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Politica

MODELLO ALLA TEDESCA

GIUSEPPE ADAMOLI - 19/11/2021

Verso un semi presidenzialismo?

Verso un semi presidenzialismo?

Sulla contrapposizione Giorgetti-Salvini di qualche settimana fa, poi pacificata con una finzione tattica, è caduto rapidamente il silenzio. Credo invece che un paio di punti meritino una riflessione.

Il primo è tutto politico. Non c’è dubbio che Giorgetti rappresenta la realtà quando osserva che la Lega ha imboccato la strada del legame con la destra più dura: Bolsonaro, Orban, i leader polacchi. E non ha tutti i torti quando dice allarmato che alla lunga diventerà per loro difficile conciliare questa linea con la partecipazione ad un governo europeista come quello di Draghi. E forse perfino ad un successivo governo che non potrà essere in profondo contrasto con l’UE per l’attuazione del Recovery Plan. La risposta a queste preoccupazioni l’avremo subito dopo l’elezione del Capo dello Stato.

Il secondo punto riguarda un aspetto molto complesso della nostra statualità. Come noto, parlando del nostro “discutibile” sistema di governo, Giorgetti ha dichiarato che se Draghi fosse nominato Presidente della Repubblica potrebbe guidare dal Quirinale il convoglio del governo. In questo modo ha prefigurato un semi presidenzialismo che non esiste e non può esistere senza un radicale cambiamento costituzionale che non è all’ordine del giorno.

Esiste però, eccome, il problema di “raddrizzare” il sistema di potere per renderlo più efficiente ed efficace. Qualunque sia l’ideologia o la preferenza di ciascuno di noi, è facile ammettere che il campo politico deve riattaccare la spina con l’elettorato che non per nulla è attratto dalle sirene dell’astensionismo.

Uno dei modi per raggiungere questo obiettivo, molto più realizzabile di quello indicato da Giorgetti, è certamente la riforma del sistema elettorale. Quello in vigore, ahimè, favorisce l’instabilità di governo e la scelta dei parlamentari fatta dai leader e dai capi corrente anziché dagli elettori.

Semplifico in questo modo. Se si vuole un sistema che spinga i partiti ad offrire agli elettori la scelta della coalizione che governa, meglio il maggioritario anche se con la riduzione dei parlamentari un effetto in questo senso è quasi implicito.

Se si vuole favorire la scelta del singolo partito e non della coalizione, il modello migliore sarebbe quello proporzionale di tipo tedesco: 1) con uno sbarramento magari al 5% per ridurre lo “spezzatino politico”; 2) con la sfiducia costruttiva per portare stabilità al sistema. Vero che la sfiducia costruttiva richiede una modifica costituzionale ma ben più semplice e fattibile che non quella radicale del semi presidenzialismo indicato da Giorgetti.

La mia propensione sarebbe per un sistema declinato esplicitamente in senso maggioritario ma mi rendo conto delle difficoltà che oggi incontrerebbe. E allora si vada verso il modello tedesco con gli accorgimenti necessari anche per favorire la scelta delle persone magari con un buon numero di collegi uninominali, come in Germania, o con le preferenze espresse da chi vota.

Queste modifiche elettorali dovrebbero essere introdotte subito dopo l’elezione del Capo dello Stato. Se lo saranno, una malandata legislatura potrebbe finire bene con la vittoria sulla pandemia, con le necessarie riforme di struttura richieste anche dall’Europa e con una riforma elettorale che potrebbe dare più potere al cittadino elettore.

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