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Sport

VARESE BARTALIANA

CLAUDIO PIOVANELLI - 07/01/2022

???????????????“L’é tutto sbagliato, l’é tutto da rifare!”. La celeberrima massima di Gino Bartali trova spessissimo, a distanza di anni, puntuale applicazione e più che mai, in questa stagione, può essere riferita alle vicende della Pallacanestro Varese, alle prese con l’ennesimo campionato di grande sofferenza.

Perché è tutto sbagliato? Molto semplicemente, a tre mesi dall’inizio del campionato, la Openjobmetis è costretta a sostituire quattro dei cinque giocatori che in origine avrebbero dovuto comporre il quintetto base: forse un unicum nella storia del basket italiano.

Elijah Wilson, guardia specialista del tiro da tre punti, è stato il primo ad andarsene dopo avere messo insieme la miseria di 13 punti nelle cinque partite disputate, concluse con una media di realizzazione pari al 22,% da due punti e al 17,9% da tre punti e, soprattutto, con un indice di valutazione incredibilmente pari a -11!

Lo ha seguito la scorsa settimana il pivot John Egbunu; giunto a Varese a metà dello scorso campionato, aveva dato un sostanzioso contributo alla conquista della salvezza rivelandosi, pur con vistose pecche sul piano tecnico solo in parte compensate da uno straripante atletismo, il miglior rimbalzista del campionato. Quest’anno però Egbunu (tra l’altro alle prese con il Covid) non si è ripetuto e alcune voci hanno rivelato di contrasti in spogliatoio con il resto della squadra; la sua esperienza nel basket europeo prosegue adesso in Israele.

Domenica scorsa è stata la volta di Jalen Jones, emigrato in Francia. Jones, a nostro parere, ha il grandissimo merito di avere salvato la Openjobmetis nella scorso campionato: se non si fosse gravemente infortunato dopo appena 31” di gioco nella prima partita e non lo avesse sostituito John Egbunu, molto difficilmente la squadra allora guidata da Massimo Bulleri avrebbe salvato la pelle e oggi si ritroverebbe probabilmente in serie A2. Jones è comunque un discreto giocatore: nelle prime 12 giornate di questo campionato è stato il più impiegato da coach Vertemati ed è il secondo miglior realizzatore della squadra (14,08 punti a gara) dopo Kell, dunque non sarà agevole, sul piano dei numeri, trovare un sostituto alla sua altezza, anche se l’estone Siim-Sander Vene, per la terza volta a Varese dopo le esperienze del 2018 e del 2020, offre discderte garanzie.

Poi è stato il turno di Trey Kell, giocatore di spiccata personalità e perciò leader del gruppo; frenato in avvio di campionato da un infortunio, Kell ha dimostrato in maniera costante e crescente il suo valore e, al momento, vanta 15,3 punti a gara con ottime percentuali di realizzazione. Su di lui ha messo gli occhi l’Olimpia Milano, alle prese con diversi infortuni di giocatori importanti (Datome e Shields su tutti) e attesa da impegni onerosi sul fronte dell’Eurolega.

A parte il caso di Wilson, la cui inadeguatezza al nostro campionato è data dai numeri, oltre il limite dell’impietoso, le partenze di Egbunu, Jones e Kell hanno un denominatore comune: il buy out, cioè una sorta di risarcimento previsto nel contratto in caso di partenza del giocatore per volontà propria o concordata con il club.

Grazie a questo “tesoretto”, valutabile in circa 200/250 mila euro (comprendendo anche gli stipendi risparmiati dei giocatori in partenza), la Pallacanestro Varese conta di ricostruire quasi per intero il quintetto base, considerando l’arrivo già avvenuto di Marcus Keene al posto di Wilson (giocatori diversissimi tecnicamente, perché nel frattempo ci si era accorti che Kell non è esattamente un playmaker ma una guardia capace anche di fare il regista).

Aggiungiamo che c’è anche chi mette in discussione l’operato dell’allenatore Adriano Vertemati, colpevole di non aver saputo sin qui dare una vera ”anima” alla squadra, soprattutto in difesa, e di avere troppo coccolato il suo pupillo Alessandro Gentile, il giocatore attorno al quale è stata costruita tutta l’impalcatura della Openjobmetis 2021/2022.

Se poi consideriamo le dimissioni, immediatamente accolte dai vertici della società, del general manager Andrea Conti (lo scorso 24 ottobre dopo la durissima sconfitta interna contro la Reggio Emilia di Attilio Caja), avvicendato da Luis Scola, è proprio il caso di dire che Gino Bartali aveva pronunciato il suo famoso aforisma pensando alle vicende della odierna Openjobmetis…

Inutile dire che questi giorni sono cruciali per il futuro del basket varesino di vertice. Non c’è più spazio, né possibile giustificazione, per altri errori, pena la più amara e sportivamente tragica punizione: la retrocessione.

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