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Zic & Zac

IL COVID CHE DIVIDE

MARCO ZACCHERA - 07/01/2022

Il vaccino rifiutato

Il vaccino rifiutato

È inutile prenderci in giro, diciamoci la verità: l’Italia è sempre più profondamente divisa tra vax e no-vax, mentre cresce la platea degli scettici, dei diffidenti, di quelli che ogni sera ascoltando la tv non riescono a capire con chiarezza come evolva effettivamente la situazione.

Sarà per le nuove varianti, certo che i vaccini che prima sembravano una risposta sicura alla pandemia diventano ora nell’immaginario collettivo solo una sorte di coadiuvanti a ridurne gli effetti. Chi si riteneva immune dopo la terza dose ha capito che non può considerarsi tale, ma nello stesso tempo i fronti si schematizzano tra chi imputa ai “no-vax” la responsabilità della diffusione contagiosa e – all’opposto – i non vaccinati che insistono a sostenere il concetto “non ci fidiamo, non sappiamo cosa introducano effettivamente nel nostro corpo e le sue reazioni future”. Intorno c’è una sterminata platea di “esperti” che dichiara, esterna, urla, litiga spesso fornendo numeri confusi e contraddittori, promesse e previsioni non mantenute, dati quotidianamente inesplicabili.

Forse sarebbe utile una maggiore chiarezza per sapere ogni giorno – senza furbizie – quanti ricoverati fossero stati vaccinati oppure no, quanti dei malati gravi siano effettivamente no-vax mentre resta il dubbio che siano conteggiati morti Covid anche persone che purtroppo avevano anche altre concomitanti patologie.

Chiarezza su questo tema servirebbe per capire se e come il Covid resti e resterà un’emergenza o piuttosto si evolverà in una sorta di malattia più o meno stagionale – tipo l’influenza – di cui ogni anno c’è una nuova variante e relativo vaccino.

Solo così (se i numeri dimostreranno i loro effettivi rischi a non cautelarsi) si riuscirà forse a convincere chi non vuole vaccinarsi finalmente a farlo. Per esempio confermando se risponda al vero che la probabilità di essere ricoverati sia 16 volte di più per i no-vax rispetto ai vaccinati.,

Certo il sistema denota crepe evidenti nel momento in cui si ammette che non si riescono più a censire e gestire i contagiati (“Immuni” non doveva risolvere il problema?) ma attenzione perché la matematica non è un’opinione: se tutti i “contatti” dei contagiati – soprattutto se asintomatici – dei giorni precedenti la scoperta della loro positività dovessero mettersi in quarantena, con l’attuale indice di crescita dei contagiati tra poche settimane in Italia non lavorerà più nessuno, perché tutti più o meno saranno stati a “contatto” con inconsapevoli contagiati che crescono al ritmo di decine di migliaia al giorno! Ma la quarantena era ed è utile, è indispensabile oppure no? Perché se la si cancella ora per i vaccinati motivando la decisione con il “sarebbero troppi a fermarsi” ciò significherebbe solo eludere il problema. La decisione del governo è sembrata una tardiva presa d’atto di una problematica ormai sfuggita di mano.

Altro discorso da chiarire è l’eccessiva dipendenza del sistema Europa nei confronti delle case farmaceutiche, mentre è inaudito che si spediscano milioni di dosi Astrazeneca quasi scadute nel sud del mondo perché da noi non le vuole più nessuno (eppure sono state pagate a caro prezzo). Una gran brutta immagine di puro razzismo.

Non si capisce perché i grandi governanti della terra non si siano uniti – calmierando i prezzi – per limitare i profitti di case farmaceutiche che ormai comandano le borse del mondo e che nella corsa ai vaccini emettono continuamente nuovi modelli, dosi, pillole alternative. In una Unione Europea che si dice democratica tutti dovrebbero essere informati degli accordi con le aziende del settore con prezzi, tempi, modalità di consegna, scontistica: un appalto pubblico non può esserlo a metà, visto soprattutto il costo stratosferico per l’acquisto di centinaia di milioni di dosi e l’iniziale ingente aiuto economico istituzionale che fu concesso ai produttori proprio per studiare i nuovi vaccini.

Anche questo è un tema divisivo: la gente che mette a repentaglio la propria salute vorrebbe sapere come proseguano le ricerche scientifiche e diffida dei monopoli culturali temendo che anche dietro le news circolino interessi economici nascosti.

Per molti l’impressione è che ormai il Covid – e tutto quanto ci gira intorno – sia diventato soprattutto un grande business. Certamente anche chi si è convintamente vaccinato – come me – comincia a chiedersi se il Covid non stia semplicemente diventando un strumento di profitto e si siano nascoste le responsabilità iniziali di questa pandemia. Di sicuro il business cresce, come la polemica sul costo delle mascherine FFP2, in poche ore salito alle stelle appena si è saputo della loro maggiore necessità.

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