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Artemixia

LA BELLEZZA DEL VIVERE

LUISA NEGRI - 12/11/2021

 

“Piero mi ha insegnato la vita” cosi raccontava Mimma Buzzetti, consorte di Piero Chiara, a chi la intervistava nel ’91 per Lombardia Oggi, inserto settimanale della Prealpina, allora diretto da Guido Re.

L’intelligenza vivace di lei, compagna dello scrittore dal ‘55, poi moglie dal ’74, la portava a considerare con orgoglio e gratitudine la condivisione di un’esistenza umanamente ricca e fortunata.

Una fortuna, le assicurava Piero, che gli arrivava proprio attraverso lei, tanto che la volle vicina quando andò da Mondadori con il dattiloscritto di Il Piatto Piange.

Furono due ore di trepidante attesa in macchina per Mimma.

Ricambiate però da un incipit editoriale che apriva, nel 1962, un’avventura letteraria baciata sempre più nel tempo dalla gloria, dal successo crescente -con milioni di copie di romanzi venduti- e anche dalla buona sorte economica. Ai romanzi di Chiara si affiancheranno racconti, saggi, biografie e traduzioni. Come quella del Satyricon di Petronio, con Federico Roncoroni, suo insostituibile collaboratore.

Nel mix sconfinato di curiosità e vasta cultura, di ordine e sregolatezza, di avventura e meticolosità borghese, di luci e malinconiche ombre che Piero le offrirà nella vita giorno per giorno, Mimma aveva intravisto da subito la cifra di un grande uomo, agitato e turbato dalla bellezza del vivere.

E proprio “La bellezza del vivere. Le passioni di Piero Chiara” è oggi titolo dell’emozionante mostra a lui dedicata, organizzata dall’ Associazione Amici di Piero Chiara, che si avvale di un raffinato allestimento (si vedano in particolare le storiche sale, quella degli Svaghi e quella delle Colonne), negli splendidi spazi del Castello di Masnago.

Nell’antico maniero varesino risaltano al meglio i momenti e le tante facce di una vita (Luino 1913, Varese 1986), che definire di scrittore sarebbe riduttivo. Perché scopriamo qui anche il viaggiatore colto. Non quello che va ovunque ma l’altro che -nei luoghi che a lui piacciono- trova nuovi piccoli mondi. E li fa suoi: ritornandoci con la memoria e la scrittura.

Succede in Francia dove si reca da giovane migrante. Aiuto in cucina, asciugando forchette e coltelli -si racconta egli stesso in un filmato in mostra- sente d’essere quel raffinato gourmet che sarà sempre. In grado di capire che i migliori trucchi, come anche annoterà, risiedono nella precisione della cottura, perché “Il fuoco fa il cuoco”, e nella semplicità della ricetta. In Svizzera -ci arriverà da esule politico nei campi di internamento- si scopre invece insegnante, poeta e scrittore. Poi prende addirittura moglie, Jula Scherb, con cui ha il figlio Marco nel ‘37. Sarà un matrimonio destinato a finire presto.

E nel viaggio in Sicilia, culla paterna, assieme al sapore dei frutti e al colore forte della natura, nel groviglio dolceamaro di una terra forte, trova e racconta (Con la faccia per terra) spiragli di speranza. In terra varesina lavora da cancelliere di tribunale nel dopoguerra: si godrà il tempo libero nei caffè della città, da giocatore di carte e di biliardo.

Non mancano nella rassegna, accanto ai libri, ai filmati, alle interviste, (e ai tanti documenti d’archivio) gli oggetti che sono tra i più importanti pezzi di una vita: le sedie in velluto rosa del salotto di casa, le valige colme di libri, suoi e altrui, i cappelli di Mimma e Piero che i varesini d’antan si ricordano di avere ammirato: il baschetto rosso -colore da lei prediletto- e la paglia estiva di lui. Ma ci sono anche le bacheche con le carte da gioco e il biliardo. E gli occhiali dorati, più volte immortalati dai migliori fotografi, o dagli amici ritrattisti come Cesare Viviani e Francesco Messina. Perché anche l’arte fu una sua grande passione. Non fece mancare le sue collaborazioni e i consigli per importanti mostre negli anni Cinquante e Sessanta. Era collezionista colto, in amicizia con Tavernari, Guttuso, Vittore Frattini, spesso impegnato in conferenze o nella stesura di testi dedicati. La sua libera scrittura correva in ogni direzione, sulle onde della vita.

Proprio come la sua barca quando, da velista in assoluta beatitudine, la lasciava scivolare per ore, prima di ormeggiarla, mansueta, sulle onde argentee del Lago Maggiore.

La bellezza del vivere. Passioni di Piero Chiara
Mostra a cura di Francesca Boldrini, Serena Contini, Mauro Novelli
Coordinamento e allestimento degli stessi curatori e di Bambi Bianchi Lazzati
Castello di Masnago, via Cola di Rienzo 42, Varese
fino al 31 dicembre 2021
10.00/12.30-14.00/18.00 chiuso il lunedì
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