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Attualità

ARGILLA ROSSA

SERGIO REDAELLI - 21/01/2022

Matteo Chiarelli e il suo presepe

Matteo Chiarelli e il suo presepe

“Dedicato a mia madre”. Con queste parole Matteo Chiarelli, 75nne artista cremasco trapiantato a Cuasso al Monte, ha donato una nuova opera al complesso del santuario di S. Maria del Monte. Raffigura un presepe ed è un bassorilievo in terracotta rossa di 100 x 150 centimetri intitolato “La luce della Natività”. Si trova all’esterno della chiesa in via cardinale Federico, all’imbocco della galleria che gira intorno al tempio e sbuca nella piazzetta delle romite. Protetto da un vetro antisfondamento, occupa la nicchia sotto la pensilina dove una volta c’era l’apparecchio telefonico. Un luogo che talvolta diventava ripostiglio di cartacce e rifiuti. Ora non accadrà più.

“Esprime la luce che emana dall’evento del 25 dicembre – spiega lo scultore – Purtroppo l’emergenza Covid ha sconsigliato di tenere la piccola cerimonia d’inaugurazione prevista per il primo dicembre 2021. Resta l’orgoglio di avere reso omaggio a questo luogo di potente spiritualità e alla devozione dei miei genitori”. Non è la prima volta che Chiarelli lega il proprio nome al Sacro Monte, è anzi un habitué delle sale museali del Camponovo. Nel 2018 tenne una mostra intitolata Il Pellegrino lungo le strade della fede, un viandante che indossa cappa, zoccoli e cappello alla maniera antica e si sorregge col bastone, esausto ma sospinto da una misteriosa energia.

Il tema gli è particolarmente caro per motivi personali. Chiarelli si è dato tardi all’arte, quando era già abbondantemente adulto. Da bambino amava disegnare e dipingere con gli acquarelli ma la necessità di dare una mano in famiglia lo costrinse a occuparsi di marmitte e radiatori in un’officina di motociclette. Nel 2007 la svolta. Temporaneamente immobilizzato dopo un incidente, scolpisce una Madonnina in legno. Nel 2011 il pellegrinaggio di ringraziamento a Santiago di Compostela per la guarigione diventa il primo di una lunga serie, quattordici finora. Un’esperienza faticosa, solitaria e introspettiva che gli fornisce infiniti spunti d’ispirazione.

Nel 2014 modella la sua prima figura di pellegrino in argilla bianca, poi declinato in numerose versioni. Più tardi si cimenterà con altri materiali (legno, ferro, bronzo, alluminio, marmo, alabastro, vetroresina), con nuove tecniche (incisioni, modellazioni, pittura su lastre di ceramica) e con altri soggetti. In dieci anni ha esposto le sue opere in tutta la Val Ceresio. Così il percorso artistico inaugurato con i temi sacri – particolarmente apprezzati dall’arciprete di S. Maria del Monte don Sergio Ghisoni che ha trovato collocazione alla “Luce della Natività” – si volge verso la figura femminile con una serie di dolcissimi volti della Vergine, verso la maternità e le nature morte.

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