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Editoriale

ET ULTRA

MASSIMO LODI - 29/10/2021

Fonte: VareseNews

Fonte: VareseNews

Regola, misura, equilibrio. In tre parole si riassume il criterio costitutivo della nuova giunta comunale di Varese.  Regola: tener conto dei numeri elettorali, distribuire gl’incarichi rispettando la matematica. Misura: aggiungere la valutazione ponderale degli assessorati, ce ne sono di magri e di grassi, ciò che influenza la composizione di squadra. Equilibrio: individuare le personalità adatte al ruolo, mischiando esperienza (replay d’alcuni ex) a cambiamento (le new entry).

Galimberti ha lavorato su questa traccia. Ascoltando l’insieme delle forze politiche cui deve il raddoppio, poi decidendo da solo. Un’operazione conseguente alla reciproca fiducia: del sindaco verso i compagni d’avventura, di loro verso di lui. Segnali importanti. 1) il senso di responsabilità. Esempio: la rinunzia del Pd ad allargare, come gli toccava, lo spettro dei suoi governanti a pro dei partner dell’alleanza. 2) il continuismo. Esempio: la riconferma dei titolari di settori cruciali, tipo urbanistica, lavori pubblici, servizi educativi, assistenza sociale, bilancio: Civati, Dimaggio, Molinari, Buzzetti. Idem a proposito del vicesindaco, anzi vicesindaca: Perusin era, Perusin é. 3) il rinnovamento. Esempio: le nomine di Laforgia alla Cultura, della San Martino all’Ambiente, di Malerba allo Sport. Una spinta a produrre idee e allacciare relazioni, nell’ottica di dar voce al pluralismo civico, a multilaterali correnti di pensiero, a qualità/risultati già espressi sul campo.

Il trasloco dai banchi dell’assemblea al tavolo dell’esecutivo d’alcuni eletti favorisce la promozione di sei mancati consiglieri. Tra di essi Coen Porisini, ex rettore dell’Insubria e candidato a presiedere il consesso perché figura di prestigio. Sarà un punto di riferimento autorevole. Non il solo. Alle viste concessioni di deleghe importanti, che marcheranno il cammino amministrativo. Esempio: quella alla sanità. Destinatario Guido Bonoldi. Per bagaglio professionale, ex primario ospedaliero; e per spirito di servizio, ex presidente del Molina. Ulteriori dettagli, affatto trascurabili, sono in arrivo.

Infine la sostanza politica. Galimberti è atteso da un complicato quinquennio. Deve ultimare quanto ha fatto, metterci del nuovo, investire al meglio le ricadute locali del Pnrr, rispondere a grandi attese, allargare il consenso. Dentro il palazzo e fuori. Nel primo caso, è immaginabile -in armonia con la pronosticata evoluzione a livello nazionale- il convergere di forze moderate sulle posizioni del sindaco. Nel secondo, è prevedibile il tentativo d’accaparrarsi un’aggiunta di credibilità popolare, funzionale a futuri scenari regionali et ultra. La rielezione dei vittoriosi nel 2016 si deve -al netto del fenomeno astensionista- anche alla capillare, quotidiana, insistita ricerca del dialogo con i “marginali, i nascosti, gl’invisibili”. È la strada da prendere in direzione d’altre periferie lombarde, di Milano e di Roma.

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