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Lettere

IN RICORDO DI MONSIGNOR PIGIONATTI

- 11/05/2012

L’11 maggio 1997 Mons. Tarcisio Pigionatti concludeva la sua vita terrena e mi piace iniziare queste righe con quanto Felice Magnani nella introduzione al suo volume ‘Monsignor Tarcisio Pigionatti un apostolo della carità’ scriveva di Lui: ‘Monsignore non è morto, il suo spirito vive nella città,nelle persone, nel ricordo di chi ha avuto la fortuna di potergli stare accanto, anche solo per un attimo’.

In molte e diverse occasioni ho verificato quanto siano vere queste parole. La vita intensa, l’opera instancabile, le grandi passioni che hanno sorretto il suo cammino di prete ambrosiano, l’amore alla Chiesa e all’Italia, ai suoi alpini, al suo De Filippi ed ai moltissimi giovani incontrati e da Lui educati sono semi che continuano  generare nuovi frutti e ricordi gioiosi.

A 15 anni dalla sua scomparsa, la sua memoria è vivissima in chi lo ha conosciuto ed apprezzato, in chi ha condiviso con Lui giorni di dolore e di fatica, in  chi ha sognato con Lui una nuova Italia, un mondo più fraterno e per questo si è impegnato a favore dei giovani, italiani e stranieri, in chi ha partecipato alla sua opera formativa nel  Convitto e poi nel  Collegio Arcivescovile De Filippi.

Oggi più che mai l’esempio di Mons. Pigionatti ci stimola a guardare avanti, ad aprire orizzonti nuovi, a scrutare il futuro e vederci il bene che cresce se nel presente sappiamo essere cristiani autentici, gente cioè che si spende senza troppe domande e che con intelligenza ed acutezza sa trovare ed indicare le strade da seguire.

Sentiamo vicini gli insegnamenti che hanno caratterizzato la sua vita e la sua azione e più che mai ritrovo significative alcune ricorrenti parole del suo insegnamento, riassunte nel volume di Magnani, parole che sento rivolte a me e a tutte le persone che per i più diversi motivi vengono a contatto con il De Filippi: essere sempre al servizio di tutti; vivere con il prossimo, ascoltarlo,dialogare, sostenerlo,orientarlo,aiutarlo, regalargli un sorriso; vivere con sobrietà; spostare gli ostacoli che impediscono agli uomini di essere fratelli; vivere dentro la storia e non sopra.

Caro Monsignore anche il ‘tuo De Filippi’ ti ricorda ed anche oggi rinnova il suo impegno sulle strade da te indicate: l’educazione dei giovani innanzitutto, poi il Collegio universitario, l’accoglienza aperta e cordiale, lo sguardo internazionale delle iniziative, favorendo occasioni di incontro e di confronto tra le diverse anime e protagonisti della città e della provincia, operando per una convivialità secondo lo stile di sobrietà e di amicizia sincera, garantendo un servizio discreto alle più diverse richieste del territorio.

Così tu ci hai insegnato ad essere chiesa e così noi cerchiamo di ricordarti.

Giovanni Baggio
Rettore De Filippi
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