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Attualità

TARGHE FUORI POSTO

CESARE CHIERICATI - 14/01/2022

targaEsattamente cinque anni fa, sabato 28 febbraio 2017, venne inaugurata a Varese una nuova strada intitolata a Calogero Marrone, siciliano di Favara, capo dell’ufficio anagrafe del Comune di Varese. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 aveva rilasciato centinaia di documenti falsi e in bianco a ebrei e antifascisti affinché potessero sfuggire alle retate nazifasciste assumendosi un rischio estremo. Infatti in seguito a una delazione, probabilmente interna agli uffici comunali, venne arrestato e trasferito in alcuni campi di detenzione per poi chiudere tragicamente la sua vita nel campo di sterminio di Dachau il 15 febbraio 1945. L’eroismo civile di Marrone rimase sconosciuto per decenni alla storia delle Resistenza italiana e a quella di Varese. Un vuoto colmato con una accuratissima ricerca storica da Franco Giannantoni e Ibio Paolucci che per le edizioni Arterigere firmarono nel novembre 2002 un libro dal titolo emblematico: “Un eroe dimenticato”.

 L’8 gennaio 2013 lo Stato di Israele attribuì al piccolo grande uomo di Favara la massima onorificenza civile israeliana di “Giusto fra le nazioni”, riconoscimento ottenuto grazie all’impegno e alla tenacia di Giannantoni nella faticosa raccolta di documenti e testimonianze richieste dalle autorità israeliane. Lo stesso amico e collega propose in diverse circostanze ai governi cittadini di intitolare a Marrone la via che unisce viale Monte Rosa a via XXV Aprile, ancor oggi dedicata a Padre Reginaldo Giuliani, cappellano militare, volontario delle Camicie nere al seguito delle truppe italiane inviate dal fascismo a conquistare l’Etiopia nel 1935 –’36.

Tra polemiche pretestuose, dinieghi burocratici e quant’altro non se ne fece nulla finché l’amministrazione Galimberti optò per la nuova e più anonima via che a Casbeno collega attualmente via Corridoni con il centro medico Beccaria e il parcheggio costruito alle spalle della stazione ferroviaria delle Nord.

La vicenda è tornata d’attualità qualche mese fa quando il neo assessore alla cultura della giunta Galimberti bis, Enzo Laforgia, docente di storia, ha proposto, con successo, di cancellare Padre Giuliani dalla toponomastica cittadina a beneficio di Gino Strada, eroe umanitario, testimone di laica solidarietà a livello internazionale con la onlus Emergency da lui fondata e morto in Normandia il 13 agosto scorso. Un nome che ovviamente mette d’accordo tutti o quasi, ma è lecito chiedersi se non fosse più opportuna per il chirurgo di guerra una collocazione evocativa vicina alla sua professione.

Varese vanta una Facoltà di medicina di alto livello e un articolato sistema di strutture ospedaliere. In quelle sedi la sua storia e il suo esempio di medico al servizio degli ultimi avrebbero avuto senz’altro un eco ampia, continua. Il suo nome e il suo esempio uno stimolo per gli studenti a percorrere le sue stesse strade. Le stesse considerazioni valgono, a nostro giudizio, per l’eroico funzionario Calogero Marrone. Via Giuliani attraversa il baricentro di quella che un tempo era considerata la “Città studi” di Varese, ancora oggi abitata da licei e istituti tecnici e quindi fitta di giovani soprattutto negli orari di uscita. Dedicarla al suo nome sarebbe stata una scelta coraggiosa e un incentivo per insegnanti di buona volontà a raccontare ai loro studenti chi mai sia stato e cosa abbia fatto quel sobrio funzionario comunale venuto dalla Sicilia e assassinato nella Germania nazista.

Partire dalla vie cittadine e dai personaggi cui sono intitolate le scuole potrebbe essere un utile spunto, al tempo stesso locale e globale, per stimolare i ragazzi a riscoprire la storia, disciplina oggi assai negletta nelle scuole della Repubblica, come del resto la geografia. In merito consigliamo sul numero scorso di RMFonline la lettura dell’illuminante pezzo “Foscolo centroavanti” di Roberto Gervasini.

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