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Editoriale

REALISMO

MASSIMO LODI - 24/09/2021

Galimberti, Cassani e Antonelli, candidati sindaco a Varese, Gallarate e Busto Arsizio

Galimberti, Cassani e Antonelli, candidati sindaco a Varese, Gallarate e Busto Arsizio

Varese avrebbe potuto godere di un’epoca d’oro al tempo dei fasti padani. Oltre al sindaco, vestivano la maglia verde potenti ministri e sottosegretari. Accanto a loro un presidente della Regione amico/amicissimo, in mise Forza Italia. Ch’era il partito-leader della coalizione di centrodestra, ma a Varese tenuto un passo indietro da Berlusconi, pro borgomastri graditi all’amico Bossi. Silvio re a Roma, Umberto sovrano nella culla leghista. E cornice imperiale allorché, al Pirellone, Maroni avvicendò Formigoni.

La città sopravvissuta alle macerie di Tangentopoli voleva la rinascita. Accreditò fiducia ai successori del pentapartito a egemonia Dc-Psi, finito in rotta ingloriosa. Speranze ragionevoli. Però deluse e rideluse, tanto che nel 2016 un giovane candidato, sconosciuto ai più, riuscì nell’impresa di metter fine a ventitré anni di prevalenza avversaria. Una quota dell’elettorato favorevole all’asse Berlusconi/Bossi -rappresentato dai sindaci Fassa, Fumagalli e Fontana- cambiò parere e croce sulla scheda. Persuaso al transfert ideologico? Macché. Stanco dell’immobilismo sterile, salvo rare eccezioni. Galimberti vinse grazie a meriti suoi e demeriti altrui.

Atteso da un maximpegno -riparare i danni di ieri, costruire la civitas di domani- vi ha assolto spendendosi in molte iniziative e consumando ogni energia. Non è un’opinione. È un fatto. Lo testimoniano gl’interventi di servizio (la nuova illuminazione pubblica, il risanamento di decine di strade, l’attenzione ai disagiati, le promozioni culturali, eccetera) e le opere avviate e progettate (area stazioni, ex caserma, largo Flaiano, teatro Politeama, altro ancora). Ha fatto quel che voleva? Ha fatto quel che poteva, comprese provvide collaborazioni istituzionali, interlocutore primo la Regione Lombardia. Che l’ha aiutato tramite denari importanti.

Il resto deve ancora venire. Ma per venire, al titolare di Palazzo Estense necessita il tempo di un’altra legislatura. Banale valutazione da allargare a chiunque guidi una città, nel caso in cui abbia dato prova di valenza amministrativa. Galimberti a Varese, Antonelli a Busto Arsizio, Cassani a Gallarate. Se non l’ha data, ne va chiarita l’insipienza. Esemplificando (1) dove/perché è inciampato nell’errore. E indicando (2) su che cosa/come va riprogrammato il futuro. A partire da un nome che titoli personali, conoscenza del territorio e entente con la macchina municipale rendano credibile.

Senza le puntualizzazioni 1 e 2, qualunque chiacchiera appare vana. Nell’epoca della pandemia che obbliga al realismo, gli slogan servono a zero. Serve un futuro in cui il vincitore raccolga attorno a sé la sperabile disponibilità degli sconfitti a migliorarne l’avventura in nome del beneficio pubblico. Si chiama compromesso virtuoso, o idem servire: realizzabile al netto dei vizi propagandistici.

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