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L'antennato

NOSTALGIA CANAGLIA

STER - 10/09/2021

techeUna volta, per riempire gli spazi morti in televisione si usavano le pecore al pascolo del celebre “intervallo”, poi evolutosi in una carrellata di suggestive vedute di borghi e città. Di più noioso ma analogamente folkloristico nella “tv d’antan” c’erano forse solo il monoscopio e gli annunci delle signorine buonasera. Ma il tempo, come cantava la Bertè, è un gran dottore e oggi come oggi ci sono diversi milioni di persone disposti a bersi cinquanta minuti di programma tutto dedicato a vecchi spezzoni di Maria Giovanna Elmi, Mariolina Cannuli e compagnia annunciante, come successo gli scorsi 21 e 23 agosto con le puntate di “Techetecheté” dedicate all’icastica professione della mitica Nicoletta Orsomando, scomparsa proprio in quei giorni.

Techetechete’ (nome inventato dal poeta Pasquale Panella, a simboleggiare la potenzialmente infinita ciclicità del repertorio tv) rappresenta ormai da anni una vera miniera d’oro per la programmazione estiva di Raiuno: attraverso l’evoluzione di un’idea molto semplice (e quindi, geniale), ovvero la riproposizione di vecchie clip tratte dalle trasmissioni della tv di stato dalle origini (1954) ai giorni nostri, si ri-valorizza materiale giacente da decenni negli archivi dell’azienda radiotelevisiva (che nel gergo Rai sono chiamate appunto ‘teche’).

L’idea primigenia del programma, piazzato nel preserale della stagione estiva, cioè da dopo il telegiornale all’inizio della prima serata, risale al 1999 ed è attribuita a Paolo De Andreis ed Elisabetta Borduagni, e si chiamava “Supervarietà”. Poi l’etichetta è cambiata in “Dadada” (dal 2009) e infine in “Techetechete’” (dal 2012), mettendo nel frattempo a fuoco la necessità autorale di dare a ciascuna puntata un filo conduttore, un tema attorno al quale legare la selezione di reperti pescati nello sterminato mare dell’archivio.

Così, può quasi giungere ad avere la dignità di un’indagine di costume l’antologia dedicata alle signorine buonasera, ma può risultare appetibile pure una serata tutta dedicata al “telefono in tv”, oppure agli “spettacoli scritti da Gino Landi”, a “Topo Gigio & friends”, o al “cantare i colori”. Poi si possono impunemente scimmiottare format di successo della concorrenza (“Stasera debutto” dedicato alle star in erba oppure “Il bello della diretta” con le papere e le gaffe più imbarazzanti) e ancora, celebrare con merito personaggi altrimenti ormai difficilmente spendibili, come Milva, Dalida o la Sastri.

Con cinquanta minuti di montaggio si raggiungono circa 3milioni e mezzo di spettatori ogni sera, con uno share non di rado superiore al 20% e si tratta di una struttura di programma così agile da consentire di rendere omaggio praticamente istantaneamente alle grandi star scomparse, quando succede, e quest’estate è successo per Raffaella Carrà (con la puntata del 5 luglio che ha segnato il record d’ascolto stagionale: 4 milioni e mezzo di spettatori, 22.31% di share… un sogno ad occhi aperti per il direttore di rete), con il maestro Battiato (“L’essere speciale” del 25 luglio, 3.358.000 ascoltatori) o con Gianni Nazzaro, dimenticato per decenni e omaggiato post-mortem con una puntata che forse avrebbe meritato già qualche anno fa.

Techetechete’ del resto ha tra il resto proprio il dono di riuscire a sublimare in mito ciò che fino a poco prima era considerato scarto, déjà-vù, o nella migliore delle ipotesi replica noiosa e polverosa.

Ma se è vero che non ci si stancherebbe mai di ammirare le inquadrature geometriche in bianco e nero di Falqui o le acrobazie vocali di Mina, e lo si sa da sempre, la scoperta più recente – ottimamente sviluppata in Techetecheté – sta nel fatto che non è meno attrattivo soffermarsi sugli show pacchiani e sberluccicanti anni ’80, o perdersi nelle melense melodie dei complessi anni ’70, per constatare quanto fossimo cheap e stupirsi che ci piacessero certe cose.

La replica televisiva insomma è come una droga: tutto sembra bello, ma poi riemergi dalla teca, scorri l’attuale palinsesto e cerchi subito un’altra dose di bianco e nero.

La situazione è così compromessa, che anche Mediaset ha deciso di sfidare il concetto di “cringe” e per domenica 12 settembre, sul canale Extra, ha in programma una maratona dei suoi giochi a quiz anni ’80: da “OK, il prezzo è giusto!” a “La ruota della Fortuna”, da “C’est la vie” al “Gioco delle Coppie”, passando per “Il Gioco dei 9” e “Il pranzo è servito”.

Rimpiangere quelle trasmissioni sembrava a molti impossibile, invece è tutto vero.

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