta dai carabinieri forestali di Brescia e conclusa alla fine del mese scorso, ha coinvolto un totale di 15 soggetti, accusati di aver accumulato profitti illeciti per complessivi 21 milioni di euro. Secondo quanto ricostruito dal sostituto procuratore di Brescia Mauro Leo Tenaglia, il meccanismo era semplice: invece di trattare i fanghi di depurazione per trasformarli in concime, la società li mescolava con ulteriori inquinanti (come l’acido solforico delle batterie esauste) per ottenere tavolette che spacciava come fertilizzante e proponeva agli agricoltori con un prezzo favorevole e la promessa d provvedere all’aratura dei campi. Allettato dal doppio vantaggio, qualche agricoltore accettava e si ritrovava con i campi avvelenati. Secondo gli inquirenti, la società avrebbe così immesso sul mercato un totale di 150mila tonnellate di concimi tossici, abbastanza per caricare 5mila tir e avvelenare 3mila ettari di terreno.

Il sindaco di Parabiago Raffaele Cucchi vuol vederci chiaro.

Si è mosso anche il Sindaco del Comune di Canegrate, che è anche il capofila del Plis del Roccolo, che ha diffidato gli agricoltori dal coltivare campi che potrebbero essere stati contaminati.

Ho dato la mia disponibilità ai Sindaci, per conto dell’Associazione che rappresento, a costituirmi parte civile in eventuali azioni giudiziarie. Ho chiesto anche informazioni ad Arpa, all’ATS e ai Carabinieri forestali sull’ammaloramento delle fonti idriche esistenti sotto i terreni incriminati, sulla durata dell’inquinamento delle terre ora avvelenate, della possibilità di deterioramento dei terreni confinanti a quelli degli agricoltori coinvolti mediante la possibile diffusione di spore. A loro ho domandato pure delle conseguenze che possono verificarsi nelle persone e negli animali per aver ingerito cibi contaminati. Ho chiesto anche cosa debba e possa farsi da parte dell’associazione che rappresento in termini di iniziative propedeutiche all’azione degli investigatori, opportune per proteggere l’integrità e bontà dei nostri prodotti naturali e delle nostre consuetudini alimentari.

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