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Noterelle

TENSIONI DELLA VIGILIA

EMILIO CORBETTA - 15/10/2021

Si discute molto sulla scarsa affluenza degli elettori alle urne. Uno dei motivi di questo disertare è il constatare, da parte di chi vota, quanto sia apparentemente scarsa l’efficacia del proprio voto sui comportamenti degli eletti dopo le battaglie elettorali: sembra imperare la scarsa memoria degli stessi. Sono loro che soffrono di amnesia o in modo perverso pensano che gli elettori non si ricordino delle promesse a loro fatte?

I voti sembrano significare poco e il nostro voto appare come un minimo puntino sull’ampia tabula (rasa) della politica, ma i punti, se da soli faticano a dire o ad essere interpretati, quando si uniscono possono diventare una linea (retta o curva a indicare una decisa direzione) o possono formare un gruppo di puntini raccolti nello spazio di un diagramma e, anche in questo caso, esprimono i bisogni di una popolazione, quindi fan sì che la tabula non sia più una superficie piatta insignificante ma un disegno che parla. È importante ovviamente che chi si dedica alla politica sappia leggere la tabula. I puntini diventano inutili, o più difficile da interpretare, quando non ci sono e non compaiono assolutamente: sembrano non dire nulla, ma i politologi si scatenano ad interpretare l’astensionismo.

Alle ultime elezioni, come detto, i puntini nascosti sono stati molti e la loro assenza ha trasformato le linee in tanti segmenti, ma anche questi tratti di linee riescono a parlare, anche se forse sono più difficili da interpretare da parte di quelli che si sono messi in gioco politicamente.

Qualcuno potrebbe affermare che sono puntini anche loro, i politici, ma la loro passione dovrebbe trasformarli in semi che producono (il famoso granello di senape …). È il sogno di molti ma le regole elettorali spengono gli entusiasmi.

Questa realtà che abbiamo tradotto, con parecchia presunzione, in geometria ora ci conduce al ballottaggio (frequente nelle nostre elezioni varesine), portando a notevole tensione la psicologia dei protagonisti: tensione massima ovviamente a livello dei candidati sindaco, ma anche a livello di tutti i gregari, che hanno cercato di convogliare preferenze sul protagonista apicale, ma anche su loro stessi nel desiderio d’essere futuri attori nell’amministrazione della città. Si, ma con l’importante quesito: in maggioranza o all’opposizione? Il gruppo vincente sarà premiato portando un numero maggiore di consiglieri, per cui anche chi ha raccolto un minor numero di preferenze potrà sedere in consiglio.

Ma questi puntini perché vogliono “fare”? Quale intento li muove? Essere protagonisti per sé stessi o per amore veramente generoso nei confronti della città? E la tensione, l’ansia è maggiore nei primi o nei più generosi? Giusto avere un certo grado d’amor proprio, ma quando questo è esagerato il “buon politico” può diventare dannoso creando tensioni all’interno del gruppo dei pedalatori di queste due settimane di “volata” (tanto per usare un linguaggio sportivo molto in voga in questi giorni).

Chi saprà usare intelligenza per ben comunicare coi cittadini (prima ridotti in modo un po’ perverso a puntini), dando sfogo alle sue tensioni e portando consensi al suo mulino? Momento di incertezza? Tensione simile alla vigilia di un esame? Ma un esame dipende da quanto hai studiato, qui invece da quello che tu appari agli occhi dei puntini, alla stima che loro hanno nei tuoi confronti.

Ma c’è un fenomeno preoccupante su cui meditare: da un po’ di tempo parecchi puntini sono convinti di contare di più se disprezzano il votare e manifestano per le strade, preferibilmente in modo violento, nella convinzione di poter trascinare nella protesta altri e questo offre a certi politici lo spunto per accusare di incapacità i membri del governo. In questo caso sulla tabula appaiono scarabocchi che talvolta ottengono effetti contrari. Ma c’è un legame fra questo fenomeno e il nostro ballottaggio varesino? A guardar bene sì, perché i brontoloni sono in lizza anche da noi.

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