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Noterelle

RICCHI DI SALUTE

EMILIO CORBETTA - 01/10/2021

blade-runnerUna società di soggetti in buona salute ha possibilità economiche maggiori di una società di persone malaticce, deboli, richiedenti continue cure, assistenza, improduttive e molto costose da mantenere.

Un buon governante ha quindi la logica necessità di avere un popolo di persone in buona salute per tutto il loro ciclo vitale, che deve cessare senza malattia, ossia una società di soggetti che devono morire sani. In poche parole un popolo di replicanti, come quelli descritti nel famoso un poco profetico film Blade Runner.

La nostra realtà è ben diversa ma non viene comunque cancellata la necessità di avere una popolazione la più sana possibile, obiettivo di tutti i buoni governanti che dovrebbero mettere in atto misure di prevenzione di tutte le patologie possibili, capacità di cura favolose, quasi miracolose.

Stiamo parlando di una chimera? Il futuro dell’uomo, sempre incerto ai nostri occhi, procede velocemente verso nuove tecnologie che già stanno lasciando profonde impronte sul cammino della nostra vita e che hanno la capacità di condurci verso realtà inimmaginabili alla maggioranza di noi, ancorati ai bisogni della vita quotidiana e su cui sta incombente lo spettro, o la grande invenzione, della intelligenza artificiale. Maligna torturatrice o grande dono della provvidenza?

Interrogativo immenso, sintetizzabile in un’altra domanda: sarà lei a condurci sui sentieri della vita o saremo noi capaci di utilizzarla per raggiungere i nostri fini, a nostro vantaggio? Sarà lei capace di togliere le sofferenze nella nostra vita che si prolungherà in tempi indeterminati?

Quando fu scoperta l’energia atomica ci rendemmo conto che aveva grandi possibilità positive, ma poteva nello stesso tempo segnare la fine dell’umanità. Viene il timore di trovarci davanti ad un nuovo analogo interrogativo: siamo di fronte a qualcosa che dominerà il nostro esistere apparentemente felice ma di fatto togliendoci “il libero vivere”, segnando la fine dell’uomo sapiens che si trova tra le mani un drammatico giocattolo capace di annullarlo?

C’è il timore di essere trasformati, come detto, in una popolazione di replicanti, con capacità fisiche superiori alle attuali, ma impossibilitati a raggiungere ciò che vogliamo. Ma sappiamo bene ciò che vogliamo? Veramente?

Il nostro futuro sta nell’uso della tecnologia elettronica, pericolosa quanto la radioattività, o al contrario nel becero doloroso uso dei fucili mitragliatori, con conseguente rifiuto del progresso e ritorno al medio evo?

Siamo sempre di fronte a scelte vitali, ma scegliamo noi o dietro le nostre spalle ci sono algoritmi che ci impongono le direzioni da prendere? Non è quasi sempre stato così?

Nella prima metà del secolo scorso in Italia si voleva una gioventù caratterizzata da “otto milioni di baionette” ma chi maneggiava la baionetta che scelte poteva fare? Ora la nostra gioventù ha nelle mani i cellulari, computer di tutte le dimensioni con cui dialogare, ma può scegliere che fare nella vita? Anni di studi liceali, accompagnati da software affascinanti, si trovano di fronte test improbabili, approntati da misteriosi “saggi” che impongono chi può studiare e chi no! Scelgono loro il lavoro che i giovani faranno? In quei test già c’è lo zampino della “intelligenza artificiale”, oltre a rudimenti di psicologia, fini tranelli che stimolano sempre più la furbizia e sempre meno l’intelligenza. Ma questi saggi sanno veramente di quanti medici, paramedici, ingegneri, insegnanti, ricercatori, tecnici informatici, economisti, avvocati, biologi, allevatori, agricoltori, idraulici, fabbri, muratori la nostra società ha bisogno? Si hanno davanti seri studi statistici, ignoti ai giovani e purtroppo a molti politici, o “si va a caso” buttando al vento studi fatti fino ai 18 anni, tanto che qualche mese fa ci si chiedeva: “Cosa l’è adesso questo esame di maturità?”

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