Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Storia

LAVORO E WELFARE

SERGIO REDAELLI - 04/05/2012

Il cotonificio Borghi di Varano

“La grande industria è […] contraria alla natura umana, al suo sviluppo fisico […] La responsabilità di quegli imprenditori è dunque incalcolabile, come immensa la latitudine del loro dovere, il quale consiste nel conciliare le necessità dell’industria colle esigenze della natura umana, in modo che i progressi dell’una non siano mai per inceppare lo sviluppo dell’altra”. Sono parole dell’industriale Silvio Crespi (1868-1944) che succedette al padre Cristoforo nella conduzione del cotonificio di Crespi d’Adda (Bergamo) e realizzò uno dei primi villaggi operai lombardi a cavallo fra l’Otto e il Novecento: una cittadella industriale dotata di servizi innovativi per l’epoca (illuminazione elettrica, capillare rete idrica ecc.), oggi considerata un gioiello dell’archeologia industriale, tanto che nel 1995 entrò nella World Heritage List dell’Unesco.

Fra i tanti meriti di Silvio Crespi bisogna ricordare che promosse la costruzione dell’autodromo di Monza nel 1922 e la costruzione della Milano-Laghi, prima autostrada in Italia nel 1925, che fu banchiere (presidente dalla Banca Commerciale Italiana) e abile uomo politico. Promosse un’ampia normativa per migliorare le condizioni dei lavoratori (leggi antinfortuni, regolamentazione del lavoro notturno e minorile, del diritto al riposo festivo settimanale, protezione delle lavoratrici in gravidanza…) e rappresentò l’Italia alla Conferenza della Pace di Parigi nel 1919 come ministro plenipotenziario. “La casa operaia-modello deve contenere una sola famiglia ed essere circondata da un piccolo orto, separato da ogni comunione con altri…”, predicava già Cristoforo Crespi, padre di Silvio e fratello di Benigno, proprietario del Corriere della Sera.

A Crespi d’Adda s’intrecciavano le esigenze di profitto e quelle filantropiche. Le case degli operai furono costruite seguendo un modello condominiale, palazzoni abitati dalle maestranze. Poi il villaggio si ampliò attorno alla fabbrica con villette bifamiliari e l’orticello. Insieme alle case nacquero la scuola, la chiesa, il campo sportivo, i bagni e le docce pubbliche, il lavatoio, un piccolo ospedale, la scuola d’economia domestica, la banda, i vigili del fuoco, il negozio di generi alimentari e di vestiario, un bar per il dopolavoro e perfino la piscina coperta.

Questa visione umanistica della fabbrica e delle responsabilità degli imprenditori non restò isolata. In provincia di Varese fece proseliti nella famiglia Borghi che impiantò a Varano un fiorente cotonificio che dava lavoro a quasi duemila operai e trasformò il paese costruendo case per gli operai e villette per i direttori, l’asilo nido, le scuole, gli enti assistenziali per gli anziani e i servizi sociali.

I Borghi bonificarono i terreni malarici circostanti e introdussero in azienda macchine per impedire il disperdersi nell’aria dei pulviscoli insidiosi per i polmoni degli operai, turbìne per purificare e rinfrescare l’aria, lavatoi e bagni con l’acqua corrente, avvisatori elettrici contro gli incendi e altri moderni marchingegni. Insomma i Borghi, come i Crespi, non si limitarono a potenziare la produzione e gli affari, ma si preoccuparono del welfare dei dipendenti dimostrando di avere un’idea evoluta del lavoro e dello spirito di collaborazione che deve esistere tra “padroni” e operai nell’interesse reciproco. A queste due dinastie di pionieri – i Crespi e i Borghi – è dedicato uno dei pannelli della mostra multimediale “Verso una nuova formula di Welfare Mix: un ritorno a Adriano Olivetti” che si terrà al Palazzo dei Giureconsulti a Milano dall’11 al 21 maggio.

La mostra, gratuita e aperta a tutti, è organizzata in occasione della seconda Giornata nazionale della previdenza (www.giornatanazionaledellaprevidenza.it) ed è dedicata al mondo delle pensioni, dell’assistenza, della salute, del welfare pubblico e integrativo. Si sviluppa con incontri tra i professionisti del settore e i visitatori per instaurare un dialogo che permetta di conoscere le regole, i servizi, i prodotti e di raccogliere informazioni utili per compiere scelte pensionistiche consapevoli.

L’edizione 2011 al Palazzo della Borsa ebbe l’alto patronato della Presidenza della Repubblica, contò ventisei convegni, seminari, workshop e ottanta stand di enti pensionistici e assistenziali pubblici e privati, di fondi pensione complementare, casse di assistenza sanitaria e società con piattaforme mobili per fornire informazioni e estratti conti previdenziali in “diretta”. I visitatori furono oltre tremila. Gli studenti delle Università di Torino, Venezia, Bologna, Roma, Napoli e Catania parteciparono in videoconferenza.

Nel 2012 la rassegna, unica in Italia, è diventata multimediale con video e installazioni per conoscere le nuove forme del welfare e per comprendere la filosofia e gli obiettivi che spingono le aziende – anche in un momento di crisi come questo, caratterizzato dalle polemiche sociali per le riforme volute dal governo Monti – a investire per il benessere dei dipendenti. La rassegna mette in luce la storia, il ruolo attuale e la possibile evoluzione futura delle iniziative del settore integrativo. Senza dimenticare le origini con il richiamo all’imprenditore di Ivrea Adriano Olivetti che, dagli anni ’30 del secolo scorso, si fece promotore di un modello industriale innovativo.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login