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In Confidenza

FELICITÀ

Don ERMINIO VILLA - 22/10/2021

man holding arms up in praise against golden sunsetLa domanda se la fanno tutti: quando uno può dirsi davvero felice?

La Bibbia dice che la felicità viene da Dio: conoscerlo, dimorare in lui, camminare alla sua presenza, fare la sua volontà, sentirsi protetti, guidati, consolati, perdonati, accolti, amati: qui sta la nostra felicità.

Le beatitudini di Gesù sono il cuore del Vangelo, che è la “bella notizia”, comunicata agli uomini da Gesù stesso!

In lui le beatitudini diventano concretamente visibili: Lui ne è l’autore e… il modello perfetto!

Ancor prima che ricordarci le cose che dobbiamo fare noi, ci dicono chi è il Dio della beatitudine e cosa fa Dio per noi.

Davanti alle folle che lo cercavano, Gesù provava nel cuore grande compassione, affetto profondo, immensa tenerezza.

L’annuncio, il fine della fede è una promessa di felicità per tutti!

Gesù lo dice a chi lo ascolta: puoi essere beato fin d’ora: è ciò che desidera Dio per ogni creatura vivente.

E ripete più volte: “beati”, perché questa è l’essenza del cristianesimo!

Se chiediamo ai santi il segreto della loro santità, ci parlerebbero della gioia del cuore, della bellezza della grazia, del sentirsi figli tanto cari a Dio!

Tutti proviamo la fatica, qualcuno sopporta anche croci pesanti.

Come parlare di beatitudine se le cose stanno così?

Il Vangelo di Cristo non ha paura di misurarsi con il vissuto umano e le sue ferite e contraddizioni.

Ma quando il Vangelo diventa vita, l’esistenza di chi crede è pronta per il Regno di Dio.

Gli insegnamenti di Gesù diventino il nostro programma di vita!

Proviamo a vivere secondo lo stile delle beatitudini: a chi si fida il Signore non tarderà a far sentire pace e serenità; non c’è che da provare, imparando da un esempio semplice e chiaro.

Un giorno, un padre guardava il suo bimbo che voleva spostare un pesante vaso di fiori. Il bimbo si sforzava, brontolava ma non riusciva a smuovere il vaso di un millimetro. Allora il papà gli chiese:” Hai usato tutte le tue forze?”. “Sì” fu la risposta. E il papà: “No, tu non mi hai chiesto di aiutarti!”.

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