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Apologie Paradossali

CARITÀ E POLITICA

COSTANTE PORTATADINO - 16/07/2021

relatori (S) Avete presentato al Consiglio comunale di Varese “CARITÀ E POLITICA”, una conferenza di ATTILIO NICORA del 1991. Un bel testo, un commento molto penetrante e documentato alla “Lettera a Tito” di s. Paolo; ma con quale scopo? quale interesse può avere oggi un testo di trent’anni fa a commento di un altro, vecchio di quasi due millenni?

(C) Il titolo che accomuna i tre momenti potrebbe essere “Come ci si comporta di fronte ad un grande cambiamento?”  Infatti anche oggi siamo di fronte alla possibilità, necessaria probabilmente, di un grande cambiamento. Nel 1991 Nicora, oggi il Prevosto Panighetti che ha proposto questo incontro, hanno visto più chiaramente dei politici e di noi commentatori, che il cambiamento socio-politico in atto necessita di fondarsi sulla grande novità che ispirò allora le raccomandazioni di s. Paolo a Tito nei confronti della neonata comunità cristiana di Creta.

 ” E apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.” A Nicora non è sfuggito questo aspetto, direi LAICO, “formarsi un popolo… zelante nelle opere buone” 

(O) Io vedo anche  similitudini  storico-politiche tra le tre date prese in considerazione: nel 66 i cristiani, che non avevano il problema della democrazia rappresentativa e non si proponevano certo di mutare l’ordinamento imperiale romano,  dovevano comprendere che il cambiamento richiesto dalla nuova fede comportava anche una cambiamento dell’etica sociale,  come nel 1991  la fine del comunismo in Unione Sovietica pareva consentire il superamento delle contrapposizioni ideologiche e dischiudere un periodo di pace, di libertà e  di prosperità sotto il manto della globalizzazione. Oggi la globalizzazione è un fatto che ha svelato il suo volto più negativo nella pandemia e per contraccolpo ha generato, non solo in Europa la reazione uguale e contraria del sovranismo. In nessuno di questi tre momenti le virtù sociali, che Nicora indica come fondamento del vivere in comunità, sembrano godere di buona considerazione. Proprio per questo è importante riproporle, approfittando del clima creato dal governo Draghi, grazie alla figura e all’indole del Presidente del Consiglio e all’inedita formula di larghe alleanze.

(S) Che accoglienza ha avuto la vostra proposta?

(C) Positiva indubbiamente per le persone presenti, che mi sono apparse veramente interessate. Merito indubbio delle relazioni di Cesare Chiericati, dedicata in gran parte a ricordare l’attività apostolica in Varese del giovane Attilio e di quella di Rosangela Lodigiani, che ha approfondito e attualizzato i contenuti culturali del testo.

Conterà ancora di più l’impatto che potrà avere sui cittadini, specialmente sui giovani che non hanno conosciuto Nicora, se vorranno ascoltare la presentazione che è stata registrata da RMF e verrà presto pubblicata sul sito internet.

(S) Non illudetevi però che questo messaggio, per quanto alto e ben accolto, possa avere effetti immediati e tangibili. Temo che la campagna elettorale sarà tutt’altra cosa.

(C) Mi rendo conto che l’implicito appello ad una unità d’intenti possa suonare anacronistico. Il sistema elettorale è tendenzialmente divisivo, crea l’inevitabile contrapposizione tra i due candidati principali e ne sottolinea le differenze, piuttosto che facilitare convergenze, possibili almeno sul piano dei programmi amministrativi. Non è trascurabile il fatto dell’affastellarsi attorno ai candidati sindaci di innumerevoli liste “civiche” che, se hanno il merito di aumentare le possibilità di partecipazione di cittadini non aderenti a nessuna ideologia, tuttavia possono diventare, nel momento esecutivo, occasione di ulteriore frammentazione e di instabilità. Non sarebbe, però, un’eresia politica pensare che il primo atto del nuovo Sindaco, dopo la vittoria elettorale, sia la presentazione di un programma che allarghi il consenso ricevuto in fase elettorale. Capisco che l’espressione “maggioranza programmatica” possa suonare come antidiluviana, ma non sarebbe strano che per trovare il nuovo ci si debba ricordare di qualcosa già sperimentato.

(S)  Altre proposte?

(C) Penso che Varese debba ricordare in modo degno e duraturo il cardinale Attilio Nicora, un concittadino, non solo illustre per quanto ha dato alla Chiesa e contemporaneamente all’Italia, ma benemerito per la città e per la diocesi di Milano per l’attività pastorale che ha potuto dedicare loro,  nonostante quei gravosi impegni vaticani per i quali spesso non aveva nessun sostituto possibile e che gli impedivano di realizzare il suo più vivo desiderio, restare accanto alle persone e condividerne il cammino di fede, da vero Pastore.

(S) Sebastiano Conformi, (C) Costante, (O) Onirio Desti

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