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Cara Varese

LA SALA DEL RICORDO

PIERFAUSTO VEDANI - 12/05/2012

Varese ha avuto ed ha degnissimi rappresentanti nelle lettere, nelle arti, ha visto affermarsi cultori e docenti di musica, il teatro può addirittura vantare il Nobel a Fo e attori e studiosi di grande profilo, mentre cinema e fotografia hanno le loro glorie, al pari del design. Se il lavoro può vantare espressioni di incantevole perfezione indicherei come alfiere della vasta categoria di progettisti e inventori un personaggio di rara caratura e di incredibile modestia: Ermanno Bazzocchi, il papà dei mitici Macchi che continuano a solcare i cieli di tutto il mondo.

Richiamo l’attenzione sull’avventura culturale della comunità di Varese e del Nord Ovest che gravita sul capoluogo per verificare una possibilità e al tempo stesso per ricordare l’effetto traino sviluppato dai protagonisti di questa avventura a favore di un ambiente che non considerava la conoscenza compiutamente utile alla persona.

La possibilità: realizzare una “sala del ricordo” non stucchevole e quindi destinata al silenzio e alla muffa di qualche museo, ma vivace strumento di crescita attraverso mostre, incontri, proiezioni, dibattiti, testimonianze che devono vedere coinvolti il validissimo associazionismo e il mondo della scuola, se non la stessa Università.

La documentata rivisitazione di personaggi o situazioni a loro legate è una notevole opportunità culturale e didattica oltre che un richiamo ai valori espressi dal nostro territorio.

Occorrono freschezza ideativa e agilità esecutiva per avviare l’iniziativa: a livello istituzionale si deve capire che si tratterebbe di un notevole servizio e di uno stimolo alle comunità.

Agli inizi degli Anni 60 si sviluppò una feroce polemica: Varese era sì ai vertici nazionali dell’industria, ma appariva nemica della cultura: senza teatro, solo qualche concerto quando pittori, scultori, scrittori, uomini di scienza si sarebbero meritati ben altro palcoscenico. Questa piccola comunità di eletti – celebrati in campo nazionale, ma non a casa loro – con l’aiuto di affezionati amici e il risveglio di una classe politica ringiovanita riuscì a far passare il suo messaggio, avendo anche l’ appoggio di un giovane giornalista, allora fortemente capelluto, oggi simile ai tanti improbabili bonzi in circolazione: il nostro direttore.

Oggi tutti i mass media sono attenti alle molteplici offerte culturali, inoltre confezionano rubriche specifiche ricche di dettagliate notizie. Sull’on line c’è per esempio www.artevarese.com che è di profilo.

I cittadini rispondono bene a queste offerte e, nonostante la crisi, la cultura tiene, ecco perché è necessario un recupero semplice , ma efficace della memoria culturale che possa essere occasione di nuovi slanci e comunque punto di riferimento e di attrazione anche di un settore che in campo nazionale ci ha visti in evidenza.

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