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Opinioni

SOL DELL’AVVENIRE

ROBI RONZA - 08/10/2021

L’imponente girandola mediatica costruita sullo spunto di Youth4Climate e di Pre-Cop 26 — le due conferenze internazionali sul clima che, in stretta sequenza l’una con l’altra, hanno avuto luogo a Milano tra il 28 settembre e il 2 ottobre scorsi – non è di certo un evento estemporaneo e casuale. In tutto il suo svolgersi si è visto il segno di notevoli investimenti e di grandi competenze in materia di comunicazione pubblica.

É evidente che a sostegno dell’idea del presunto carattere catastrofico del cambiamento climatico in corso (ultimo episodio di una serie che ricorre in tutta la storia) sono schierati ingenti interessi e si sta costruendo un consistente e ambizioso progetto politico. Non sto dicendo che tali interessi siano indegni e che tale progetto sia inverecondo; ciò non toglie però che si collochino in una prospettiva autoritaria e oligarchica che a mio avviso merita di venire fermamente contrastata. Rivendico pertanto la libertà di discuterne, oggi invece largamente negata. E fatico a sopportare il modo perentorio e sprezzante con cui le forze che lo sostengono lo vogliono imporre (un modo del quale nel suo intervento a Milano Greta Thunberg ha dato ancora una volta un ottimo esempio).

Varie conferenze preparatorie, in capo all’Italia nella sua veste di presidente di turno del G 20, hanno avuto luogo negli scorsi mesi presso il centro congressi della Fiera di Milano senza che quasi nessuno se ne accorgesse. Ben diversa invece è stata negli scorsi 30 settembre/2 ottobre la sorte della conferenza ministeriale preparatoria del Cop26, il vertice mondiale sull’ambiente in programma a Glasgow nei prossimi 1-11 novembre. Collocandole a ridosso la conferenza Youth4Climate (28 settembre/2 ottobre) qualcuno l’ha abilmente usata come… detonatore dell’ulteriore ripresa di una campagna internazionale di allarme destinata ad accompagnarci per tutto il corrente mese fino all’inizio del vertice di Glasgow.

Nella moderna comunicazione di massa tendenzialmente “vince” chi parla per primo, non chi poi replica. Chi ha scelto di far iniziare Youh4Climate due giorni prima di Pre-Cop26 lo sapeva, e ne ha tenuto ben conto. Agli occhi del grande pubblico i due eventi sono così apparsi come se fossero uno solo: una grande assise mondiale con Greta Thunberg al centro della scena nella parte del Grande Inquisitore e i ministri dell’Ambiente dei più importanti Paesi del mondo a fare da sfondo, e per di più nella veste ingrata del colpevole chiamato a giustificarsi.

In realtà tutti sanno benissimo che all’imminente vertice di Glasgow il progetto di cui Greta Thunberg è antesignana — ossia il passaggio a spron battuto dalle energie prodotte con combustibili fossili alle sole energie rinnovabili — non potrà affatto venire accolto per il semplice fatto che è non solo impossibile ma anche catastrofico. A che cosa punta allora chi sta cercando di accreditarlo come il nuovo sole dell’avvenire? Non a salvare il pianeta, che non sta bene ma non sta malissimo. E si può curare anche non al prezzo dello sconquasso dell’economia. moderna con tutta la miseria e le iniquità che ne deriverebbero.

Il progetto di chi sta investendo così ingenti risorse ed energie nella diffusione della paura per la presunta apocalisse climatica prossima ventura è molto probabilmente un altro: è quello dello spostamento del potere dalle democrazie alle ristrettissime cerchie dei nuovi potentati dell’era della globalizzazione. Nuovi ceti di governo legittimati non più dal consenso popolare bensì da un presunto sapere scientifico inoppugnabile elaborato da «esperti» al loro servizio.

www.robironza.wordpress.com

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